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La valle dell’Ardo e Case Bortot

Oggi vi accompagniamo in una passeggiata a 5 km dal centro storico di Belluno, sul ciglio della suggestiva valle dell’Ardo: Case Bortot e dintorni, poco sopra Bolzano Bellunese. 

Bolzano Bellunese sorge a nord di Belluno, sulla via pedemontana. Si tratta di un luogo molto caratteristico, costellato da piccole frazioni costituite da piccoli nuclei abitativi che nella loro disposizione assecondano le forme della natura.

Superata la prima parte del paese, oltrepassata la frazione Gioz, ci si inerpica per una stradina ripida ripida, ma asfaltata, in un’atmosfera fiabesca poiché questa strada sale silenziosa, accompagnata ai lati da una corte di carpini neri e noccioli.

Si arriva così a Case Bortot, un villaggio sospeso sul fianco della valle dell’Ardo e caratterizzato dalla presenza di case dal sapore antico, con fienili ai lati e stalle in pietra a vista e con i caratteristici tetti in lamiera. Pensate che uno dei piccoli nuclei di case non è nemmeno raggiunto da una strada, cosa che sembra molto strana se si pensa che ci troviamo a pochi km dal centro storico di Belluno. Un luogo sicuramente suggestivo dal quale si gode anche di uno splendido panorama sulla Valbelluna.

Case Bortot è sicuramente conosciuto da chi ama le escursioni alpinistiche: infatti da qui parte (o arriva, dipende dai punti di vista) il sentiero CAI n. 501 del Rifugio Settimo Alpini, il rifugio forse più amato dai bellunesi, che sorge a 1500 metri in un luogo meraviglioso, in mezzo a ad un anfiteatro di pareti dolomitiche, e rappresenta la base per escursioni più difficili sul Monte Schiara. Per raggiungerlo occorrono circa 3 ore e mezza e la camminata, ve lo diciamo subito, è abbastanza impegnativa, ma credeteci: ne vale la pena, soprattutto d’estate.

Settimo Alpini

Ma Case Bortot rappresenta anche il punto di partenza per fare delle passeggiate addentrandosi nella Valle dell’Ardo: un percorso in un territorio selvaggio, contraddistinto da rocce ostiche scavate dall’acqua, calderoni, fossili e una flora ancora integra.

In particolare vi segnaliamo il Pont de la Mortis, un ponticello da brivido che attraversa la profonda e suggestiva forra dell’Ardo a 520 metri slam, e il Bus del Buson, una forra incisa da un torrente subglaciale e poi abbandonata dal fiume Ardo con il ritiro dei ghiacciai spesso teatro di concerti e di reading perché è un’ottima cassa armonica. Per raggiungerlo è necessario percorrere un sentiero abbastanza ripido, per cui ci raccomandiamo di non recarvici quando piove o nei periodi di gelo.

bus

Per informazioni più dettagliate sui percorsi vi invitiamo a consultare questa pagina …e non dimenticatevi di farci sapere quando andrete a visitare i luoghi dell’Ardo!

Fonte: Belluno, storia architettura arte, di Gigetto De Bortoli, Andrea Moro e Flavio Vizzuti.

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Il gatto con gli stivali: i Licei Renier per le scuole medie

Un’orchestra di 50 elementi per un pubblico di 2.500 studenti.

Questi i numeri che sabato 16 aprile mattina riempiranno lo SPES Arena per un evento musicale senza precedenti, grazie ad un progetto che vede uniti l’Associazione Bellunese “Amici della Banda” e i Licei “Renier”. Nella cornice del più ampio spazio a disposizione nell’area urbana gli strumentisti delle due realtà, il Complesso Bandistico “Città di Belluno” e gli allievi dell’indirizzo musicale, daranno vita alla fiaba musicale “Il gatto con gli stivali”, composta da Angelo Soramani, mentre gli allievi dell’indirizzo linguistico narreranno le gesta del prode gatto in italiano e in tedesco. Gli spettatori di questa fiaba senza tempo, raccontata nella versione di Perrault, saranno gli studenti delle scuole secondarie di 1° grado del comune di Belluno, che potranno così mettere in gioco le proprie competenze linguistiche e apprezzare l’espressività di una composizione per orchestra. Vedranno infatti all’opera suonatori di flauto, clarinetto, violino, viola, saxofono, tromba, clarinetto basso, corno, eufonio, basso tuba, contrabbasso, timpani, glockenspiel, batteria, e molti altri: un’occasione rara nella nostra provincia, di cui questa esperienza vuole essere un felice inizio.

Gli scopi di questa iniziativa sono infatti molteplici: sensibilizzare gli studenti della scuola dell’obbligo alla molteplicità strumentale esistente, favorire l’interazione fra scuola e territoriovalorizzare le risorse locali, non sempre debitamente tenute in considerazione, offrire agli studenti dei licei la possibilità di cimentarsi con compiti reali e legati al loro indirizzo di specializzazione. La proposta iniziale dell’Associazione Bellunese “Amici della Banda”, nata anche dalla considerazione che alcuni allievi del liceo musicale già militano nelle file del Complesso Bandistico, è stata subito accolta con grande entusiasmo dal dirigente dei licei, prof. Paolo Fratte, che si è prodigato per appianare gli inevitabili ostacoli burocratici che si frappongono alla realizzazione di iniziative di questo tipo.

Un ringraziamento va anche alla società Sportivamente che ha applicato delle tariffe di estremo favore per il noleggio della struttura.

Nelle settimane che separano dall’evento i musicisti e i narratori, dopo aver provato separatamente si riuniranno per le due prove generali che serviranno a equilibrare le sonorità e calibrare con esattezza i tempi.

La possibilità di realizzare un evento di questa portata è dovuta anche al cammino di crescita che il Complesso Bandistico “Città di Belluno” ha intrapreso a partire dal 2011 e che lo vede attualmente proporsi come una realtà orchestrale stimolante per i giovani musicisti del territorio bellunese, un ambito nel quale poter crescere e sviluppare le competenze della musica d’insieme preziose nel curriculum artistico ma anche formativo di un giovane.

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Villa Miari Fulcis, a Pearl of Belluno

Today we bring you to Modolo, near Belluno, to visit Villa Miari Fulcis. Are you ready for the trip? Great, join us…

We begin talking about the place where we find ourselves: Modolo, a lush small town of Castion renowned for the large villa of Milari to the north, and by homes dispersed to the east. It is an area visited often by those who wish to do a short hike immersed in nature.

The villa that we are talking about today is one of the most ample and complex villas of the 1600s in the Belluno area and is part of the list of 100 Venetian villas of A. Canova. It is not easy to describe its beauty and features, as it is an impressive estate that at every turn offers new perspectives and shapes. Nonetheless we will try all the same, and to do so, we begin by using the words of A. Alpago-Novello, who described Villa Milari Fulcis as such:

“The villa reveals a deep fusion of the fluidity of the planning, the variety and the composition of the areas, which create perspectives and well-defined spaces, and architectural perfection, together with a precise setting in the surrounding nature.”

The construction of the villa of Modolo began in around 1644 as a home for one of the branches of the noble Miari family, who was constantly increasing its prestige and riches in the region of Castion.

Alpago-Novello tells us that in the 18th century the villa had about the same dimensions as it does now, and that in addition to the main building it included the long wings of the stables and the elegant entry gate. The entrance, in fact, is one of the most notable parts of this important estate: it is one of the most representative examples of the Baroque style, explains the Feltrino city planner and historian. Yet, he explains, these very whimsical and sculptural works were uncommon in the valley.

And it is this detail in particular that leads intellectuals to believe that an artist not from the Belluno region, likely a sculpture or a painter, less likely an architect, intervened. The remainder of the villa, and specifically the rustic wing, are of a more traditional style, even if the result is very unbalanced.

The villa as we see it today is the result of the work of Andrea Miari around 1806: he lived in this splendid home (as its owner) and in when an architect decided to put, as they say, his hand. This was how the main structure was transformed, acquiring its unusually arranged floor plan and becomes decorated by Ionic and Corinthian semi-columns, expanding in a wing that abuts another building of a lower height: the Barchessa.   On the ample external staircase you can see the Casa Miari coat of arms, dated 1806 and the name of the stonemason Giovanni Maria De Vetori. The garden that extends in front of the Villa has a real well from the end of the 1600s, adorned by a group of crests.

A curiosity: between the small square windows of the upper level there are seven painted sundials that indicate the time corresponding with the main cities of Europe. These sundials were painted in the 19th century by Count Francesco Miari Fulcis who was a Professor of Geodesy at the University of Padova.

 

Source: Belluno, storia architettura arte, by Gigetto De Bortoli, Andrea Moro and Flavio Vizzuti.

Photo by Giorgio Simonetto.

 

Villa Miari Fulcis belluno
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Villa Miari Fulcis, una perla bellunese

Oggi vi portiamo a Modolo, nei dintorni di Belluno, a visitare Villa Miari Fulcis. Siete pronti per il viaggio? Benissimo, venite con noi…

Iniziamo parlando del luogo in cui ci troviamo: Modolo, una verdeggiante località castionese caratterizzata dalla grande villa dei Miari verso Nord, e da case slegate tra loro verso Est; è una zona molto frequentata da chi ha il desiderio di trascorrere qualche ora passeggiando immerso nel verde.

La Villa di cui vi parliamo oggi è una delle più vaste e complesse ville del ‘600 nel territorio di Belluno ed è compresa nella catalogazione delle cento ville venete di A. Canova.  Non è semplice descriverne la bellezza e le fattezze, poiché si tratta di un grandioso complesso che ad ogni angolo regala prospettive e forme diverse le une dalle altre; ma noi ci proviamo lo stesso e per farlo iniziamo appropriandoci delle parole di A. Alpago-Novello, che descrive così Villa Miari Fulcis:

La villa rivela un’intima fusione tra la scioltezza dell’impostazione, la varietà e la composizione dei volumi, che creano prospettive e spazi ben definiti, e la perfezione architettonica, uniti ad un’accuratissima ambientazione nella natura circostante“.

La villa di Modolo iniziò ad essere costruita attorno al 1644 come dimora per uno dei rami della nobile famiglia dei Miari che stava sempre più aumentando il suo prestigio e le sue ricchezze proprio nel territorio di Castion.

Alpago-Novello ci racconta che nel XVIII secolo la villa aveva all’incirca le stesse dimensioni di adesso, e che oltre al corpo principale comprendeva anche la lunga ala delle scuderie e l’elegante cancellata d’ingresso. E proprio l’ingresso è uno dei punti forti di questo importante complesso: si tratta di uno degli esempi più significativi di gusto barocco, ci spiega l’urbanista e storico feltrino, ma riferendosi con questo termine a particolari soluzioni estrose e di movimento plastico che non erano frequenti nella valle.

Ed è per questo particolare che gli studiosi credono che sia intervenuto un artista non del territorio di Belluno, probabilmente uno scultore oppure un pittore, meno probabilmente un architetto. Il resto della villa, invece, ed in particolare modo l’ala rustica, sono di più tradizionale compostezza classica, anche se risolte in modo asimmetrico.

La villa come la vediamo oggi è il risultato del lavoro di Andrea Miari attorno al 1806: egli abitava in questa splendida dimora (ne era il proprietario) e in quanto architetto decise di metterci, come si suol dire, mano. Fu così che il corpo centrale venne trasformato, acquisì un’inconsueta disposizione planimetrica e venne decorato da semicolonne ioniche e corinzie, prolungandosi in un’ala alla quale è addossato un altro edificio di minor altezza: la Barchessa. Sull’ampia scalinata esterna potete vedere lo stemma di Casa Miari, la data del 1806 ed il nome dello scalpellino Giovanni Maria De Vetori. Il giardino che si estende davanti alla Villa ha una magnifica vera di pozzo della fine del ‘600 adornata da un gruppo di stemmi gentilizi.

Una curiosità: tra le piccole finestre quadrate del piano superiore sono state dipinte sette meridiane che segnano l’ora corrispondente nelle principali città europee.  Queste meridiane sono state dipinte nel XIX secolo dal Conte Francesco Miari Fulcis che fu Professore di Geodesia all’Università di Padova.

 

Fonte: Belluno, storia architettura arte, di Gigetto De Bortoli, Andrea Moro e Flavio Vizzuti.

Fotografia di Giorgio Simonetto

 

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Favole al (video) telefono

Le nuove tecnologie si fanno veicolo di emozioni

Domenica 3 aprile alle ore 17 al Teatro Comunale di Belluno con Favole al (Video) Telefono, dal (quasi) omonimo testo per ragazzi di Gianni Rodari, assisteremo a uno straordinario spettacolovincitore del premio Piccoli Palchi 2008 – per una chiusura alla grande della 23 esima Stagione Comincio dai 3 – famiglie a Teatro –, realizzata da Tib Teatro in collaborazione con la Fondazione Teatri delle Dolomiti, per la direzione artistica di Daniela Nicosia.

Una stagione che ha visto avvicendarsi sul palco del Comunale le esperienze più significative di teatro per le nuove generazioni, con spettacoli e compagnie d’eccellenza a livello europeo, e un’alternarsi di ben 16 titoli differenti con più di 20 repliche in teatro e altrettante all’interno delle scuole per il progetto Teatro a Scuola. Una stagione articolata per progetti – da quello sulle dipendenze, al progetto accoglienza e disabilità e ancora quello sulla letteratura, storia e arti visive – che quest’anno ha riservato un’ampia offerta per tutte le scuole dall’infanzia fino alle estese, partecipate proposte per le scuole superiori.

Otto gli spettacoli domenicali per le famiglie che si concludono appunto con il delicato Favole al (Video) Telefono.

A nanna si va volentieri solo accompagnati da una storia, magari raccontata da mamma e papà, questo il desiderio di Sofia e Giacomo, ma se mamma e papà fanno gli attori e viaggiano sempre per lavoro? Allora non resta che ricorrere alle Favole al (Video) Telefono, che con infinito amore Carlo e Paola, i veri genitori – anche protagonisti e autori dello spettacolo – raccontano ai loro figli. Uno spettacolo delizioso, pieno di ritmo, musica, creatività, tenerezza, che si ispira alla celebre raccolta di Rodari, mentre ci suggerisce come anche le nuove tecnologie possano divenire mezzo per condividere emozioni. Storie brevi, narrate con piccoli oggetti, biscotti, fiori, cartoline che compongono un delicato mosaico secondo la grammatica della fantasia. Attraverso queste favole si snoda un rapporto delicato e fragile, in cui la distanza amplifica la necessità di scambiarsi esperienza e affetto.

La musica, le immagini costruite sotto gli occhi degli spettatori trasformando semplici oggetti di uso quotidiano in mondi fantastici, il gioco comico degli attori, le gag involontarie degli adulti che cercano di parlare con i ragazzi, la scoperta di territori comuni da abitare insieme, sono le tematiche di questo percorso scritto insieme con i ragazzi e gli insegnanti di diversi laboratori svoltisi durante il 2007 a Udine, Bologna e Mira(Ve).

 

Produzione La Piccionaia

Drammaturgia Carlo Presotto e Titino Carrara

Regia Titino Carrara

Con Carlo Presotto e Paola Rossi

Consulente video Giacomo Verde

Tecnici Pietro Zordan e Luciano Lora

PRENOTAZIONI

PRENOTAZIONI 334-6620926

BIGLIETTI bambini 6 euro – adulti 10 euro

BIGLIETTERIA TEATRO COMUNALE DOMENICA 3 aprile ORE 11-13 E DALLE 15

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The exploration of the mountains

The Pro Loco Pieve Castionese is organizing three evenings in March and April about the mountains.

Three events in March and April to discuss the mountains, this year from the perspective of the explorer. This is the theme of the 2016 edition of the evenings on the mountains organized by Pro Loco Pieve Castionese.

It begins on Thursday March 31, 2016 at 8:45pm in Cirvoi, in the meeting room of the Cooperative, with “The breath of the mountains”, as told by Marco Sala Tuze. Sala Tuze is a mountaineer of “Gruppo Rocciatori Caprioli” of San Vito di Castore and the manager of Rifugio Passo Staulanza at Mount Pelmo, who lives in the mountains and for the mountains.

Through his gorgeous photos, participants will relive the emotions of his climbs in various continents around the world and the dramatic moments he lived through during the Nepal earthquake on April 25, 2015, as he tried to climb Lhotse (8,516m).

The second event is scheduled for Thursday April 7th at 8:45pm, in Castion, at the San Gaetano Theater.  Roberto Ciri will describe “The 3000 meters of the Dolomites at the discovery of common paths.”

Ciri is passionate about the mountains and the history of climbing, in particular the common paths and the historical charm that characterizes them. He is an Academic Member of GISM, who, for 11 years, has managed the website www.vienormali.it and worked with the publisher Idea Montagna to publish various excursion guides and curate the series dedicated to common paths.

The evening with be a sort of voyage to discovery the common paths to the top of the Dolomites, over 3000m high, on which he has written a guide published in 2012 with a second edition in 2014.

The third event will be on Thursday April 14, 2016 at 8:45pm in Castoi, in the meeting room at Circolo Val Cicogna, with “The voice of the mountains” of Francesco Santon, climber, Academic Member of GISM.

Today Salton organizes expeditions and hiking because he has learned how “to listen to the voice of the mountains: that which invites you to go beyond, up to the next adventure.” The author will present 46 years of mountaineering, adventures and exploration in every part of the world: describing a way to go to the mountains that has changed over the years, as have the times, the styles, and the ways of life.

All of the events are free of charge.

 

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L’esplorazione delle montagne

La Pro Loco Pieve Castionese organizza tra marzo e aprile tre serate sulla montagna

Tre appuntamenti tra marzo e aprile per affrontare il tema della montagna, quest’anno con il taglio dell’esploratore. È questo, infatti, il tema delle serate sulla montagna edizione 2016 organizzate dalla Pro Loco Pieve Castionese.

Si comincia giovedì 31 marzo 2016 alle 20.45 a Cirvoi, nella sala della Cooperativa, con “Il respiro delle montagne“ raccontato da Marco Sala Tuze. Sala Tuze è un alpinista del “Gruppo Rocciatori Caprioli”  di San Vito di Cadore e gestore del Rifugio Passo Staulanza al Monte Pelmo, vive in montagna e per la montagna.

Con delle splendide immagini farà rivivere ai partecipanti l’emozione delle sue scalate nei vari continenti del mondo e i momenti drammatici vissuti in Nepal durante il terremoto del 25 aprile 2015 mentre tentava la salita del Lhotse (8.516 m.).

Il secondo appuntamento è fissato per Giovedì 7 aprile a Castion, al Teatro San Gaetano, giovedì 7 aprile 2016 alle 20.45 quando Roberto Ciri racconterà “I 3000 delle Dolomiti alla scoperta delle Vie normali”.

Ciri è appassionato di montagna e di storia dell’alpinismo, in particolare di vie normali per il fascino storico che le caratterizza. Socio Accademico del GISM, da 11 anni gestisce il sito web www.vienormali.it e collabora con l’editore Idea Montagna con cui ha pubblicato diverse guide escursionistiche e per il quale cura la collana dedicata alle vie normali.

La serata è  una sorta di viaggio alla scoperta delle vie normali alle cime dolomitiche oltre i 3000 metri di altezza su cui ha scritto una guida pubblicata nel 2012 con una seconda edizione nel 2014.

Il terzo appuntamento è giovedì 14 aprile 2016 alle 20.45 a Castoi, nella sala del Circolo Val Cicogna, con “La voce della montagna“ di Francesco  Santon, alpinista, Socio Accademico del GISM.

Salton oggi organizza spedizioni e trekking perché ha saputo “ascoltare la voce della montagna: quella che invita ad andare oltre, fino alla prossima avventura”. L’autore presenterà 46 anni di alpinismo, avventura ed esplorazione in ogni parte del mondo: racconto di un modo di andare in montagna che negli anni è cambiato, come sono cambiati i tempi, le mode, gli stili di vita.

Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.

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Una Pasqua ricca d’eventi sull’Alpe del Nevegal

Il lungo weekend di Pasqua è pieno di imperdibili eventi: dai cicchetti in cresta di venerdì 25, alla Ski-test Atomic di sabato e la festa di fine stagione di Pasquetta, in concomitanza con la prima edizione della rocambolesca Nevegal Cannonball Race! 

L’Alpe del Nevegal si riempie di eventi in occasione del weekend di Pasqua che quest’anno coincide con la fine della stagione invernale. Si comincia venerdì 25 marzo con i tradizionali “Cicheti in Cresta”: una giornata in cui lo sci e la buona cucina la faranno da padroni, con la possibilità – a soli 39€ – di acquistare lo skipass giornaliero e di degustare gli ottimi assaggi proposti dai rifugi e ristori del Colle, tra i quali polenta e seppioline, sarde in saor, capesante con purè, polpo con carciofini e polenta e s’cios con calice di vino abbinato!

In serata si potrà assistere alla fiaccolata di fine stagione – dalle ore 19 -, con i maestri della Scuola di Sci e gli appassionati, concludendo con l’ultimo appuntamento della stagione con lo sci in notturna: dalle ore 20 “Coca Bassa” illuminata!

Nella mattinata di sabato – 26 marzo – vi sarà poi la possibilità di prendere parte alla Ski-test Atomic in piazzale. E, per trascorrere un’indimenticabile Pasqua in famiglia, apertura completa del comprensorio anche domenica 27 marzo!

Per lunedì 28 invece è in programma l’imperdibile festa di fine stagione: dalle 12 diretta con Radio Belluno e DJ set, in concomitanza con la prima edizione della Nevegal Cannonball Race: una competizione goliardica che prevede la discesa della “Coca Bassa” con qualsiasi mezzo! Le iscrizioni sono aperte, per informazioni info@alpedelnevegal.it / 0437 907106 o visitare il sito dell’Alpe del Nevegal. Durante l’evento sarà in funzione un fornitissimo chiosco!

Vi aspettiamo sul Colle!

Credits foto copertina: M. Rossa

Cicheti in Cresta28marzo1