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Alimentazione e Sport

Una nuova cultura del benessere

Quando pratichiamo attività sportiva è molto importante seguire un regime alimentare corretto, anche se non siamo degli sportivi professionisti e facciamo sport soltanto a livello amatoriale.

Ma come fare a capire come dobbiamo mangiare rispetto a quanto ci muoviamo?

Se è vero che tutti noi sappiamo che l’esercizio fisico e l’attività sportiva sono fondamentali per favorire il pieno sviluppo dell’organismo e per mantenere uno stato di salute ottimale a breve e a lungo termine, è vero anche che i messaggi non corretti e/o fuorvianti a cui siamo continuamente sottoposti impediscono un’adeguata consapevolezza sull’importanza dell’alimentazione nello sport.

Spesso infatti sottovalutiamo il ruolo che la dieta ha nello sport: pur non esistendo alimenti miracolosi in grado da soli di migliorare le prestazioni fisiche, si può affermare che, associata ad un allenamento adeguato, una corretta alimentazione consente il massimo rendimento agonistico. E fa vivere meglio.

Domani, sabato 19 settembre 2015 alle ore 10.15 presso il Centro Giovanni XXIII di Belluno si parla di benessere, alimentazione e sport. L’obiettivo dell’incontro organizzato da Contatto è quello di dare informazioni di base relative all’importanza di vedere e seguire l’atleta a 360°, con il supporto di figure professionalmente preparate.

I relatori dell’incontro saranno il Dottor Filippo Ongaro (per anni medico degli astronauti all’ESA, atleta e sportivo appassionato), il Dottor Nicola Sponsiello (responsabile del settore ricerca scientifica Apnea Academy research, scialpinista) e la Dottoressa Chiara Sergotti (specializzata in medicina psicosomatica, maestra di sci e di nuoto).

L’evento è rivolto soprattutto alle società sportive, ai medici e fisioterapisti. agli allenatori e ai personal trainer, ma non solo: l’invito è rivolto a tutti e si terrà sabato 19 settembre 2015 al Centro Congressi Giovanni XXIII a Belluno, alle ore 10.15. 

Info: 88baratto@gmail.com, a.portolan@xauthority

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Quando il volontariato bellunese incontra l’Europa

Il Comitato di Intesa capofila di un progetto Erasmus+ che ad ottobre porterà in provincia 50 giovani da tutta Europa per riflettere sul tema del volontariato attraverso arte e creatività.

Il Comitato d’Intesa ottiene un importante risultato con il finanziamento da capofila di un progetto europeo Erasmus+ che porterà in provincia 50 giovani da tutta Europa. L’iniziativa è uno scambio giovanile (“azione 1”) dal titolo “Sharing common values” che si svolgerà a Belluno presso la Casa per ferie del “Centro Giovanni XXIII” dal 1 al 10 ottobre prossimi. Il progetto è patrocinato dai comuni di Comune di Belluno e Feltre

L’obiettivo è quello di riflettere sul tema del volontariato dando attuazione ai principi dell’anno europeo del volontariato del 2011 secondo un approccio comune europeo. Il progetto prevede una prima fase di individuazione dei valori comuni che guidano a livello comunitario l’attività di volontariato, sperimentando alcune metodologie partecipative come il world cafè, dibattiti e giochi di ruolo. Al fine di diffondere questi risultati si realizzeranno dei prodotti artistici e multimediali (un flash mob in piazza a Belluno, uno spettacolo teatrale e un video) a seguito di un percorso che coinvolgerà i partecipanti in una serie di laboratori creativi, di teatro e di videomaking. Previste anche delle visite sul territorio a Belluno e a Feltre, dove ci sarà una visita guidata il 3 ottobre. Coinvolte, oltre all’Italia che ha una delegazione di cinque persone (alcuni bellunesi, altri dalla provincia di Vicenza e Milano), altre 9 nazioni ovvero Belgio, Grecia, Lettonia, Lituania, Macedonia, Polonia, Portogallo, Romania e Spagna.

«Per la prima volta in provincia di Belluno – commenta il presidente del Comitato di Intesa Giorgio Zampieri – una realtà locale riesce ad organizzare come capofila un progetto Erasmus+. Con quasi 650 domande presentate a livello nazionale per il recente bando dell’azione 1 il Comitato d’Intesa è stato tra i soli 131 enti in tutta Italia ad aver ricevuto un esito positivo, segno quindi della validità di questo progetto. Tra qualche mese si svolgerà questo importante evento che coinvolgerà decine di giovani che soggiorneranno nelle Dolomiti portando le loro esperienze e competenze, conoscendo una delle nostre ricchezze ovvero il mondo del volontariato locale.»

La fase di progettazione e la successiva gestione del progetto è a cura del Centro studi ricerca e progettazione Csv Belluno

Per informazioni: centrostudiricerca@csvbelluno.it 
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Un weekend di musica e amici a quattro zampe

Il 12 e il 13 settembre Belluno si accende con la quarta edizione della Music Marathon in Piazza dei Martiri organizzata dal Comitato di Sole Gocce di Sole ONLUS; un programma ricco e variegato, adatto a tutti quelli che desiderano passare un weekend all’insegna del divertimento e della spensieratezza.

Un sabato di musica, danza e moda

La manifestazione inizierà sabato 12 settembre quando, a partire dalle 17, si alterneranno sul palco allestito in Piazza dei Martiri ben quattro band: i giovanissimi Flashback, a seguire i Crazy Valves, successivamente il gruppo vicentino BandHit e infine i Gran Cafè Italia.

Anche la danza sarà protagonista di questo evento: nel tardo pomeriggio è prevista infatti un’allegra esibizione dei ballerini di DanzaOltre, seguita da una sfilata di moda estemporanea dell’Atelier Raptus & Rose lungo il Liston.

D come domenica, D come Dog Day

Domenica 13 settembre sarà dedicata agli amici a quattro zampe: la giornata inizierà al mattino col concorso cinofilo amatoriale dei cani di taglia piccola, mentre nel pomeriggio il concorso sarà dedicato ai cani di taglia media. La simpatica esibizione è aperta a tutti gli amici cani, senza distinzione di razza ed età!

Nel corso della mattinata di domenica ci sarà anche un’interessante esibizione di soccorso cinofilo e di dimostrazione di condotta cinofila.

Durante tutta la durata della manifestazione sarà possibile ristorarsi presso i chioschi allestiti in Piazza dei Martiri; in caso di pioggia un capannone garantirà lo svolgersi dell’evento.

Lo scopo della manifestazione

La quarta edizione della Music Marathon è organizzata dal Comitato Gocce di Sole ONLUS, da sempre impegnato sul fronte della disabilità, in particolare quella infantile.

I fondi raccolti con l’iscrizione al concorso cinofilo e l’acquisto di gadget e grazie ai chioschi saranno impiegati per aiutare i bambini e ragazzi bellunesi con gravi disabilità che necessitano di attrezzature particolari. 

L’evento è stato reso possibile grazie al lavoro di molti volontari, degli sponsor e degli enti collaboratori: ricordiamo il Comune di Belluno, la Squadra Feltrina Cinofili da Soccorso e la Proloco di Limana.

Per info consultare la pagina Facebook  oppure il sito web Gocce di Sole.

Ospedale San Martino
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La mostra fotografica itinerante per combattere la SLA

Mostra fotografica itinerante per sostenere l’attività dell’AISLA dal 7 al 10 settembre all’Ospedale di Belluno. Al Cinema Italia la proiezione del film il 19 settembre.

L’Associazione Culturale Belluno Ciak, associazione senza scopo di lucro, che ha la finalità di realizzare film promuovendo le immagini del territorio bellunese e della sua gente, ha creato un lungometraggio ispirato al romanzo “Storia del Tempo Inutile (3000 copie vendute in provincia), scritto da Luana Gorza, deceduta nel novembre scorso dopo 10 anni di lotta contro la SLA.

Lo scopo è quello di attirare l’attenzione, ancora una volta, sulle problematiche dei malati di SLA, attraverso la proiezione del film, patrocinato dall’AISLA Onlus (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) e interpretato da attori bellunesi delle principali compagnie teatrali locali, che verrà proiettato al cinema Italia di Belluno il 19 settembre.

Parte del ricavato sarà devoluto all’AISLA Belluno, che opera in favore dei malati e dei loro familiari.

Per promuovere l’iniziativa é stata allestita e verrà esposta in vari punti della città, una mostra fotografica con foto ingrandite di sequenze del film e illustrative di ciò che avviene su un set cinematografico.

La mostra troverà spazio da lunedi 7 a giovedì 10 settembre, lungo il corridoio di collegamento al blocco chirurgico dell’Ospedale “S.Martino” di Belluno.

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As 10 coisas que só alguém que cresceu em Belluno pode entender

Se também cresceu em Belluno e arredores há algum tempo, se vive agora aqui ou se mudou de outros lugares, se ocasionalmente se encontra nas ruas da cidade a pensar “ei, o meu dia não foi assim”, se na sua infância não havia vestígios de smartphones, computadores e tecnologias diferentes, se sabe qual é o jogo de Ròlo e Liston foi a sua rede social favorita, então este artigo é para si.

Adorable Belluno volta com a sua rubrica “As dez coisas”, apresentando As 10 coisas que só alguém que cresceu em Belluno pode entender.

10 #São Nicolau

Como esquecer os momentos de puro terrorismo ligado à chegada desta grande personagem? Durante todo o mês de novembro a 5 de dezembro, qualquer desculpa era boa, porque as mães de Belluno alertavam os filhos: “Se não está bom, não chega São Nicolau”.

9 #Liston

A partir dos 12-13 anos, em suma, a partir dessa idade, onde notamos a existência do sexo oposto, as caminhadas infinitas por Liston, quase consumindo a mesma, era a única maneira de admirar a fauna local.

8 #Espigas de milho

Um dos desportos mais populares do verão: executar com o grupo de amigos do senhor infortunado em exercício, que perseguiu com forcado porque lhe roubaram o milho. Que bom que é assado!

7 #Verão

A casa, no verão, tinha a única função de o hospedar à noite para dormir. Um acessório que é totalmente supérfluo, muito pouco interessante em comparação com prados, bosques, pequenas praças, aldeias e campos, onde pode jogar com amigos jogos muitos diferentes e divertidos.

6 #Festival dos Apitos

O evento do ano, qualquer pessoa afirma que foi mesmo o único festival. Quantas pessoas a circular pelas ruas do centro da cidade e aquela estranha confusão nas barracas. Uma profusão de cores, o bom vestido para a ocasião, a aguardar o resultado da loteria e, se tivesse sorte, escapavam do algodão doce.

5 #Primeira Neve

Primeiros dias de neve incertos, sempre mais frios e sempre mais curtos, que finalmente chega: a primeira neve. E agora existe a necessidade de procurar as melhores pistas, para arrastar o trenó ou o “ferion”, em lugares incrivelmente íngremes, com os pés molhados e a bater os dentes. Mas por outro lado, o que importa? A sensação de escorregar rápido na neve fresca, merecia toda a fadiga gasta!

4 #Campos de futebol

A arte de improvisar campos de futebol em qualquer lugar. O único requisito? Que a superfície fosse o mais plana possível. E então vinham as varas, cascalho, chinelos e assim por diante e assim por diante, para marcar as balizas e os limites do campo.

E agora qual o melhor lugar da estrada? Pois os carros eram poucos e o campo de futebol era sagrado: os carros sabiam e tinham aprendido a desviar-se dos “pequenos campos”.

3 #A velha história

Levante a mão se não nunca ouviu falar: se nasceram e cresceram em Belluno e arredores, isto é praticamente impossível. A frase que representa uma certeza, uma maneira de atacar o botão, a abordagem de todas as avós entre os 70 e 90 anos: “Setu fiol de chi ti bel?”, com o acrescento “strucada de ganassa”.

2 #Rolo

O jogo de sucesso que foi, acima de tudo, os recreios no período da Páscoa. O objectivo era fazer rolar o seu próprio ovo colorido na encosta, para afetar outras pessoas que produziam o famoso “chec” (ruído de tiro) e ganhassem uma oportunidade para um novo lançamento.

Q pista fazia-se com um “cop” ou com uma placa de madeira usada para lavar a roupa, e os corantes para os ovos eram estritamente naturais: por exemplo eles usavam “radicele”, a borra de café e até mesmo as cascas das cebolas.

1# Piave

A “piscina” mais popular da área de Belluno, piscina gratuita, assim se chamava… Piave. Era procurar o ângulo do rio mais apropriado para o mergulho e depois nadar na água que estava sempre fria. Mas a diversão estava garantida!

Tendo sempre em conta, como disse Palahniuk, que “A principal razão porque as pessoas estão a sair das cidades provinciais é que mais tarde podem sonhar em regressar. E o motivo que nos resta é sonhar em sair”, podemos dizer- e estamos bastante confiantes- que crescer em Belluno não era mau de todo!

Vocês o que acham? Contem-nos!

 

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Zehn Dinge, die man nur versteht, wenn man in Belluno aufgewachsen ist

Wenn auch ihr vor einiger Zeit eure Jugend in Belluno und Umgebung verbracht habt, egal ob ihr noch hier lebt oder woanders hin gezogen seid, wenn ihr aber ab und zu durch die Straßen lauft und denkt: „So war das aber zu meiner Zeit nicht“, wenn es in eurer Jugend keine Smartphones, Computer und die unterschiedlichste Technologie gab, wenn euch das Spiel Ròlo etwas sagt und euer liebstes soziales Netzwerk der Liston war, dann ist dieser Artikel hier für euch.

Adorable Belluno ist zurück mit seiner Rubrik „10 Dinge“ und stellt euch heute vor: Zehn Dinge, die man nur versteht, wenn man in Belluno aufgewachsen ist.

#10 San Nicolò

Unvergessen sind bis heute die nicht enden wollenden Tage, in denen man auf die Ankunft des Heiligen Nikolaus gewartet hat. Den gesamten November über bis zum 5. Dezember nahmen die Mütter ihn bei der kleinsten Ungehorsamkeit zur Ausrede und ermahnten ihre Kinder: „ Wenn du nicht lieb bist, kommt der Nikolaus nicht.“

#9 Liston

Ab einem Alter von 12 oder 13, spätestens aber ab dem Moment in dem man sich über die Existenz des anderen Geschlechts bewusst wurde, gab es nichts besseres als den Liston Stunden über Stunden auf und ab zu laufen und die lokale Fauna zu bewundern.

#8 Pannocchie

Eine der gefragtesten sportlichen Betätigungen im Sommer: mit den Freunden vor dem alten Mann mit der Mistgabel flüchten, dem man gerade ein paar Maiskolben geklaut hatte. Geröstet ein wahrer Gaumenschmaus!

#7 Sommer

Im Sommer diente das Zuhause der einen und einzigen Aufgabe, als Aufenthaltsort zum Schlafen zu dienen. Ein eigentlich überflüssiges Accessoire an diesen sorglosen Tagen, gefüllt mit den verschiedensten Spielen mit Freunden auf Wiesen, in Wäldern, auf Plätzen und Hinterhöfen und in den unterschiedlichsten Stadtvierteln.

#6 Sagra die Fisciòt

Das Ereignis des Jahres war das Dorffest. Das Stadtzentrum gefüllt mit Menschen und der verrückteste Trödel in den Verkaufsständen. Eine Pracht an unterschiedlichsten Farben, das beste Kleidungsstück für den besonderen Anlass, das gespannte Warten auf den Ausgang der Lotterie und mit etwas Glück sprang am Ende noch eine Zuckerwatte raus.

#5 Der erste Schnee

Diese Unsicherheit während es mit jedem Tag ein bisschen kühler und dunkler wird und dann endlich ist es so weit: der erste Schnee. Endlich da raus, die perfekten, irre steilen Strecken zum Schlittenfahren finden, nur um mit nassen Füßen und klappernden Zähnen nach Hause kommen. Aber wen interessierte das schon? Die Begeisterung über die rasanten Abfahrten auf dem ersten Schnee war jedes Opfer wert!

#4 Fußballplätze

Spontane Fußballplätze ließen sich an so gut wie jeder Ecke errichten. Einzige Voraussetzung? Eine möglichst gerade Fläche. Die sowie Stöcke, Steine und Schuhe sowie alles andere, das sich zur Kennzeichnung der Tore und der Markierung der Platzgrenzen eignete.

Welcher war dabei der beste Teil der Straße? Egal, die Autos waren wenige und der Fußball heilig: die Autofahrer wussten das und lernten, die Fußballplätze geschickt zu umfahren.

#3 Ohrwürmer

Hebt die Hand, wenn ihr diese Redewendung noch nie gehört habt: für alle, die in der Nähe von Belluno aufgewachsen sind, ist das praktisch unmöglich. Ein Satz, der die perfekte Möglichkeit war, jemanden in ein endloses Gespräch zu verwickeln, ganz nach Art der alten Damen zwischen 70 und 90 Jahren: „Setu fiol che ti bel?“ (frei übersetzt: „Wessen Kind bist du?“) mit anschließender „strucada de ganassa“ (Kneifen in die Wangen).

#2 Ròlo

Das beliebte Spiel das sich zur Osterzeit in allen Hinterhöfen großer Beliebtheit erfreute. Ziel des Spiels war es, das bemalte Ei über das Spielfeld rollen zu lassen, dabei mit dem „chec“ (das Geräusch beim Aufschlag) die Eier der Mitspieler zu treffen und so möglicherweise einen weiteren Schlag zu erzielen.

Die Gleitbahn bestand aus einem sog. „cop“ oder einem Holztisch, der zum Waschen der Kleider verwendet wurde, und die Eier wurden ausschließlich mit natürlichen Mitteln gefärbt: man verwendete dafür beispielsweise Kaffeesatz oder auch Zwiebelschalen.

#1 Piave

Das beliebteste „Schwimmbad“ Bellunos, nicht zuletzt weil umsonst hieß…Piave. Und so machte man sich auf die Suche nach der zum Hineinspringen geeignetsten Stelle und schon konnte der Badespaß in den immer kalten Gewässern beginnen!

Halten wir es mit Worten Palahniuks: „Der Hauptgrund dafür, dass die Menschen die Dörfer verlassen ist, damit sie davon träumen können, in sie zurück zu kehren. Und wer da bleibt, tut es deshalb, damit er vom Weggehen träumen kann“ und stellen fest, dass es gar nicht mal so schlecht war, in Belluno aufzuwachsen.

Was denkt ihr dazu? Erzählt es uns

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Le 10 cose che solo chi è cresciuto a Belluno può capire

 

Se anche voi siete cresciuti a Belluno e dintorni un po’ di tempo fa, se vivete ancora qui oppure vi siete trasferiti altrove, se ogni tanto camminando per le vie della città vi trovate a pensare “eh, ai miei tempi non era così”, se nella vostra infanzia non c’è stata traccia di smartphone, computer e tecnologie varie, se sapete cos’è il gioco del Ròlo e il Liston era il vostro social network preferito, allora questo articolo fa per voi.

Adorable Belluno torna con la sua rubrica “Le dieci cose” presentandovi Le 10 cose che solo chi è cresciuto a Belluno può capire.

10 #San Nicolò

Come dimenticare i momenti di sano terrorismo legati all’arrivo di questo fantastico personaggio? Per tutto il mese di novembre e fino al 5 dicembre, ogni scusa era buona perché le mamme bellunesi ammonissero i bambini: “Se no te sta bon no riva San Nicolò”.

9 #Liston

A partire dai 12-13 anni, insomma da quell’età in cui ci si accorgeva dell’esistenza dell’altro sesso, la camminata avanti e indietro per il Liston, fin quasi a consumarlo, era l’unico modo per ammirare la fauna locale.

8 #Pannocchie

Uno degli sport estivi più gettonati: scappare con la combriccola di amici dallo sfortunato signore di turno che ti rincorreva col forcone perché gli avevi rubato le pannocchie. Che buone però arrostite!

7 #Estate

La casa, d’estate, aveva l’unica funzione di ospitarti la notte per dormire. Un accessorio del tutto superfluo, davvero poco allettante rispetto ai prati, ai boschi, alle piazzette, ai borghi e ai campi in cui giocare con gli amici ai giochi più disparati.

6 #Sagra dei Fisciòt

L’evento dell’anno, qualcuno ci scrive che addirittura era l’unica sagra. Quanta gente in giro per le vie del centro, e che strane cianfrusaglie nelle bancarelle. Un tripudio di colori, il vestito buono per l’occasione, l’attesa per l’esito della lotteria e, se eri fortunato, ci scappava pure lo zucchero filato.

5 #Prima Neve

Giorni incerti, sempre più freddi e sempre più corti, poi finalmente eccola: la prima neve. E allora via a cercare i pendii migliori trascinando lo slittino o il “ferion” in posti incredibilmente ripidi, coi piedi bagnati e i denti che battevano. Ma d’altro canto chi se ne importava? La sensazione di scivolare veloci sulla neve fresca con lo slittino meritava tutta la fatica fatta!

4 #Campi da calcio

L’arte di improvvisare campi di calcetto praticamente ovunque. L’unico requisito? Che la superficie fosse il più piana possibile. E poi bastoni, sassi, ciabatte e chi più ne ha più ne metta per segnare le porte e i confini del campo.

E allora quale posto migliore della strada? Che tanto le macchine erano poche, e il calcetto era sacro: le auto lo sapevano e avevano imparato a schivare i “campetti”.

3 #Tormentoni

Alzi la mano chi non se l’è mai sentito dire: se sei nato e cresciuto a Belluno e dintorni, questo è praticamente impossibile. Una frase che rappresenta una certezza, un vero e proprio modo di attaccare bottone, L’approccio di tutte le nonne comprese tra i 70 e i 90 anni: “Setu fiol de chi ti bel?”, con annessa “strucada de ganassa”.

2 #Ròlo

Il gettonatissimo gioco che si faceva in tutti i cortili in periodo pasquale. Lo scopo era quello di far rotolare il proprio uovo colorato sulla pista, per colpire quelli degli altri producendo il famoso “chec” (rumore del colpo) e guadagnarsi la possibilità di un nuovo lancio.

Lo scivolo veniva fatto con un “cop” o con una tavola di legno usata per lavare i panni, e i coloranti delle uova erano rigorosamente naturali: ad esempio si usavano “radicele”, i fondi del caffè e ancora le bucce delle cipolle.

1# Piave

La “piscina” più frequentata del bellunese, nonché gratuita, si chiamava…Piave. E via alla ricerca dell’angolo di fiume più adatto ai tuffi, e poi grandi nuotate nell’acqua che era sempre e comunque freddissima. Ma il divertimento era assicurato!

Tenendo sempre presente, come dice Palahniuk, che “Il motivo principale per cui la gente se ne va dai paesini di provincia è perché così poi può sognare di tornarci. E il motivo per cui ci resta è per sognare di andarsene”, possiamo dire -e ne siamo abbastanza sicuri- che crescere a Belluno non è stato affatto male!

Voi che ne pensate? Raccontatecelo!

 

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Cultura

La Villeggiatura di Clizia

La Villeggiatura di Clizia

Giuseppe Urbano Pagani Cesa (1757-1835) era un poeta bellunese capace di seguire i tumulti rivoluzionari del suo tempo, raccontando i fatti e le aspettative sue e dei suoi contemporanei, attraverso una copiosa produzione letteraria.
Compose anche un apposito “Inno Nazionale” quando nel 1797 a Belluno venne innalzato l’Albero della Libertà: simbolo dell’ideologia liberale.

Oggi però non vogliamo occuparci dell’uomo impegnato politicamente, fiero difensore di idee e principi, oggi la nostra attenzione si sposta su un sentimento più dolce di quello politico, che risponde ai richiami del cuore e non delle fazioni, oggi parliamo d’amore.

Come ogni poeta che si rispetti anche Giuseppe Urbano Pagani Cesa ha avuto la sua musa, la donna che lo ha ispirato e della quale ha saputo tessere le lodi nel suo poemetto “La Villeggiatura di Clizia”.

La Clizia del poeta bellunese era in realtà la contessa Marianna Alpago Doglioni-Dal Mas, il cui nome viene celato da Giuseppe Urbano che sceglie per lei quello di una ninfa della mitologia greca.
Clizia dopo essere stata ripudiata da Apollo, passò i suoi giorni ad osservare il dio che si muoveva nel cielo. Con il trascorrere del tempo la ninfa venne consumata dal dolore e si trasformò lentamente in un girasole: il fiore che ogni giorno cambia inclinazione secondo il muoversi del sole.

La Villeggiatura di Clizia, il poemetto.

Il poemetto “La Villeggiatura di Clizia” racconta la vacanza del poeta Pagani Cesa presso Mas di Sedico dove egli incontra la contessa che è stata capace di rubargli il cuore.

Un racconto in versi che descrive la disillusone del poeta per una mancata possibilità: le speranze portate dalla Rivoluzione Francese affievoliscono in fretta ed egli sente crescere l’inquietudine dentro di sé.
Solo la compagnia di Clizia e la natura che li circonda e li nasconde, lungo le rive del torrente Cordevole, riusciranno a fargli ritrovare la pace, a fargli apprezzare la bellezza delle cose semplici come il tepore del sole e l’aria frizzante che al mattino sembra svegliarsi con lui.

L’amore per Clizia e la natura nella quale si immerge durante il suo soggiorno presso la dimora della donna, sono per il nostro poeta la migliore cura alle sue frustrazioni: un ritorno ai piacere semplici della vita che curano il suo animo tormentato.

Un ringraziamento speciale a Marco Perale per le informazioni riguardanti la vita di Giuseppe Urbano Pagani Cesa.