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Belluno é tra le dieci cittadine più amate d’Italia

Avete sentito la novità?
La nostra Adorable Belluno è stata votata come una delle dieci cittadine più amate d’Italia nell’ambito del contest Top Travel Italiana 2015 di Hotel Info.

Gli Italiani che dal 16 giugno al 7 luglio hanno votato online per scegliere la “Top Travel Italiana 2015″ sono stati più di 6500; il motivo per cui è Belluno compare tra le dieci cittadine più belle d’Italia, si legge alla pagina http://www.hotel.info/it/citymoments/top-travel-italiana-2015/vincitrici, è questo:

Belluno è nel cuore delle Dolomiti e ha il fascino discreto della cittadina che è cresciuta e si è fatta posto tra le montagne rosa e il fiume Piave. Il centro è più che a misura d’uomo, a misura di passeggiata si potrebbe dire. Palazzo Rosso, la Prefettura e il Duomo si aprono sulla piazza omonima, forse la più scenografica della città.

Vale la pena fare una visita qui ai primi di novembre, quando Belluno festeggia il patrono – San Martino – e per le vie della città si tiene l’ex tempore di scultura su legno, con decine di artisti intenti a creare opere d’arte nei tronchi, diffondendo un intenso profumo di legno di cirmolo. A 15 minuti dal centro d’inverno si scia, in Nevegal. A un’ora di macchina verso nord le montagne patrimonio Unesco, a un’ora verso sud… si è quasi a Venezia.

Una piccola grande soddisfazione per Belluno, una città che a volte può sembrare chiusa, persino schiva per la cortina di montagne che un po’ la isola, ma che sta sempre di più spiccando il volo facendosi conoscere ed amare esattamente per quello che è: un posto bello, dal sapore antico ma allo stesso tempo vivo e al passo con i tempi. 

Complimenti a tutte le persone che contribuiscono a rendere Belluno una cittadina così speciale!

belluno, Curiosità

El caregon del Padre Eterno

Oggi vi raccontiamo la favola che spiega la genesi delle Dolomiti, e di una montagna in particolare, una delle più belle del mondo. Volete sapere quale? Leggete questa leggenda.

Dopo aver creato la maggior parte delle cose belle del mondo, il Signore volle scendere in terra per ammirarle da vicino.

Percorse tutta la terra da cima a fondo: si compiacque per i fiumi poderosi e per i delicati ruscelli, per gli alberi, i prati e i coloratissimi fiori, per le onde che si increspavano sulle incantevoli spiagge.

Girò e girò e volle lasciarsi come ultima tappa l’Italia: infatti, già sapeva che sarebbe diventata la sede del successore di Pietro (E come dubitarne? Lui sa tutto) e così decise di creare attorno alla penisola, tanto bella ma tanto vulnerabile, delle barriere difensive. Per tre parti la cinse con le acque del mare, ma non voleva però isolarla completamente e così pensò di coronarla a Nord con una catena di montagne.

Fu così che nacquero le Alpi Marittime, le Alpi Liguri, le Cozie, le Graie, le Pennine, le Retiche e così via. Il Signore aveva un bel da fare con tutte queste montagne e fece proprio un gran lavoro al termine del quale si volle fermare un attimo per osservare la sua opera. Pensò che le Alpi erano proprio belle: che maestoso il monte Bianco, che imponente il Cervino!  Ma sentì tuttavia che il suo lavoro non era concluso: voleva qualcosa di ancora più bello, ancora più maestoso.

Così, spinto da quest’idea di bellezza, diede forma a delle montagne diverse, fatte con un materiale magico che, se colpito dal sole, si colorasse di riflessi rosa incantando il cielo, e invece, se colpito dalla luna, colorasse l’atmosfera d’argento.

Il signore lavorò incessantemente per un giorno intero: appuntì le cime di queste montagne, le disegnò piene di guglie e creste e decise di chiamarle Dolomiti.

Giunto a sera, però, stanco, decise di riposarsi: si guardò intorno ma, ovunque posasse lo sguardo, vedeva cime appuntite e scomode. Fu così che con l’ultima dolomia che gli era rimasta decise di erigere un’altra montagna e la creò a forma di sedia: stiamo parlando del Monte Pelmo, posto quasi al centro del grande anfiteatro di monti che cinge il Nord Italia.

Da lì il Signore poté finalmente ammirare la sua opera: non c’era dubbio, aveva fatto proprio un bel lavoro. Stanco e soddisfatto, si addormentò e al suo risveglio, per un momento, fu tentato di uniformare le fattezze del Monte Pelmo a quelle delle altre Dolomiti. Ma poi pensò che, infondo, la montagna era bellissima anche così. E poi gli uomini, vedendo la montagna con quella forma così particolare, avrebbero ricordato la Sua presenza in quelle zone così belle e, forse,  gli avrebbero rivolto una preghiera.

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Il tour italiano di Aperol Spriz a Piave Beach

Il Parco Fluviale di Lambioi in collaborazione con Bellunolanotte, Sportivamente Belluno e Comune di Belluno, ospiterà la tappa del tour italiano di Aperol Spritz.

Venerdì 10 luglio il Parco Fluviale di Lambioi ospiterà una tappa del tour italiano di Aperol Spritz – “Hostaria del Vecio Aperol Spritz”.

Aperol Spritz porta l’esperienza dell’aperitivo nelle locations più caratteristiche e inaspettate del Veneto, valorizzando le radici storico-culturali dello spritz e promuovendo la tradizione e le curiosità del territorio. Direttamente dagli anni ’70 arriverà il mitico pulmino van della Volkswagen sinonimo di viaggio e libertà, allestito ad hoc e trasformato in postazione “chiosco bar”. Sarà affiancato da un banco di “cicchetti” tipici preparati da un ristoratore locale, che farà da ambasciatore raccontando menù e ricette.

Un barista professionista invece insegnerà la ricetta per preparare nel migliore dei modi la bevanda che accompagna i nostri aperitivi, e due ragazze immagine offriranno gratuitamente lo spritz fino a esaurimento scorte!

Non mancherà di certo la musica! Il van infatti accoglierà anche un dj con musica dalle ore 18.00 fino alle 23.00 .

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Top 10 things you miss about Belluno

Time once again for our regular blog on the Top 10 things you miss about Belluno.

This time we take a different point of view: people who had or wanted to leave Belluno tell us what they miss about our town.

There are many ex citizens who emigrated from Belluno in search of a better life. There a multitude of reasons why they left: for love, work, they escaped from war, or they just went on a holiday and decided not to return.

Our compatriots have a new life, a new culture, they eat different foods and some even speak another language.

We conducted a survey of our Adorable friends who live in another country. We must admit that our friends’ stories are truely interesting, at times entertaining, others quite moving.

Ready for a bit of nostalgia? Let’s take a count down of our Top 10.

10 #scents and flavours. The smell of newly-harvested hay and of snowfall at the end of November. The scent of our famous “panino col pastin”, a perfect antidote to those long aperitifs. “Polenta e schiz” is synonymous of “home”, and “radici da prà col lardo” that only tastes this good in Belluno.

9 #markets. The friendly atmosphere of Saturday morning markets, minus the chaos. It’s not just a time for shopping, but a great excuse for a chat.

8 #summer festivals. There are many things which make our festivals simple but memorable. Eating on plastic plates – lucky if you make it to the table without dropping some food! Singing the same old songs around the stage, and complaining the next day that they (the songs) are always the same.

7 #walks. Walks after a typical Bellunese lunch, or in the late afternoon after a hard day’s work. The beauty of Belluno: nature is a stone’s throw from your doorway.

6 #home. There’s no place like home. There’s no substitute for being able to close your eyes and know exactly where you are.

5 #chats. There’s always an opportunity for a chat: on the street or at the supermarket.

4. #drink. A drink is not just a drink, it’s almost like a ritual for the Bellunesi. A glass of red or white, the Sunday morning aperitif, or even a coffee at the local bar are opportunities for a friendly chat.

3 #mountains. Waking up in the morning and seeing the Pink Dolomites. Colours and reflections that you can’t find anywhere else. The sensation of protection: the Dolomite Mountains seem to embrace Belluno and are a constant reference point.

2 #family. The family you left behind in Belluno. This is the hardest part of all: facing a new city or town alone.

There are moments in which nostalgia has a way of hitting you in the stomach. Sometimes I think it would be nice to drop by my mum’s after work.

1 #everything. I don’t know how to put this into words, but the truth is even though many would say that Belluno has nothing, well, I think it has a lot to offer.

A warm thank you to all the Adorable Bellunesi who live elsewhere and who shared their thoughts with us.

See you soon

10 cose da fare, belluno

Le dieci cose che ti mancano di Belluno

Ritorna l’attesissimo appuntamento con la rubrica delle dieci cose di Adorable Belluno!

Questa volta ci occupiamo di Belluno da un punto di vista diverso: parleremo della cittadina ai piedi del Serva vista però attraverso gli occhi di chi l’ha dovuta o voluta lasciare.

Sono molte le persone che sono nate qui e che ora vivono altrove e si sono rifatte una vita in un paese straniero, parlano un’altra lingua e respirano odori così diversi da quelli di Belluno.

C’è chi è emigrato per una vita migliore, chi perché si è innamorato, chi è scappato dalla guerra, chi si è allontanato per lavoro e, ancora, chi è partito per un viaggio e ha deciso di non tornare più.

Abbiamo voluto fare un sondaggio tra gli amici di Adorable che vivono in un’altra città, e dobbiamo ammettere che ci avete raccontato delle cose davvero interessanti, talvolta persino divertenti, altre, invece, commoventi.

Siete pronti a leggere la top ten delle cose che risvegliano un po’ di nostalgia ai nativi bellunesi che vivono altrove?

Eccovi serviti!

10 #odori e sapori. Il profumo di fieno appena tagliato, l’odore di neve che si sente verso la fine di novembre. Il mitico panino col pastin che salva la vita dopo i lunghi aperitivi, la polenta con lo schiz che è sinonimo di “casa” e i radici da prà col lardo che non li trovi così buoni da nessun’altra parte.

9 #mercato. L’atmosfera familiare del mercato del sabato mattina, per nulla caotica, in cui tutti si fermano a chiacchierare e a salutarsi ma senza urlare, perché i bellunesi non sono chiassosi.

8 #sagre estive. Con tutto quello che le rende semplici e tipiche, compreso il mangiare su piatti di plastica (che nel tragitto dal banco al tavolo è probabile che si perda qualcosa per strada) e cantare a squarciagola puntualmente le solite canzoni sotto il palco, salvo poi lamentarsi che sono sempre le stesse.

7 #passeggiate. Le camminate dopo pranzo, ma anche le passeggiate pomeridiane. Il fatto che a Belluno esci di casa e dopo pochi minuti ti ritrovi in mezzo al verde. La natura che è a “un tiro di sciop” da casa.

6 #casa. Il fatto che il paese in cui nasci te lo porti dentro. Chiudere gli occhi e sapere esattamente dove ti trovi e cosa ti scorre attorno è una sensazione impagabile.

5 #chiaccherate. La gente che ti saluta per strada o al supermercato e si ferma a fare due chiacchere non programmate.

4 #ombrette. Le ombre di rosso o di bianco, e l’aperitivo della domenica mattina che sembra quasi un rituale. Ma anche il caffè del bar del paese che non è mai solo un caffè, ma una chiacchierata familiare con il barista.

3 #montagne. Svegliarsi la mattina e vedere le Dolomiti rosa. Hanno colori e luci che non si trovano più. E il senso di protezione che danno: circondando Belluno sembra che ci abbraccino, e poi alzando gli occhi sai sempre dove ti trovi.

2 #famiglia. La famiglia che è rimasta a Belluno. Questa è stata la parte più difficile: dovercela fare senza di loro in una città che non conoscevo; ci sono dei momenti in cui la nostalgia mi prende lo stomaco. Alcune volte penso che sarebbe così bello uscire dal lavoro e passare anche solo dieci minuti da mia mamma!

1 #tutto. Non so come esprimere il concetto, ma la verità è che per quanto Belluno non abbia niente (come tanti dicono), beh, per me aveva tutto.

Un grazie di cuore a tutti i bellunesi che vivono altrove e che hanno voluto condividere con noi di Adorable i loro pensieri.

A presto amici!

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Visite guidate a Belluno

Visite guidate a Belluno, alla scoperta della città: tre appuntamenti in compagnia della guida turistica Marta Azzalini per conoscere gli angoli più suggestivi ai piedi del Serva.

Borgo Piave – 4 luglio, ore 17.00

Il primo appuntamento con le visite guidate a Belluno consiste in una bella passeggiata dalle mura della città fino all’antico porto.
Uno sbocco sul fiume Piave utilizzato nel corso dei secoli passati per il commercio legato alle attività manifatturiere collocate nel piccolo borgo: zattieri, falegnami e fabbri erano infatti gli artigiani più attivi di Borgo Piave.

Belluno inedita – 18 luglio, ore 17.00

Belluno sotto un altro punto di vista, inedito e dato spesso per scontato capace però di regalare grandi emozioni.
Una visita guidata  a Belluno per soffermarsi ad osservare il profilo della città con occhio attento alle fucine, ai canali, ai campanili e alle mura tra i due borghi principi di Belluno.

Borgo Prà – 8 agosto, ore 17.00

Nato sulle rive dell’Ardo, Borgo Prà raccoglie arte e tradizione: qui sorsero botteghe artigiane dedite alla lavorazione del ferro e dei metalli, accanto a deliziose chiesette, fontane e ponti.

 

Per partecipare alle visite guidate basta iscriversi presso il Centro Culturale Piero Rossi, in Piazza Piloni, dove sono anche fissati ritrovi.
Per avere maggiori informazioni vi consigliamo di contattare il Centro telefonando ai numeri: 0437.27030 – 392.0402834, oppure inviando una mail all’indirizzo: centroculturale@dolomitipark.it.

piazza martiri forma ellisse
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Perché Piazza dei Martiri a Belluno ha la forma di un’ellisse?

Vi ricordate il nostro post “Le dieci cose che forse non sapete su Belluno?” Beh ne abbiamo scoperta un’undicesima: perché piazza dei Martiri ha la forma di un’ellisse.

Abbiamo deciso di indagare sul Liston dopo aver letto i commenti lasciati dagli amici della nostra pagina facebook che hanno stuzzicato la nostra curiosità, chiedendoci se fossimo a conoscenza del motivo per cui la nostra bella piazza ha questa particolare forma.

Indagini d’archivio tra polvere e antichi documenti, lunghi scavi nella memoria che ci hanno riportato indietro fino ai giorni delle elementari, quando le nostre maestre ci raccontavano le vicende del passato bellunese, il tutto condito da complicati calcoli di ingegneria, ci hanno portato a scoprire l’arcano mistero.

Perché Piazza dei Martiri a Belluno ha forma ad ellisse?

Nel passato in cima alla torre del castello di Belluno, collocato in posizione sud-ovest, alla destra dell’odierno palazzo delle Poste, c’era un cannone capace di sparare in direzione della piazza, con un’ampiezza massima di tiro di 90 metri.

Come ci racconta Marco Perale, il Campedel era parte del terreno attorno alle mura che veniva tenuto sgombero per motivi tattici come servitù militare. In tempo di pace era coltivato a orti (da cui il nome di “campicello”) mentre, in caso di guerra, era lì che si accampavano gli assedianti nemici, e tutti coloro i quali non potevano varcare le mura. Gli accampamenti venivano allestiti nel punto più ampio dell’ellissi, esattamente a 92 metri dalla torre, e quindi non potevano venire raggiunti da eventuali cariche!

… Almeno fino a quando non fosse stato installato  sulla torre un cannone più potente.

belluno, castion, Curiosità, eventi

La magia di San Giovanni Campanot

Una storia di fuoco e di acqua, di sogni e di desideri. 

Molti di voi sanno che da venerdì 19 a domenica 28 giugno ci sarà la famosa Festa di San Giovanni Campanot a Castion, l’evento che apre l’estate bellunese con un programma più ricco e più invitante di sempre!

Quello che invece forse non tutti sanno è che questo evento è avvolto da un alone di magia e di mistero.

Cosa c’entrano l’acqua e il fuoco con la festa di San Giovanni?

Ve lo spieghiamo subito.

Dovete sapere che esiste un rito antichissimo, magico e propiziatorio, che veniva svolto proprio nella notte di San Giovanni.

Si racconta che in tempi antichi, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, gli abitanti di Castion si recassero di notte a raccogliere alcune piante ed erbe speciali intrise di rugiada, simbolo di purificazione.

Dopo averle raccolte, i castionesi raggruppavano le piante vecchie e rimaste inutilizzate e ne facevano un falò, altro simbolo di purificazione.

Questo falò, però, in realtà era magico: si narra che a chi lo saltava venisse concessa la possibilità di cambiare vita e che tutti i suoi sogni venissero realizzati. Immaginatevi quindi queste persone in fila dietro il falò, tutte con gli occhi chiusi e intente ad esprimere i loro desideri fino al momento di fare un bel salto, col cuore pieno di speranza per l’avvenire e con la certezza che dopo quel gesto avrebbero per sempre cambiato vita.

Ma le piante raccolte nel corso della notte, vi starete chiedendo?

Beh, veniva preparato il cosiddetto “mazzetto di San Giovanni” composto in particolare da nove erbe, tra le quali non doveva assolutamente mancare l’iperico. Una volta preparato il mazzetto, esso veniva riposto con cura sotto il cuscino. Dormendoci sopra era possibile riuscire ad acquisire un dono magico: la facoltà di avere sogni premonitori.

Che dire amici di Adorable, è una storia di magia che arriva da lontano e che ci porta anche lontano: ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio, alimenta la nostra fantasia e arricchisce la nostra sensibilità. Ma e se fosse vero? Se con questi semplici gesti i nostri desideri si realizzassero? Se potessimo prevedere il futuro?

Alla fine, tentar non nuoce.