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Capodanno 2016 in piazza dei Martiri a Belluno

Eccoci arrivati al consueto appuntamento con la domanda che, di anno in anno, ci guida verso profondi momenti di riflessione e introspezione…

“… ma cosa fai a Capodanno?”

Quest’anno abbiamo una valida risposta, che – siamo sicuri – risolverà non pochi problemi per la vostra serata in compagnia di amici e parenti: il Capodanno 2016 in piazza dei Martiri a Belluno!

 

Programma

Anche quest’anno all’organizzazione dell’evento ufficiale cittadino ci pensa Bellunolanotte, in collaborazione con numerosi sponsor del luogo e le attività commerciali del centro storico che, per l’occasione, resteranno aperte.

Dalle 19 e fino a tarda notte sarà un susseguirsi di musica, balli e animazione sul grande palco allestito in piazza dei Martiri, dove a scandire il passaggio dal 2015 al 2016 saranno presenti i dj del momento: Andrea Parente e Veronica Canal. 

Musica commerciale e anni ’80 trasformeranno il listòn in una discoteca a tutti gli effetti: sarà una vera festa nella quale ci lasceremo alle spalle l’anno vecchio, accogliendo con entusiasmo e qualche buon proposito (tipo tornare in forma dopo le Feste…) il 2016.

Oltre a locali, bar e pizzerie resteranno aperte anche le casette del brulè in piazza, così da scaldare cuori e anime nella notte più lunga dell’anno!

 

Non sentite già nell’aria tutte le emozioni del nuovo anno che sta per arrivare? Un 2016 da vivere, da scrivere, dove in qualsiasi giorno – e in qualsiasi ora – può accadere qualcosa di speciale per le vie di Belluno…

… noi sì, non vediamo l’ora di vivere appieno questo nuovo anno, a cominciare proprio dal Capodanno: vi aspettiamo in piazza e aspettiamo anche il freddo, qualora decidesse di venire a festeggiare insieme a noi!

…E se avete voglia di scatenarvi ballando fino all’alba eccovi qualche consiglio: http://www.bellunolanotte.com/capodanno-in-piazza-2016-a-belluno/

 

 

 

 

 

 

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Babbo Natale è il più magico di tutti

La favola di Natale di Martina

Ci sono talmente tanti bambini che Babbo Natale, da solo, non riuscirebbe a passare nelle case di tutti; è per questo che ha scelto degli aiutanti e qui a Belluno, appunto, c’è San Nicolò che porta i regali.

Però Babbo Natale è il più magico di tutti, perciò se la notte della Vigilia esprimi un desiderio, lui lo esaudisce”. La mia mamma mi spiegava così il conflitto d’interessi fra la notte del 6 e quella del 25 dicembre ed io, schiava degli esami di coscienza già dai tempi dell’asilo, mi scervellavo per poter capire ciò che più desideravo in maniera da esprimere il desiderio migliore. Ho iniziato senza espormi troppo, optando per un remake ad hoc della preghierina della buonanotte: “Babbo Natale fammi crescere una buona e sana bambina”. Solo l’anno successivo decisi per una vera presa di posizione nei confronti del mio futuro: “Babbo Natale, per favore, vorrei tanto un fratellino”.

Un anno, due, tre; al quarto aveva fatto credere di avermi ascoltata, ma niente: tanto che mi convinsi di non essere abbastanza buona per meritarlo. Il tempo intanto trascorreva e si era “grandi” per certe cose, ma in fondo nessuno avrebbe scoperto se il mio desiderio l’avessi espresso ancora. Così ci ho provato anche quel 24, dopo la messa di mezzanotte cantata con i “Minicantori di Bes”. E finalmente è arrivata la conferma che Babbo Natale è magico per davvero. Ammetto che negli anni avvenire, complici l’età, le amicizie e, innegabile, innumerevoli Vigilie passate al banco delle casette dei brulè in Piazza invece che al banchetto della Chiesa, ho dato sfodero alla discutibilità delle mie capacità decisionali. Pertanto Babbo Natale ne ha sentite a iosa: dalla sufficienza in Latino, all’irriducibilità delle amicizie, dalla Champions League, al “Fa che scelga me”.

E la magia di Babbo Natale non ha mai tradito: trascorsi scolastici di tutto rispetto, il dono di meno amici ma sempre più speciali, addirittura un Triplete e… ha scelto un’altra. Babbo Natale è magico e pure saggio: se assieme all’uno è presente pure un due, è inevitabilmente il preludio di una successione ahimè non solo di Fibonacci!

La mia favola di Natale ambientata a Belluno è questa: quella di ogni Vigilia in cui ammetto ciò che vorrei senza timore o vergogna, ci penserà poi Babbo Natale ad aggiustare il tiro e portare solo ciò che potrà essere veramente un dono nella vita!

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Notte di Natale

Il vincitore della prima edizione di Santa Claus is coming to town è la Classe IV della Scuola Primaria Mur di Cadola con la favola “La notte di Natale”

 

Babbo Natale come ogni anno, la notte del 24 dicembre, sorvolava Belluno.

Quella notte magica però le renne persero l’equilibrio e la slitta precipitò, schiantandosi vicino alla casa di Davide. I suoi genitori dormivano e Davide uscì dalla dimora per vedere cosa fosse successo. Non credeva ai suoi occhi! Babbo Natale, proprio a Belluno! Impossibile!

“Oh oh oh, sei bravo in meccanica?” chiese Babbo Natale.

“Si, abbastanza. Mi hai portato il Lego Technic lo scorso anno!” rispose Davide.

“Allora se mi aggiusti la slitta, in cambio ti farò passare una fantastica notte di Natale.”

Il ragazzo annuì, prese la cassetta degli attrezzi e si mise al lavoro.

Una volta finito, Babbo Natale fece salire il bambino sulla slitta e partì. Davide era emozionatissimo non vedeva l’ora di spiccare il volo e lanciare regali nei camini delle case.

Volavano, volavano alti nel cielo, c’era la luna piena, per Davide sembrava immensa da lassù…

Era una notte fantastica! Però l’alba stava per arrivare e, una volta finito di depositare i pacchi a Belluno, Babbo Natale portò a casa Davide che andò subito a dormire.

La mattina, quando si svegliò, corse a guardare sotto l’albero di Natale dove trovò la macchinina radiocomandata che desiderava tanto. Quindi esclamò: “ QUESTO E’ IL MIGLIOR NATALE DEL MONDO!!”

 

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Un Natale speciale

La favola di Natale di Michaela Cinkova

C’erano una volta due ragazze di nome Miky e Lisa. Entrambe amavano il Natale. Con l’avvicinarsi di questa meravigliosa festa, tutte e due contenevano l’entusiasmo a fatica. Le due fanciulle vivevano a Belluno. Già da metà Novembre c’erano alberi di Natale dietro ogni angolo e le due amiche aspettavano con ansia che ci fossero decori natalizi dappertutto. Il Natale è il periodo più magico di tutto l’anno.

Tutti dovrebbero aprire i propri cuori, perdonare i torti subiti, lasciarsi trasportare dall’incantevole armonia ed essere più affettuosi. Purtroppo la Terra non sembrò favorevole a quell’idea e colpì Belluno con un violento terremoto. Per fortuna non ci furono vittime ma a tutti passò lo spirito natalizio che venne sostituito dall’ansia e dalla tristezza. Sembrava che quell’anno il Natale non si sarebbe festeggiato. Un giorno alle due amiche venne un’idea. Avrebbero potuto invitare tutti in Piazza dei Martiri e coinvolgerli in uno spettacolo preparato da loro due. Volevano trasmettere il vero senso del Natale,cioè far felice una persona con un pensiero che provenisse dal cuore. Così, si misero al lavoro e dopo diversi pomeriggi passati insieme a preparare tutto con cura, arrivò finalmente il grande giorno. Le due fanciulle decisero che tutto si sarebbe svolto la sera della vigilia in modo che tutte le persone, contagiate dalla magia e dalla felicità,potessero mangiare insieme il pranzo di Natale. Lisa iniziò a suonare “Happy Xmas” al piano e le parole cantate da Miky sciolsero tutti i cuori presenti. Alla fine della serata tutti gli abitanti ritrovarono la speranza, la fiducia e lo spirito natalizio perduti.

Le due amiche si abbracciarono soddisfatte, con il sorriso dipinto sul volto e come per magia iniziarono a cadere lentamente piccoli fiocchi di neve.

 

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Babbo Natale a Belluno

La favola di Natale di Serena Savi

Babbo Natale arrivò a Belluno per il consueto giro di distribuzione dei regali.

Mentre stava visitando la casa di Michelino, la sua renna se ne andò per fare una passeggiata per la città con il micio del piccolo. Il bambino e Babbo Natale decisero quindi di cercare i due fuggiaschi. Arrivarono al parco Città di Bologna, vi trovarono solamente un folletto tutto rosso, era il Mazarol!

Michelino non ne aveva mai sentito parlare. Egli gli spiegò chi fosse, gli raccontò del dispiacere che provava dato che nessuno credeva più in lui. Infine disse loro di aver visto i due animali dirigersi verso le rovine del Castello. Giunti sul luogo, i nostri eroi videro un fantasma, il quale raccontò loro la propria storia. Aveva deciso di trasferirsi a Belluno dal Regno Unito, perché la roccaforte in cui viveva aveva troppi spifferi. In seguito disse loro che aveva visto i due malandrini dirigersi verso la stazione, quindi li salutò. Arrivati al parco della stazione incontrarono la strega Amaranta, la donna gli raccontò di abitare proprio lì, ma di essere molto delusa, dato che un tempo tutti la temevano, ora invece nessuno sapeva della sua esistenza. Successivamente, la maga confermò di aver visto le due bestiole e di averle sentite dire di voler cercare la Befana, quest’ultima infatti viveva in incognito vicino Piazza dei Martiri.

A Babbo Natale la notizia non piacque per nulla, infatti la donna era stata sua fidanzata durante le guerre napoleoniche. Lei però lo aveva lasciato per San Niccolò. Lui per ripicca aveva messo in giro dei pettegolezzi su di lei, dicendo che fosse talmente cattiva da trasformare in “zoc” tutti i bambini che l’avrebbero aspettata svegli. Arrivati a casa della donna, i nostri eroi ritrovarono i lori amici e li rimproverarono.

Alla fine tutto si risolse al meglio. Babbo Natale poté terminare il proprio giro di visite e Michelino tornò a casa con il micio, senza che i suoi genitori venissero a scoprire nulla.

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Tutti, abbiamo bisogno di credere alla magia del Natale

La favola di Natale di Tatiana

C’era una volta….in una casa ai piedi del Nevegal, poco lontana dalla chiesa di San Mamante, una coppia di fratellini. Alice aveva 8 anni e credeva alle favole…Tommaso,ne aveva 6 e non credeva a nulla, fin quando una sera di Natale…Un minuscolo pettirosso bussò con il beccuccio sul vetro della loro cameretta. Alice corse alla finestra e l’aprì, Tommaso si svegliò vedendo la sorella vestirsi in fretta, e le chiese dove stesse andando.“Sciii,vado alla chiesa di San Mamante, fai silenzio” rispose. E Tommaso le chiese il perché…“Perché il pettirosso mi ha detto di seguirlo fin lì, te lo dicevo io che la notte di Natale gli animali parlano con i bambini!” Ma io non ci credo…disse Tommaso, “allora seguimi”, rispose Alice. E si incamminarono in silenzio, mentre tutti in casa dormivano profondamente.

Arrivati alla chiesetta,e trovando il pettirosso su di un ramoscello di pino, i due fratellini furono accolti da un magnifico corteo di animali: un leprotto ed una volpe, un lupo ed un giovane cervo. Alice stupefatta, disse, “vedi…la notte di Natale sono tutti amici!” Il giovane cervo si avvicinò e porse ai bambini un piccolo cesto, dicendo loro che al suo interno c’erano i regali che avevano chiesto. Alice, prese il cesto ringraziando il signor cervo. Fu così che i due fratellini accolti da stupore e gioia, trovarono al suo interno,i biscotti alle noci della nonna Lisa,due burattini di legno fatti dal nonno Peppe,e un guinzaglio di cuoio come quello del loro cagnolino Teo…tutti se n’erano volati in cielo mesi prima.

Presero il cesto, salutando il corteo di animali, e tornando verso casa, mentre iniziava a nevicare, Tommaso chiese a sua sorella che cosa avesse desiderato, Alice rispose, che voleva sapere che i suoi cari volati via stessero bene, e che i biscotti e i burattini erano un segno che così era, e il guinzaglio, significava che Teo correva libero e felice. “E tu, Tommaso?” Io?? Rispose lui…Io,avevo chiesto di credere.“E ora credi?”Chiese Alice…Si, rispose lui: ora Credo.

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Una valigia di legno nella notte di Natale

La favola di Natale di Livio Casagrande

“Una valigia di legno!” esclamò Anna, tanta era la sua meraviglia per quella scoperta. La valigia era vicino alla scatola con le statuine del presepio, quelle di una volta, quelle di gesso, un po’ rovinate qua e là.

“E dentro la valigia ci sarà qualcosa?” – si domandava Anna – e poi, di chi sarà stata?”

Presa dalla curiosità, l’aprì e trovò due statuine del presepe e una foto con un gruppo di persone. Le statuine di gessorappresentavano due donne, una con le galline attorno ai piedi e l’altra con una cesta di panni al fianco.

Era la vigilia di Natale e tutto il materiale per costruire il presepe era già stato preparato assieme a muschio nuovo raccolto in campagna e a pezzi di legno per costruire la grotta e le montagne. Che mancassero due statuine nessuno se n’era accorto.

La sorpresa più grande per Anna fu quando prese in mano le due “donne” che iniziarono a raccontarle una storia, la storia di un altro Natale. Maria, la donna con la cesta di panni, le rivelò di come Antonietta, quella con le galline attorno ai piedi, l’avesse più volte salvata. Maria ricordò quei giorni terribili, tra il 1944 e il 1945, quando loro furono costrette a partire da Belluno per andare a lavorare in Germania ed erano divenute prigioniere di guerra. Arrivarono i soldati sovietici che stavano invadendo la Germania e cercavano donne giovani. Accadeva spesso che Antonietta nascondesse dietro di lei la sua giovane compagna di lavoro e di guerra, in modo tale che non se la portassero via. Quando poi Anna prese in mano la foto tolta dalla valigia, si accorse che c’erano, con altre persone, anche le due donne: Maria e la sua amica Antonietta. Qualcuno aveva pensato di ricordare questi fatti che nessun libro riporta, costruendo un presepe in valigia, una storia “sacra” di due donne che, come altre due nei Vangeli, Maria e Elisabetta , si sono aiutate. Ogni volta che Maria veniva nascosta era un Natale, perché la vita rinasceva.

E ora siamo qui a ricordare la storia, a riportarla nel cuore. Settant’anni fa una valigia di legno, fatta da un soldato russo, in cambio di un paio di calzini, riportò la speranza e la vita a Belluno. “Allora – disse Anna– con noi, adesso, la vita continua e la valigia è qui per testimoniare un altro Natale”.

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La città dell’angelo

La favola di Natale di Patrizia

Ogni anno faccio di tutto per trascorrere il Natale nella città dell’Angelo. Ormai è una tradizione. So che non volerò di nuovo accanto a lui ma, essere lì, dove accadde la cosa più meravigliosa e strana della mia vita e in quel magico giorno, mi fa stare bene.

Diversi anni or sono, passeggiavo per il centro di Belluno. Era il giorno della Natività ed il freddo era pungente. Pochi i passanti. Mi sentivo triste; le ricorrenze sempre portavano a galla periodi gioiosi lontani, trascorsi con persone care che non c’erano più. Mi rabbuiai quando, in un batter d’ali mi ritrovai a volteggiare appena sopra la loggetta del campanile dell’Angelo. Il panorama sulla vallata del Piave era mozzafiato. E le persone nella piazza parevano piccole formiche immobili. Mi riconobbi laggiù, avevo un giaccone rosso, vicino a me la mia piccola. Ma, adesso volavo. Volavo con l’Angelo del Duomo che non era più di bronzo bensì in carne e ali. Io mi sentivo in pace con il mondo a dispetto della strana circostanza. L’alata e magnifica creatura celeste si presentò e mi disse che ogni anno, il giorno di Natale, offriva a un viandante del piazzale il segreto per dare la felicità all’essere umano. “Chiunque ha bisogno di te. Dona amore e sarai ricompensato.” Poche semplici parole. Mi si gonfiò il cuore nel petto e, d’improvviso un rimescolio di sensazioni di ogni genere tracimò rompendo gli argini sospinto da una dolcezza mai provata prima.

“Mamma, a cosa stai pensando?”. La voce di mia figlia mi fece tornare da quello che non seppi mai definire. Mi guardai intorno: il freddo, i passanti, la mano nel guantino caldo che stringeva la mia. E, asciugandomi una lacrima le risposi: “Alla vita Tata, alla vita”.