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Costruire un fisciot – Tutorial

La Sagra dei Fisciot si avvicina, ma quanti di voi saprebbero costruire un fischietto a regola d’arte?

Adorable Belluno, con l’aiuto dell’amico Giuseppe De Lazzer, vi propone un tutorial per costruire un fischietto politonale da sfoggiare mentre passeggiate tra le bancarelle del centro di Belluno nel prossimo fine settimana.

 

Come costruire un fisciot

 

Adesso non avete più scuse per costruire il vostro fischietto, liberate la fantasia e buona fischiettata!

 

 

 

 

 

 

 

Serenate al Balcone
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Serenate al balcone

Mancano pochi giorni alla Settimana dell’Amore nella città di Belluno e chissà quante giovani sperano in una serenata sotto la propria finestra.

Giovedì 26 marzo infatti sarà possibile dedicare alla propria dolce metà una serenata d’altri tempi, con la musica e le canzoni di tre gruppi bellunesi. Conosciamoli insieme.

Il Coro Minimo Bellunese

Dal 1961 il Coro Minimo Bellunese racconta, attraverso canzoni popolari e non solo, la storia e le tradizioni del territorio bellunese.
Il coro si è esibito in molte città italiane ed estere, riscuotendo sempre un grande successo.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=106IjnytnaA?rel=0]

 

The Brass Folkers

The Brass Folkers è un gruppo che nasce nel 2012 a Belluno e che gruppo: nove fiati e due percussionisti. Una vera e propria banda, capace di divertire ogni genere di pubblico.
Attraverso cover arrangiate in chiave folk, dance oppure ska portano in giro la loro musica coinvolgendo anche il più serio degli ascoltatori.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=i3VBDEOJN-4?rel=0]

 

Giorgio Fornasier

Se per la vostra serenata al balcone non volete rinunciare alla tradizione bellunese scegliete Giorgio Fornasier che, pizzicando le corde della sua chitarra, sa regalare momenti di dolcezza e divertimento nel rispetto del folklore della nostra provincia.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=O_ZgpEjLvoM?rel=0]

 

Domi – Tan

Domi-Tan è un trio femminile che avvolge in atmosfere suggestive e cariche di fascino chiunque le stia ad ascoltare.
Musiche soavi e dolcissime sanno creare il sottofondo magico per ogni dichiarazione d’amore.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=YHogWXhNHIU?rel=0]

 

Che cosa state aspettando allora? Scegliete il gruppo che preferite e prenotate la vostra serenata scrivendo una mail a: cultura@comune.belluno.it

Alvaro Bari - Un pilota veneziano nella Resistenza feltrina
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Alvaro Bari – Un pilota veneziano nella Resistenza feltrina

Alvaro Bari – Un pilota veneziano nella Resistenza feltrina

La vita e le imprese di un ragioniere veneziano, tenente pilota e comandante partigiano che dalla Laguna Veneta si spostò nel feltrino per partecipare alla Resistenza, vengono raccontate nel libroAlvaro Bari, un pilota veneziano nella Resistenza feltrina”.

Il volume, scritto a due mani da Renato Vecchiato e Aurelio De Paoli, è un viaggio nel passato, descritto grazie a lunghe ricerche tra il tribunale militare di Verona, l’Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea e l’Istituto Colotti di Feltre, oltre alla raccolta di numerose testimonianze.

In queste pagine viene ricostruita la vita di Alvaro Bari, conosciuto dai suoi compagni con il nome di Giordano, oppure Cristallo, componente della Resistenza dal 20 ottobre 1943 tra Feltre, Croce d’Aune, Fonzaso e Lamon, fino alla sua morte, quando una tragica mattina di agosto del 1944 venne catturato durante la sua ultima missione in Primiero, torturato e gettato nel Lago di Busche.

Alvaro Bari – Presentazione del libro

Il libro, pubblicato nel 2014, verrà presentato lunedì 16 marzo alle ore 18.00 presso la Sala Bianchi, nel contesto delle commemorazioni per i tristi avvenimenti del Bosco delle Castagne del 10 marzo 1945 e di piazza dei Martiri del 17 marzo 1945.
Accanto alla storia di Alvaro Bari, vengono raccontate anche quelle di Piuma, all’anagrafe Giorgio Gherlenda, e quella di Nazzari, l’aviere Gastone Velo e con le loro quelle di tanti altri che furono protagonisti della Resistenza.

intervista Adriana Lotto
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Donne e violenza – Intervista alla Prof.ssa Adriana Lotto

Oggi si terrà il terzo e ultimo appuntamento per il ciclo di conferenze “LA VIOLENZA NAZISTA DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE”, organizzato dall’ISBREC con il Comune di Belluno per il 70°anniversario della Liberazione.

La Professoressa Adriana Lotto, una delle più grandi studiose della provincia di Belluno, per l’occasione condurrà la conferenza intitolata “Donne e violenza”, analizzando questo dramma sociale che, purtroppo, occupa ancora oggi gran parte della cronaca quotidiana.  L’incontro si terrà presso l’Istituto di Istruzione Superiore “T. Catullo” alle ore 15.30.

Noi l’abbiamo voluta intervistare e condividiamo con voi la nostra chiacchierata su questo tema che troppo spesso viene  ignorato.

1. La sua conferenza sarà centrata sui momenti cruciali della violenza sulle donne nell’arco del ‘900, e in particolare nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Come si è avvicinata a questo argomento?

Ho cominciato ad occuparmi di storia delle donne agli inizi degli anni Novanta, nell’ambito di alcuni convegni sulla Resistenza. Qualche anno più tardi, assieme a Bruna Bianchi e a Emilia Magnanini dell’Università di Venezia, ho dato vita, dirigendola per quasi dieci anni, alla rivista telematica DEP (Deportate, Esuli e Profughe) nell’ambito della quale mi sono occupata, data la mia conoscenza della storia e della lingua tedesche, delle donne  rinchiuse nei campi di concentramento, in particolare  della specificità della violenza loro inferta.  E da lì ho preso in esame altre forme di violenza come la tortura e lo stupro di massa, e quindi anche il tema della negazione dei diritti, della resistenza e della disobbedienza all’autorità, nonché la riflessione femminista sulla differenza sessuale.

2. La Seconda Guerra Mondiale rappresentò un momento di forte protagonismo per le donne: furono chiamate a interpretare ruoli inediti, a svolgere spesso compiti difficili, a reggere sulle loro spalle il peso della salvezza delle proprie famiglie. A suo parere questa “metamorfosi” portò anche qualche elemento positivo? Cos’ha da dire in proposito?

Uno dei temi a me cari è quello della cosiddetta “resistenza civile” o “senz’armi” che personalmente considero uno dei momenti in cui le donne sono uscite dal dominio del simbolico maschile e hanno tentato vie proprie, autonome, forti del loro sapere e di quello della loro madri. Pur non riuscendo, poi, a elaborare un linguaggio e una visione del mondo che traducesse quella loro straordinaria esperienza, hanno tuttavia gettato i semi di un modo diverso delle donne di stare al mondo che implica anche la questione dei diritti e della democrazia. Non si può chiedere la parità di genere, se questo significa accedere a istituzioni costitutivamente sessiste e omofobe come l’esercito, a circuiti consolidati di violenza che la presenza delle donne non mette certo in discussione. Anzi, bisognerebbe chiedersi se questa uguaglianza non sia in realtà una pari opportunità di uccidere, torturare, sottoporre a coercizione sessuale, come è successo ad Abu Ghraib.

3. Lei parla di quattro tipi di violenza: violenza subita, agita, assistita e rifiutata. Può farci un esempio per ognuna di queste?

Premesso che tutte queste forme di violenza devono essere lette alla luce della costruzione storico-sociale dei rapporti di genere, dentro e fuori del simbolico maschile, e che molto hanno a che fare con il tacito contratto sessuale cui le donne sono state sottoposte, la violenza subita, che è appunto sempre a sfondo sessuale, è quella ad esempio di cui furono vittime le partigiane o le mogli, le fidanzate o le sorelle di partigiani da parte dei repubblichini, ma anche quella inferta su spie dai partigiani stessi. In tempi più recenti lo stupro di massa delle donne bosniache. La violenza agita coinvolge per lo più le ausiliarie italiane della Banda Carità a Padova e Vicenza, ma anche le sorveglianti tedesche del Lager di Bolzano, e oggi le soldatesse di Abu Ghraib, le carceriere americane, le soldatesse curde che combattono l’Isis. La violenza assistita coinvolge chi guarda e non reagisce, quella rifiutata colui che la espunge dal proprio raggio d’azione, consentendone però a volte il dilagare, e infine quella rifiutata in nome di un altro agire che si sottragga a quella logica. Al di là di esempi e definizioni, credo che ciò che contraddistingue la violenza sulle donne è il razzismo e il sessismo ovvero l’idea della donna come essere inferiore e della donna in quanto tale, cioè altro dall’uomo, e quindi senza identità propria. Ciò che invece contraddistingue la violenza esercitata dalle donne è un’idea di parità che conduce all’imitazione, a essere cioè come gli uomini. Ciò che contaddistingue infine la violenza rifiutata è da un lato il ribadimento della propria soggezione che non crea empatia e solidarietà, dall’altro, al contrario, l’affrancamento della donna dal simbolico maschile e l’istintiva ricerca, che non necessariamente respinge l’uso della forza tout court, di modi risolutivi, ricerca che nel periodo considerato non si è però accompagnata, come ho detto sopra, allo sforzo di  elaborare un proprio ordine simbolico come mediazione, cioè traduzione in discorsi e ideologie, di esperienze specifiche.

4. Parliamo dell’attualità. Da un’indagine Istat è emerso che il maggior numero di violenze avviene all’interno delle mura di casa. Ma questo come si sposa con la cronaca di tutti i giorni che indica come un’urgenza prioritaria la violenza ad opera di estranei?

Come ho detto, le donne sono state sottoposte a un tacito contratto sessuale per il quale le violenze dentro le mura domestiche si sono sempre, e continuano ad essere, consumate senza che le vittime vi si sottraggano denunciandole. Ogni violenza non è altro, come ha detto Emma Schiavon, che una ripetizione della ripetizione. Certo è che fa comodo parlare di altre violenze, quelle di cui si rendono responsabili estranei, meglio se extracomunitari. Il fatto è che ancora non si vuole guardare in faccia la realtà e cioè, in questo caso, che anche la famiglia può essere un’istituzione fondata sulla violenza psicologica e fisica, sulla coercizione e sulla sottomissione sessuale. Oggi tutto questo è più visibile perchè l’informazione ne dà conto, perchè le violenze sfociano spesso in barbari assassinii. E questo accade, io credo, perchè si è rotto il contratto sociale e nel disordine simbolico che ne è seguito abbiamo smarrito quello che Luisa Muraro chiama “il senso di un orientamento condiviso” così da lasciare campo libero agli eccessi.

 

venerdìincentrobelluno
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Cosa fare venerdì sera a Belluno?

Venerdì sera a Belluno

Il venerdì sera a Belluno si passa in centro!
Il 20 febbraio il fine settimana si apre con buona musica e degustazioni enogastronomiche nei locali della città.

I locali del centro storico come bar, ristoranti e pizzerie hanno unito le forze per trasformare il venerdì sera in un momento di aggregazione e divertimento per il salotto ai piedi del monte Serva.

Quattordici locali che proporranno musica live e dj set oltre a specialità da leccarsi i baffi.

Venerdì sera a Belluno, cosa fare?

Cosa fare il venerdì sera a Belluno? Senza dubbio non mancano le opportunità.

Dando uno sguardo al programma realizzato da Belluno la Notte si scopre che l’offerta musicale è davvero completa: dal Soul-House-Dub-Afrobeat di Demis e Mole al Bistrò Bembo alla deep tech di giamP all’Astor fino al blues degli Sugar Brown Blues Experience al Manin, dove non mancheranno i cocktail con Marco Uva e Matteo.
Mentre si potranno ascoltare Dino&Luca, stuzzicando al buffet del Deon, Stefano Vendramini all’enoteca Mazzini, The Lipstick Guys al bar Sirena e Tette e l’8 al bar Duomo, poi ancora Mad Carbone all’Opera e Marzio Casagrande all’Antica Scuderia.

Se siete amanti dell’enogastronomia e volete conoscere dei sapori nuovi, non fatevi sfuggire la degustazione di polpettine e merlot bio o prosecco Centore all’Insolita Storia dalle 19:00 alle 21:00, oppure la degustazione di birre estere al Bristot, e ancora il prosecco Astoria con i formaggi del bar Goppion e gli stuzzichini con prosecco del bar Conte.

Per chi invece vuole una serata davvero particolare, l’Antica Birreria Mezzaterra propone una serata LGBTI gender free con spettacolo a sorpresa e la possibilità di scegliere tra due menù: lo small e il medium.

Un programma intenso e variegato, per un venerdì tutto musica e sapore al quale ne seguiranno altri nei prossimi mesi… Stay tuned.

Venerdi-sera-belluno-20-febbraio

 

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I dieci luoghi più romantici di Belluno

Siete degli inguaribili romantici che cercano sempre la cornice perfetta per dolci dichiarazioni? Oppure degli impavidi avventurieri alla ricerca di emozioni adrenaliniche? Belluno ha delle sfaccettature di magia adatte ad ognuno di voi, e San Valentino è l’occasione ideale per conoscerle o riscoprirle. Una città fatta di tramonti infiniti, borghi pittoreschi e montagne incantevoli, di tanto verde e un pizzico d’arte, che non guasta mai.

Bene, e allora cosa aspettate? Non vi resta che leggere la lista dei dieci luoghi più romantici di Belluno, top list realizzata grazie al vostro contributo social, e trasformare il giorno degli innamorati in un momento….:

10 #Avventuroso. Il cielo stellato contemplato dalle casere del Monte Serva è sicuramente una cornice suggestiva e romantica per un rendez-vous a due. Un’escursione sicuramente adrenalinica, specialmente se intrapresa armati di pile frontali e ciaspe. Quando andarci quindi? Quando volete dichiarare amore eterno…

#RicercatoVia Garibaldi, una piccola viuzza dal sapore medievale, dove si affacciano i balconi delle case colmi di fiori colorati. Il luogo acquista sicuramente fascino se romanticamente attraversato abbracciati alla vostra dolce metà, magari mangiando una frittella, per rendere il momento ancora più dolce!

8 #UnconventionalVia San Pietro, una via del centro città non molto frequentata. Cosa fare? Passeggiateci di sera, quando la città è illuminata solo dai lampioni, assaporando l’atmosfera di uno dei quartieri più romantici della città di Belluno.

#CaratteristicoBorgo Pra, in particolare Piazza San Lucano e Via San Giuseppe. Qui gli scorci romantici e gli angoli segreti non mancano. Passeggiate lungo suoi viali mano nella mano: vi sembrerà di camminare in un sogno. Trascorrendo un pò di tempo in questo luogo, non mancherà nessun dettaglio al vostro momento romantico!

#Speciale. Il Nevegal e la sua Casera, una vera e propria terrazza panoramica, meta di tutte le coppie bellunesi da generazioni e generazioni. Che sia estate oppure inverno, il Nevegal è per molti un luogo perfetto dove trascorrere dei momenti indimenticabili. La magia della montagna e i profumi della natura incontaminata sono gli ingredienti perfetti per una ricetta d’amore tutta bellunese.

#Irresistibile. Il Belvedere sul Piave.  Andateci al calare del sole: il tramonto é il momento più magico di tutta la giornata se visto da lì. Se siete fortunati potrete vedere il sole baciare il Monte Avena, tingendo il cielo di rosso. Il luogo ideale per un lungo abbraccio.

#Popolare. Vediamo in maniera particolare quali sono i luoghi del centro che risultano irresistibilmente romantici. Via Mezzaterra e Piazza delle Erbe: una deliziosa piazzetta e la via che l’attraversa, dove gli edifici abbracciano l’area attorno alla fontana, uno spazio raccolto perfetto per un aperitivo a due prima di cena. Grado di romanticismo? 10.

#Suggestivo. Il  centro storico di Belluno merita il podio, a pieno titolo. Citato da moltissimi amici e followers che raccontano come le vie più antiche del centro siano impregnate di quel fascino unico e intramontabile della città vecchia, diventa lo scenario perfetto per il più romantico dei baci.

#Fiabesco. A raggiungere il secondo posto in questa classifica è Piazzetta Santo Stefano. Ingredienti: un parco verde che abbraccia una fontana che sembra disegnata. Sullo sfondo?Una graziosa chiesetta, un panorama mozzafiato ed una gradinata degna di una principessa. Bisogna aggiungere altro?

1 #Poetico. Andate alla Chiesetta di San Liberale. Il luogo più romantico di Belluno è proprio questo, lontano dal centro della città, da dove si può godere di una vista mozzafiato. Ancora più affascinante se visitata la sera, quando le luci delle case, dei negozi e delle strade della Valbelluna si illluminano, regalando un panorama da sogno. A San Liberale, al calar del sole, qualsiasi parola suonerà poetica…

 


 

 

 

 


 

 

belluno, castion, Cultura, eventi

Il Carnevale Bellunese 2015

Tante iniziative per un carnevale all’insegna dell’allegria e del divertimento!

Il fitto calendario del carnevale bellunese va ad arricchire quella spumeggiante allegria e spensieratezza che caratterizza e accomuna tutti i carnevali del mondo.

Ricco di manifestazioni di ogni tipo, il carnevale bellunese propone eventi culturali, serate all’insegna del puro e sfrenato divertimento, prelibatezze enogastronomiche e tanti pomeriggi ricchi di giochi e carri mascherati pensati apposta per i bambini.

Vediamo insieme alcuni dei principali appuntamenti che si svolgeranno in provincia di Belluno nei prossimi giorni, partendo dal carnevale castionese, una vera chicca della provincia di Belluno che vanta una tradizione lunga più di mezzo secolo. Castion propone una grande varietà di eventi, a partire dagli spettacoli teatrali fino alle tombolate, senza trascurare l’aspetto enogastronomico. Il programma completo è consultabile alla pagina www.prolocopievecastionese.it

Un altro degli appuntamenti fissi del folklore bellunese è la Zinghenesta di Canale d’Agordo che si terrà il 15 febbraio a partire dalle ore 14.00 in Piazza Papa Luciani: un vero e proprio tripudio di colori, musica, sapori, balli e sfilate in maschera.  Seguite l’hashtag #zinghenesta per saperne di più!

Il ricco programma del carnevale bellunese prosegue a Sedico, che propone grandiose sfilate di carri di cartapesta e di gruppi mascherati, per la gioia di tutti i bambini, ma non solo.

Da non perdere il carnevale di Sedico dei bambini il giorno domenica 8 febbraio, con la partecipazione di gruppi scolastici e tanta animazione per i più piccoli! Il programma completo alla pagina http://www.prolocosedico.it/index.php

I festeggiamenti continuano con il Carnevale di Sappada che quest’anno si svolge dal 01/02/2015 al 17/02/2015, un appuntamento molto importante per tutti gli abitanti della zona, tanto che la realizzazione delle maschere in legno è una vera e propria arte tramandata di padre in figlio. Uno scenario davvero folcloristico, da non perdere per chiunque ami il sapore delle cose genuine e tradizionali. Maggiori informazioni alla pagina  http://www.sappadadolomiti.com/ita/inverno/tradizioni/tradizione-1.html

Non lasciatevi sfuggire queste manifestazioni della provincia di Belluno, pensate apposta per divertirsi e far divertire.

Perché in fondo, come ci ricorda Charlie Chaplin, chi non ride mai non è una persona seria!

Curiosità, eventi

Giornata della Memoria: per non dimenticare

27 gennaio 1945, le tre del pomeriggio, Auschwitz. Una giornata gelida di un inverno particolarmente rigido. I cancelli del campo di sterminio polacco vengono abbattuti dall’Armata Rossa durante la sua rapida avanzata dalla Vistola all’Oder. A capo del reparto che per primo entrò nel lager il maresciallo Konev.

27 gennaio 1945, le tre del pomeriggio, Auschwitz. Una scritta, “Arbeit macht frei”, accoglie i soldati dell’Armata Rossa. Attraverso i loro occhi il mondo verrà a sapere com’è fatto l’inferno, e non sarà più lo stesso.

27 gennaio 1945, le tre del pomeriggio, Auschwitz. Una liberazione che non ha nulla di gioioso per chi ad Auschwitz è riuscito a non perdere la vita; sono infatti troppi i sentimenti contrastanti dei superstiti, l’umiliazione subita, la follia, la vergogna di essersi salvati, la sfiducia nel genere umano. Primo Levi ce lo racconta bene.

Un orrore che ha toccato tutti, Belluno incluso. Forse non tutti sanno che furono 983 i deportati dalla provincia, di cui 882 nativi e circa un centinaio invece provenienti da fuori. Un quadro articolato e complesso quello della deportazione nel territorio bellunese, come ha spiegato il Professore Enrico Bacchetti dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea- ISBREC, a capo di un progetto di ricerca volto alla ricostruzione della storia di chi, nel territorio bellunese, ha conosciuto la deportazione e la prigionia.

Nel corso della conferenza dal titolo “Verso un dizionario storico-biografico della deportazione nei confini bellunesi”, svoltasi nella sede dell’Archivio di Stato di Belluno il 26 gennaio 2014, il professor Bacchetti ha insistito sull’importanza di studiare il fenomeno della deportazione: “Gli storici si interrogano da anni su quanti effettivamente furono i deportati nella Seconda Guerra mondiale” – dice il Professor dell’ISBEC – “forse 10, o 12 milioni. Ma sono solo cifre che sono frutto di stime, basate sulla lacunare documentazione dei lager”.

Lo scopo di questo lavoro di ricerca è quello di avvicinarsi ai numeri esatti partendo dalla storia locale, per costruire un dizionario storico geografico che si configura come un monumento di carta dovuto a chi pagò un prezzo così alto alla guerra. Da qui l’appello a tutti gli abitanti della provincia di Belluno: collaborate alla costruzione di questa importante ricerca tramite i vostri ricordi legati alle vostre famiglie, ai vostri conoscenti. Solo così si riuscirà a costruire un documento il più possibile completo, che possa dare un’idea precisa del fenomeno della deportazione nella provincia di Belluno.

27 gennaio 2015, Belluno. Un invito a partecipare attivamente, collaborando a tenere sempre viva la memoria della Shoah perché “le cose che si dimenticano” dice Mario Rigoni Stern “possono ritornare”.