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Visite guidate a Belluno

Visite guidate a Belluno, alla scoperta della città: tre appuntamenti in compagnia della guida turistica Marta Azzalini per conoscere gli angoli più suggestivi ai piedi del Serva.

Borgo Piave – 4 luglio, ore 17.00

Il primo appuntamento con le visite guidate a Belluno consiste in una bella passeggiata dalle mura della città fino all’antico porto.
Uno sbocco sul fiume Piave utilizzato nel corso dei secoli passati per il commercio legato alle attività manifatturiere collocate nel piccolo borgo: zattieri, falegnami e fabbri erano infatti gli artigiani più attivi di Borgo Piave.

Belluno inedita – 18 luglio, ore 17.00

Belluno sotto un altro punto di vista, inedito e dato spesso per scontato capace però di regalare grandi emozioni.
Una visita guidata  a Belluno per soffermarsi ad osservare il profilo della città con occhio attento alle fucine, ai canali, ai campanili e alle mura tra i due borghi principi di Belluno.

Borgo Prà – 8 agosto, ore 17.00

Nato sulle rive dell’Ardo, Borgo Prà raccoglie arte e tradizione: qui sorsero botteghe artigiane dedite alla lavorazione del ferro e dei metalli, accanto a deliziose chiesette, fontane e ponti.

 

Per partecipare alle visite guidate basta iscriversi presso il Centro Culturale Piero Rossi, in Piazza Piloni, dove sono anche fissati ritrovi.
Per avere maggiori informazioni vi consigliamo di contattare il Centro telefonando ai numeri: 0437.27030 – 392.0402834, oppure inviando una mail all’indirizzo: centroculturale@dolomitipark.it.

piazza martiri forma ellisse
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Perché Piazza dei Martiri a Belluno ha la forma di un’ellisse?

Vi ricordate il nostro post “Le dieci cose che forse non sapete su Belluno?” Beh ne abbiamo scoperta un’undicesima: perché piazza dei Martiri ha la forma di un’ellisse.

Abbiamo deciso di indagare sul Liston dopo aver letto i commenti lasciati dagli amici della nostra pagina facebook che hanno stuzzicato la nostra curiosità, chiedendoci se fossimo a conoscenza del motivo per cui la nostra bella piazza ha questa particolare forma.

Indagini d’archivio tra polvere e antichi documenti, lunghi scavi nella memoria che ci hanno riportato indietro fino ai giorni delle elementari, quando le nostre maestre ci raccontavano le vicende del passato bellunese, il tutto condito da complicati calcoli di ingegneria, ci hanno portato a scoprire l’arcano mistero.

Perché Piazza dei Martiri a Belluno ha forma ad ellisse?

Nel passato in cima alla torre del castello di Belluno, collocato in posizione sud-ovest, alla destra dell’odierno palazzo delle Poste, c’era un cannone capace di sparare in direzione della piazza, con un’ampiezza massima di tiro di 90 metri.

Come ci racconta Marco Perale, il Campedel era parte del terreno attorno alle mura che veniva tenuto sgombero per motivi tattici come servitù militare. In tempo di pace era coltivato a orti (da cui il nome di “campicello”) mentre, in caso di guerra, era lì che si accampavano gli assedianti nemici, e tutti coloro i quali non potevano varcare le mura. Gli accampamenti venivano allestiti nel punto più ampio dell’ellissi, esattamente a 92 metri dalla torre, e quindi non potevano venire raggiunti da eventuali cariche!

… Almeno fino a quando non fosse stato installato  sulla torre un cannone più potente.

Belluno City Pass
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Belluno City Pass

Belluno City Pass, cosa offre?

Belluno City Pass è la card che permette di visitare la città di Belluno, costa solo sei euro e regala tanti vantaggi ai turisti che scelgono Belluno per le loro vacanze.

Parcheggio gratuito: la card regala 72 ore di parcheggio gratuito a Lambioi, dal momento in cui lasciate la vostra automobile.
Il parcheggio di Lambioi è molto comodo perché permette di raggiungere il centro cittadino in pochi minuti, appraffittando delle utili scale mobili che vi portano direttamente in piazza Duomo.

Museo Civico: per i possessori della Belluno City Pass l’ingresso al museo Civico di Belluno è completamente gratuito.

Mostre ed eventi: Con la Belluno City Pass si può usufruire di sconti per gli ingressi a mostre ed eventi organizzati dal Comune.

Servizi turistici: la card turistica permette di avere sconti ed offerte speciali per i principali servizi turistici e presso negozi, ristoranti e attività sportive e tempo libero.

Come, dove, quanto?

La Belluno City Pass è acquistabile presso gli uffici di informazione turistica del comune di Belluno che si trovano in piazza Duomo, proprio cima alle scale mobili del parcheggio di Lambioi.

La card ha validità di 72 ore dal primo ingresso nel parcheggio di Lambioi e per ottenere le agevolazioni per le quali è stata creata, basta esibirla all’ingresso del museo e delle altre strutture convenzionate: scopri quali sono, consultando questo elenco.

Se state cercando qualche dritta su cosa vedere a Belluno non perdetevi l’intervista di Adorable Belluno ad Andrea Pizzato, blogger di viaggi e amante della montagna.

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La magia di San Giovanni Campanot

Una storia di fuoco e di acqua, di sogni e di desideri. 

Molti di voi sanno che da venerdì 19 a domenica 28 giugno ci sarà la famosa Festa di San Giovanni Campanot a Castion, l’evento che apre l’estate bellunese con un programma più ricco e più invitante di sempre!

Quello che invece forse non tutti sanno è che questo evento è avvolto da un alone di magia e di mistero.

Cosa c’entrano l’acqua e il fuoco con la festa di San Giovanni?

Ve lo spieghiamo subito.

Dovete sapere che esiste un rito antichissimo, magico e propiziatorio, che veniva svolto proprio nella notte di San Giovanni.

Si racconta che in tempi antichi, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, gli abitanti di Castion si recassero di notte a raccogliere alcune piante ed erbe speciali intrise di rugiada, simbolo di purificazione.

Dopo averle raccolte, i castionesi raggruppavano le piante vecchie e rimaste inutilizzate e ne facevano un falò, altro simbolo di purificazione.

Questo falò, però, in realtà era magico: si narra che a chi lo saltava venisse concessa la possibilità di cambiare vita e che tutti i suoi sogni venissero realizzati. Immaginatevi quindi queste persone in fila dietro il falò, tutte con gli occhi chiusi e intente ad esprimere i loro desideri fino al momento di fare un bel salto, col cuore pieno di speranza per l’avvenire e con la certezza che dopo quel gesto avrebbero per sempre cambiato vita.

Ma le piante raccolte nel corso della notte, vi starete chiedendo?

Beh, veniva preparato il cosiddetto “mazzetto di San Giovanni” composto in particolare da nove erbe, tra le quali non doveva assolutamente mancare l’iperico. Una volta preparato il mazzetto, esso veniva riposto con cura sotto il cuscino. Dormendoci sopra era possibile riuscire ad acquisire un dono magico: la facoltà di avere sogni premonitori.

Che dire amici di Adorable, è una storia di magia che arriva da lontano e che ci porta anche lontano: ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio, alimenta la nostra fantasia e arricchisce la nostra sensibilità. Ma e se fosse vero? Se con questi semplici gesti i nostri desideri si realizzassero? Se potessimo prevedere il futuro?

Alla fine, tentar non nuoce.

 

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A lenda da Mazarol

Hoje queremos-lhe contar um conto de fadas sobre uma personagem curiosa que faz parte da cultura local: estamos a falar de Mazarol.

Quem é Mazarol? Uma criaturinha travessa que habita as florestas das Dolomitas: é todo vermelho, salta aqui e acolá pelas áreas protegidas e aparece quando menos esperamos. Tem um casaco turquesa, um chapéu vermelho e tamancos de madeira e tem o poder de derrubar em estado de esquecimento alguém que pise as suas digitais.

Mas porque razão Mazarol é tão popular em Belluno?

Bem, acomode-se e leia esta linda história.

Era uma vez uma linda menina que vivia numa pequena aldeia no Valbelluna, e que um dia decidiu ir recolher bagas maduras e suculentas. Acidentalmente, a bela donzela inclinou a sua perna bem em cima de uma impressão de Mazarol e assim que o fez, uma força inexplicável levou-a a correr pela floresta, até chegar a uma pequena caverna.

Dentro da caverna estava Mazarol que prontamente à espera, deu as boas-vindas e aproximou-se dela: olhava-a diretamente nos olhos e respirava suavemente em seu rosto; ao fazê-lo, a menina esqueceu tudo o que sabia: de onde veio, quem eram seus pais, seu próprio nome, todo o seu passado.

Meses se passaram em paz: a doce menina passava seus dias a limpar e arrumar a caverna, e em troca o Mazarol lhe ensinou a arte preciosa de fazer queijo. Explicou-lhe como fazer manteiga, depois ricota e mais tarde ensinou-lhe a fazer queijo e então enquanto o tempo passou, a bela donzela tornou-se uma excelente reprodutora de produtos lácteos.

Um dia, no entanto, Mazarol decidiu que era hora da menina o ajudar a pastar: Então trouxe-a ao ar livre, prados de montanha e ordenou-a a cuidar dos animais, no entanto muito atento para não perder nem um capítulo; a menina, feliz, despreocupada e finalmente ao ar livre, caminhou a seguir os rebanhos, quando de repente se deparou com um afloramento de rocha da qual pode ver todo o vale. E adivinhem? Nesse momento viu sua aldeia, reconheceu-a e o feitiço magicamente desapareceu. A igreja, sua casa, os prados, a praça e juntamente com estas imagens a recordação de seus pais, seus amigos voltaram à mente com uma clareza desconcertante.

Foi assim que começou a correr em alta velocidade em direção a sua casa, sem prestar atenção a Mazarol, que gritava como um louco para impedi-la. Para convencê-la a voltar, prometeu que se ela ficasse com ele, iria ensinar-lhe a remover a cera do soro, mas a menina não se convenceu e correu para abraçar os seus entes queridos.

Chegando ao seu país contou a sua aventura incrível; houve uma grande festa em sua homenagem e a bela donzela ensinou os seus companheiros aldeões a arte de fazer queijo: manteiga, queijo, ricota e todos os deliciosos produtos locais.

E como faço para remover a cera do soro, pergunta? Não lhe podemos responder porque não sabemos. O único conselho que podemos dar é que comer um grande pedaço de queijo de Belluno, irá confortá-lo!

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Die Legende vom Mazarol

Heute wollen wir euch ein spannendes Märchen über eine der ungewöhnlichsten Persönlichkeiten der Belluneser Kultur erzählen: die Rede ist vom Mazarol.

Wer der Mazarol ist? Er ist ein schelmisches Wesen, das die grünen Wälder der Dolomiten bewohnt. Er ist rot und hüpft in den Waldlichtungen umher und erscheint immer in genau dem Moment, wenn man am wenigsten mit ihm rechnet. Er trägt außerdem türkisfarbene Kleidung, einen roten Spitzhut und Holzschuhe und wird man von ihm berührt, so fällt man in einen Zustand des Vergessens.

Aber was ist der Grund, dass der Mazarol bei den Bellunesern so berühmt ist?

Wir verraten es euch, macht es euch bequem und lest seine schöne Geschichte.

Es war einmal ein wunderschönes Mädchen, das in einem kleinen Dorf im Valbelluna lebte. Eines Tages beschloss das Mädchen, in den Wald zu gehen, um dort die saftigen, reifen Früchte zu sammeln. Zufällig setzte das Mädchen seinen Fuß genau in einen Fußabdruck des Mazarol und bevor das Mädchen es sich versah wurde es von einer unsichtbaren Macht dazu gebracht, bis zu einer kleinen Höhle durch den Wald zu laufen.

Im Inneren der Höhle war der Mazarol, der das Mädchen, ganz so als hätte er auf es gewartet, sofort begrüßte und sich ihm näherte: Er schaute ihm direkt in die Augen und pustete ihm sanft ins Gesicht. Daraufhin vergaß das Mädchen alles, was es gewusst hatte: woher es kam, wer seine Eltern waren, seinen Namen und seine Vergangenheit.

So vergingen die Monate und das Mädchen verbrachte seine Tage damit, die Höhle zu putzen und rein zu halten und im Gegenzug lehrte der Mazarol das Mädchen in der wertvollen Kunst der Käseherstellung. Zunächst zeigte er ihm, wie man Butter herstellte, dann Ricotta, und an einem anderen Tag schließlich, wie Käse hergestellt wurde. So verging die Zeit und aus dem Mädchen wurde zu einer exzellenten Käserin.

Eines Tages beschloss der Mazarol, dass es Zeit wäre, dass das Mädchen ihm auch bei der Bewirtschaftung der Weiden half: Er führte es nach draußen auf die Bergweiden und trug ihm auf , die Tiere zu hüten und gut aufzupassen, nicht ein einziges von ihnen aus den Augen zu verlieren. Und so spazierte das Mädchen, glücklich wieder im Freien zu sein, hinter den Herden, bis es einen Felssprung erreichte, von welchem aus sich das gesamte Tal überblicken ließ. Könnt ihr erraten, was nun geschah? Sobald das Mädchen sein Dorf erblickte, erinnerte es sich an alles und der Zauber war gebannt. Es erkannte die Kirche, sein Haus, die Wiesen, den Dorfplatz und mit all dem kamen auch die Erinnerungen an seine lieben Eltern und seine Freunde in aller Klarheit zurück.

Sofort rannte das Mädchen los, ohne auf die verzweifelten Rufe des Mazarol zu hören, der wie ein Verrückter schrie, das Mädchen aufzuhalten. Um es zu überreden doch umzukehren, versprach das Männchen, dem Mädchen auch beizubringen, wie man der Molke das Wachs entziehen konnte, doch das Mädchen ließ sich nicht mehr aufhalten und rannte nur noch, um seine Lieben wieder in den Armen zu haben.

Als es in seinem Dorf ankam erzählte es von seinem unglaublichen Abenteuer und es wurde ein großes Fest zu seinen Ehren abgehalten. Und dann brachte das Mädchen den Dorfbewohnern die Käseherstellung bei: Butter, Käse, Ricotta und all die typischen, köstlichen Produkte der Dolomiten.

Und wie entzieht man nun der Molke das Wachs, fragt ihr euch? Wir können es euch nicht sagen, denn wir wissen es auch nicht. Das einzige, was wir euch als Entschädigung anbieten können ist, ein schönes Stück Belluneser Käse zu essen!

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La leggenda del Mazarol

Oggi vogliamo raccontarvi una bella favola che parla di un personaggio curioso che fa parte della cultura bellunese: stiamo parlando del Mazarol.

Chi è il Mazarol? Un esserino dispettoso che abita i verdi boschi delle Dolomiti: è tutto rosso e saltella di qua e di là per le radure, comparendo quando meno ce lo si aspetta. Ha una casacca turchese, un cappello rosso a punta e degli zoccoli di legno e ha il potere di far cadere in uno stato di oblio chiunque calpesti le sue impronte.

Ma perché il Mazarol è così popolare nel bellunese?

Beh, mettetevi comodi e leggete questa bella storia.

C’era una volta una bellissima fanciulla che viveva in un piccolo paesino della Valbelluna e che un giorno decise di andare a raccogliere dei frutti di bosco maturi e succosi.  Capitò che per sbaglio la splendida fanciulla appoggiò il suo piedino proprio sopra un’impronta del Mazarol e, non appena lo fece, una forza inspiegabile la spinse a correre nel bosco fino a raggiungere una piccola caverna.

All’interno della caverna stava il Mazarol che prontamente, come se la stesse aspettando, le diede il benvenuto e le si avvicinò: la guardò dritta negli occhi e dolcemente le alitò sul viso; così facendo, la ragazza dimenticò tutto ciò che sapeva: da dove veniva, chi erano i suoi genitori, il suo stesso nome, tutto il suo passato.

Passarono i mesi in tranquillità: la dolce fanciulla trascorreva le sue giornate pulendo e sistemando la caverna, e in cambio il Mazarol le insegnò la preziosa arte della caseificazione. Dapprima le spiegò come fare il burro, poi la ricotta, un altro giorno ancora le insegnò a fare il formaggio e così, mentre il tempo passava, la splendida fanciulla diventava un’eccellente caseara.

Un giorno, però, il Mazarol decise che era tempo per la fanciulla di aiutarlo anche nelle faccende del pascolo: così la condusse all’aperto, sui prati di montagna, e le comandò di badare agli animali prestando però molta attenzione a non smarrire nemmeno un capo; la ragazza, felice, spensierata e finalmente all’aria aperta, camminava seguendo le mandrie quando tutto ad un tratto giunse su uno spuntone di roccia dal quale si vedeva tutta la valle. E indovinate un po’? In un attimo vide il suo villaggio, lo riconobbe e l’incantesimo magicamente svanì. La chiesa, la sua casa, i prati, la piazza e assieme a queste immagini il caro ricordo dei suoi genitori, dei suoi amici le tornarono alla mente con una lucidità disarmante.

Fu così che si mise a correre a perdifiato verso la sua casa, senza dar retta al Mazarol che urlava come un pazzo per fermarla. Per convincerla a tornare indietro l’omicciolo le promise addirittura che se fosse rimasta con lui le avrebbe insegnato ad estrarre la cera dal siero del latte, ma la ragazza non si fece tentare e corse ad abbracciare i suoi cari.

Arrivata al suo paese raccontò la sua incredibile avventura; ci fu una grande festa in suo onore e la splendida fanciulla insegnò ai suoi compaesani l’arte della caseificazione: burro, formaggio, ricotta e tutti i deliziosi prodotti tipici del territorio delle Dolomiti.

E come si fa ad estrarre la cera dal siero, vi starete chiedendo? Non possiamo rispondervi perché non lo sappiamo. L’unico consiglio che possiamo darvi è di mangiarvi un bel pezzo di formaggio bellunese per consolarvi!

insalata di polpo
Ricette

Insalata di polpo, sedano e zucchine gialle

Insalata di polpo, sedano e zucchine gialle

Insalata polpo e sedano un classico da portare a tavola durante l’estate e che è perfetto anche per un pranzo veloce fuori dall’ufficio.
Per trasformare un piatto così semplice in qualcosa di speciale basta aggiungere qualche nota di colore: peperoni, ortaggi freschi o come ci consiglia Roberta, delle zucchine gialle.

L’insalata di polpo insomma è un piatto che stimola la fantasia di noi cuochi casalinghi, possiamo mettere un po’ quello che più ci piace in abbinamento al polpo, per creare un piatto unico che si può preparare in anticipo e mangiare fresco, ricco di vitamine.

Ci vuole un po’ per cuocere il polipo e soprattutto per raffreddarlo, calcolate almeno un’ora e mezza di lavoro: Cucina con Rob vi consiglia di cucinarne un po’ di più e mangiarla due volte. Forse non lo sapete ma l’insalata di polpo diventa ancora più gustosa dopo aver riposato qualche ora in frigo.

Insalata polpo, sedano e zucchine gialle – gli ingredienti (per 2)

1 polpo grande

70 g circa di zucchina gialla

2 coste piccole di sedano verde

50 g circa di piselli

30 g circa di pomodori datterino

olio extravergine d’oliva

aglio, prezzemolo, sale e pepe

Insalata di polpo, sedano e zucchine gialle – la ricetta

Portare a bollore una pentola piena di acqua, salarla leggermente e versare il polipo, che deve essere già stato battuto o congelato per essere più morbido. Per far arricciare i tentacoli immergerlo in parte nell’acqua prima di infilarlo tutto, per tre volte.

Lasciare cuocere il polpo circa 40 minuti (10 in più se congelato) e lasciatelo raffreddare nella sua acqua. Quest’ultimo passaggio è tassativo per la morbidezza dell’insalata polpo.

Nel frattempo sbollentare su un’altra pentola con acqua leggermente salata, i piselli per 5-6 minuti. Raffreddarli in acqua fredda per mantenere vivo il colore e scolarli bene.

Tagliare con una mandolina sottilissima la zucchina gialla e tagliare a metà i pomodorini datteri a metà.

Per le coste di sedano verde, se sono piccole, basta tagliarle, se sono grosse e filamentose, meglio togliere con un coltellino dalla base i filamenti più grossi. Solitamente per l’insalata polpo viene usato il sedano bianco che ha un gusto più tenue. Se usate questo ortaggio potete mettere anche 3 piccole coste.

Versare tutti gli ortaggi nella pirofila per il servizio.
Condire con abbondante olio extravergine d’oliva, uno spicchio d’aglio (sbucciato, ma, intero, con uno stuzzicadenti infilato per poterlo recuperare), un po’ di sale fino e un mix di pepe (verde, nero e rosa, il creola) grattato sul momento. Tagliare con un coltello di ceramica (perché non si ossidi e diventi nero) abbondante prezzemolo senza gambi, condire il preparato.
Infine, tagliare a tocchetti di 3-4 cm l’ingrediente principale dell’insalata polpo sedano zucchine gialle: il pesce. Mescolare e se serve aggiustare di olio, sale e pepe.

Servire a temperatura ambiente, conservare in frigo massimo 3 giorni.

Insalata polpo, sedano e zucchine gialle – una dritta

Occhio se usate quello congelato. Come cucinare il polpo congelato? Bastano, di solito, 50 minuti. Attenzione! Potrebbe avere una glassatura esterna per la conservazione fatta di acqua e sale. Meglio scongelarlo un pochino e sciacquarlo almeno con un po’ di acqua fredda prima di immergerlo.