La curiosità di oggi riguarda la famosa Fontana di Piazza Duomo, monumento che tutti, bellunesi e turisti, hanno visto migliaia di volte, dal vero o in fotografia. Vogliamo parlarvi di un particolare di questo monumento di cui pochi conoscono la storia, in quanto effettivamente poco nota; stiamo parlando della statua che sormonta il dado di pietra della fontana. Chi rappresenta? Qual’è la sua vicenda?
La statua rappresenta San Gioatà, il martire militare ucciso perché cristiano sotto Diocleziano (inizio IV secolo) in Cireniaca. Il suo corpo arrivò a Belluno nel IX/X secolo, nello stesso periodo in cui arrivarono in Italia quelli di San Marco, San Vittore, San Giorgio e di altri santi martiri africani e mediorientali in fuga da un’islamizzazione sempre più cruenta.
I suoi resti si trovano tuttora nella cripta del Duomo, in una cassa di legno di pero dipinta di verde. Apprendiamo la sua storia dal poema di Pierio Valeriano intitolato “1512 Joathas rotatus”, ossia “San Gioatà alla ruota”, a cura di Marco Perale.
La statua risale al 1461; l’opera fu scolpita da un autore appartenente all’ambito veneziano, in particolare alla scuola del famoso Bartolomeo Bon; non si conosce il nome dello scultore della statua di San Gioatà, ma sappiamo che si tratta del medesimo autore del portale di Santa Maria dei Battuti (oggi collocato nella chiesa di Santo Stefano).
Forse qualcuno si stupirà nell’apprendere che la statua, che dall’alto della fontana domina Piazza Duomo, è in realtà una copia dell’originale. Infatti, sebbene quella fosse la sua posizione originale, in seguito al terremoto del 1873 venne trasferita all’attuale Museo Civico per impedirne un ulteriore danneggiamento; solo nel 1933 venne sostituita con una copia quasi identica alla statua autentica. E fu così che San Gioatà poté di nuovo proteggere, dall’alto della sua posizione privilegiata, la splendida Piazza del centro storico di Belluno.
L’originale dell’opera d’arte si trova al Museo Civico di Belluno; ci teniamo a ricordare che, oltre alla statua, esiste anche un polittico di Simone da Cusighe, risalente alla fine del 1300, che raffigura San Gioatà, anche se, come ci ha raccontato il curatore del museo Denis Ton, è un finto polittico perché realizzato in un’unica tavola. Un’opera affascinate che unisce la cultura giottesca e quella emiliana, con qualche tratto gotico.
Forse adesso che conoscete la storia di San Gioatà e della statua di Piazza Duomo, oltre a passarci davanti rivolgerete un piccolo cenno di saluto a questo personaggio? E andrete a visitare anche l’originale?