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Oltre l’apparenza

La favola di Natale di Monia Barbazza

Ormai faceva parte della città, visto che viveva in centro da quasi un anno.In gennaio, quando era arrivato, aveva trovato rifugio tra le colonne del Comunale, protetto dal freddo da una coperta sbrindellata e dai malintenzionati dai due leoni guardiani, nel tepore della primavera si era spostato sotto porta Dojona, dalla canicola estiva aveva trovato refrigerio fra le panchine accanto alla fontana zampillante. Nell’autunno tiepido, però, si spostava spesso: qualche sera in piazza Duomo, qualche altra in Piazza Mazzini, poi in Piazza Castello, alcune notti in via Mezzaterra e poi non si vide più. Gli abitanti di Belluno, anime scontrose ma generose, si preoccuparono un po’. Qualcuno disse di averlo visto con passo elastico scomparire oltre porta Rugo, qualcuno disse di averlo visto vestito di rosso, qualcuno disse che gli pareva averlo scorto sul greto della Piave che uno strano animale dalle grandi corna che non era un cervo… ma erano voci isolate. Poi non si senti più nulla. La sera del 21 novembre, però, le voci tornarono a rincorrersi: alla luce gentile degli alberi che si accendevano uno dopo l’altro tutti lo videro, ma di sfuggita, come un’ombra che ad uno sguardo più prolungato si dileguava. Passavano i giorni, la temperatura si faceva sempre più rigida, con un venticello sottile che si infilava sotto i cappotti, e la gente che passava per il centro fugacemente si rallegrava che lui non ci fosse a soffrire quel freddo.

Intanto Natale si avvicinava, e la frenesia della ricerca del regalo era sostituita da un nuovo desiderio che nessuno confessava agli altri: fu così che, la notte del 24 Dicembre, gli abitanti di Belluno si avviarono alla chetichella in Piazza dei Martiri e la trovarono gremita. All’improvviso, i loro occhi sorpresi dietro i respiri che si condensavano scomparvero nell’abbagliate luce del maestoso albero che si illuminava e, dalla stella in cima, si staccò una scia luminosa in cui si stagliava dal sagoma del loro mendicante che li salutava gioioso dalla slitta trainata da una renna.