Belluno Balocchi
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Belluno Balocchi

Anche quest’anno torna Belluno Balocchi… Evviva!

La manifestazione organizzata dall’associazione Pomid’ottone nell’ambito del progetto Belluno città dei bambini.
La città di Belluno domenica 15 maggio dalle 09:00 di mattina fino alle 19:00 sarà dedicata solo ai bambini: il centro si trasformerà nel regno di saltimbanco, trampolieri, attori comici e di maghi. Oltre cento animatori si dedicheranno ai bambini fino ai dieci anni di età.

Una bellissima iniziativa, pensata per i bambini che per una giornata possono avere la città tutta per loro… e che giornata, non c’è da annoiarsi, questo é sicuro! Per i bimbi da quattro a dieci anni ci saranno i giochi creativi, gimkane e coloratissimi percorsi ad ostacoli.
In centro si vedranno papà alle prese con scope magiche, divertenti cacce alla cacca, torte in festa, fionde giganti, polpastrelli spioni e cariole spaziali, oltre a laboratori sulla raccolta differenziata, sulla natura e sulla cancellazione della guerra.

Ma a Belluno Balocchi c’è spazio anche per i più piccolini con un’area dedicata ai cuccioli da zero a tre anni, nella quale troveranno animatori, attività guidate, giochi Lego e mini spettacoli pensati proprio per loro.
Inoltre l’area é riparata e attrezzata per il cambio pannolino. Che comodità!

Per partecipare a Belluno Balocchi basta rivolgersi ad uno dei gazebo presenti in via Matteotti oppure in piazza Duomo, con soli 6,00 euro i bimbi potranno partecipare a tutte le attività.
Bambini e adulti 0-3 anni, il costo é di 3,00 euro.

Buon divertimento!

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Sapori che restano impressi nella mente

Questa è una storia particolare, il cui finale a lieto fine dipende da tutti noi. I protagonisti sono un abitante del Michigan, una nonna che negli anni ’20 migrò da Domegge di Cadore negli Stati Uniti e una ricetta perduta. Leggete un po’ qui…

Qualche giorno fa è arrivata una mail da parte del Signor Ronald C. Mucci: una volta aperta, abbiamo letto con sorpresa e con un sorriso una richiesta un po’ strana: il nostro amico statunitense ci scrive di avere un’immensa nostalgia nei confronti di un piatto che cucinava sua nonna, originaria di Domegge di Cadore, e di cui proprio non riesce a trovare la ricetta: il piatto in questione è la Polenta col Baccalà.

Ronald specifica che non ha più nessun parente vivo che possa in qualche modo dargli delle risposte.  Ecco il testo (tradotto) della sua mail:

 

Mia nonna in occasione del Natale e della Pasqua era solita cucinare polenta e baccalà. Si chiamava Diletta Da Vinchie e veniva da Domegge di Cadore. Sposò Annibale (George) Da Vinchie e insieme si trasferirono in America nel 1920. 

Non ho nessun parente che mi possa aiutare a recuperare la ricetta del baccalà perché tutti i miei familiari sono morti.

Io cucino la polenta molto bene ma non so come fare il baccalà con la salsa bianca che lei metteva sopra la polenta. Era buonissimo e aveva l’aspetto di una salsa bianca con dei pezzetti di pesce al suo interno. Mi manca davvero molto il suo pranzo della domenica. Se voi poteste aiutarmi, io ve ne sarei per sempre grato.

Grazie mille, Ronald Mucci 

Che dite amici di Adorable Belluno: riusciamo a dargli una risposta, di modo che possa portare un po’ di sapore bellunese anche in Michigan?

Testo originale:

My Nonna used to make Polenta & Baccala every Easter and Christmas.  She was Diletta (Valmassoi) DaVinchie from Domegge Di Cadore.  She married Annibale (George) DaVinchie and moved to America in the 1920’s.  All of my family has died and I’m trying to get my Nonna’s recipie for Baccala.  I make the Polenta very well but I do not know how to make the white, baccala sauce that she used to put on polenta.  It was very good and it looked like a white sauce with pieces of codfish.  I really miss her dinners on Sunday.  If you could help me out I would be forever gragteful.  

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Villa Montalban, ai piedi del Monte Serva

Una villa che racconta la storia di eroici cavalieri, di momenti di vera magnificenza della storia di Belluno, del durissimo periodo di invasione austro-tedesca e che oggi ospita attività culturali e sportive. 

Tutti i bellunesi sanno dove si trova Villa Montalban, un po’ perché è uno dei tesori architettonici del bellunese, ma un po’ anche perché è spesso teatro di grandi feste che coinvolgono moltissime persone, nonché di attività culturali ed eventi sportivi.

Oggi noi vogliamo raccontarvi la storia di questa villa isolata che sorge su un terreno pianeggiante e dietro la quale, come uno smisurato ed oscuro scenario, si innalza la ripida e boscosa parete meridionale del Monte Serva. 

Non si conosce la data precisa di costruzione della villa, né chi fu l’architetto che la progettò. Nel corso degli anni sono state formulate differenti supposizioni in merito a questa questione, tuttavia l’opinione più condivisa è quella che la fa risalire alla prima metà del ‘600.

Ciò che invece c’è di certo è che a commissionare il complesso fu la famosa Famiglia Fulcis, una delle più ricche e potenti di Belluno che nel corso dei secoli fece costruire svariati palazzi nel centro storico di Belluno e altre ville nel contado. Sapete perché la famiglia Fulcis era così ricca? Grazie alle attività militari. Molti dei membri di questa famiglia, infatti, erano cavalieri gerosolimitani impegnati nelle guerre contro i turchi, fatto questo che poté assicurare alla famiglia Fulcis molte ed influenti amicizie anche fuori dal territorio bellunese.

La Famiglia Fulcis dicevamo: ma allora perché si chiama Villa Montalban? Ve lo spieghiamo subito. Dopo la morte dell’ultimo discendente della famiglia Fulcis, Fulcio Fulcis, avvenuta proprio nella villa, la proprietà della tenuta passò al nipote Damiano Miari, previa assunzione del doppio cognome Miari-Fulcis; pochi anni dopo però, per via matrimoniale, subentrarono i conti Montalban. Ecco, il mistero è svelato! Anche se c’è da dire che il nome per esteso della villa sarebbe Fulcis-Montalban, però è conosciuta da tutti solo col secondo nome.

Ma torniamo alle fattezze della villa. Dovete sapere che al tempo del suo splendore massimo questa perla bellunese dominava al centro di una vastissima tenuta agraria: fate conto che il territorio si estendeva dalla località di Sargnano fino a quella di Andreane, e dalle pendici del Serva giungeva fino al fiume Piave. Oggi l’area di pertinenza della villa si è notevolmente ridotta e conta “solamente” 7 ettari; il terreno circostante la villa inoltre non conserva più gli originari abbellimenti di statue e fontane.

Già, perché il terreno antistante la villa non era certo come lo vediamo noi adesso. Provate ad immaginare come doveva essere arrivarci davanti in carrozza ai tempi d’oro: dinnanzi agli occhi del visitatore si srotolava il lungo viale con i cancelli, scenograficamente allineati sull’asse meridiano della villa, che aprivano la strada ad un suggestivo percorso che si concludeva nella corte, girando attorno alla fontana per scendere poi davanti al portico d’entrata. Non a caso Villa Montalban viene considerata “forse il primo esempio con caratteristiche monumentali costruito nella vallata bellunese” (Alpago Novello), e questo per due motivi: per dimostrare le ricchezze della casata, ma anche per celebrarne le vittorie militari.

La struttura, esternamente sobria e lineare, al suo interno custodiva preziose decorazioni oggi in gran parte perdute.

Sulla facciata della villa sono dipinti due grandi stemmi in cui è riprodotta l’aquila ad ali spiegate dei Fulcis con la stella dei Cavalieri di Malta, che artiglia un nemico. Intorno trofei militari, cannoni e bandiere. Ognuno dei due stemmi ha sotto una meridiana.

Villa Montalban durante la Grande Guerra, purtroppo, e in particolare nel corso dell’invasione austro-tedesca del 1917-18, fu gravemente danneggiata e di conseguenza abbandonata a se stessa, diventando oggetto d’atti vandalici fino agli anni ’30.

Successivamente venne acquistata dalla Pontifica Opera di Assistenza che la trasformò ad uso di colonia estiva; nel 1958 fu oggetto di pesanti lavori di restauro ed infine nel 1976 l’intero complesso fu acquistato dal Comune di BellunoNel corso degli ultimi anni è stata sede di una scuola professionale, di società sportive e di attività culturali.

Una curiosità: la villa ha ospitato il maresciallo Massena nel 1799, il vicerè Eugenio Napoleone nel 1809, Vittorio Emanuele III ed Elena di Savoia nel 1903.

Qui la scheda dettagliata

Info: Istituto Regionale per le Ville Venete (1998), Ville Venete – Itinerari fra Veneto e Friuli, Venezia, Marsilio Editori

 

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La valle dell’Ardo e Case Bortot

Oggi vi accompagniamo in una passeggiata a 5 km dal centro storico di Belluno, sul ciglio della suggestiva valle dell’Ardo: Case Bortot e dintorni, poco sopra Bolzano Bellunese. 

Bolzano Bellunese sorge a nord di Belluno, sulla via pedemontana. Si tratta di un luogo molto caratteristico, costellato da piccole frazioni costituite da piccoli nuclei abitativi che nella loro disposizione assecondano le forme della natura.

Superata la prima parte del paese, oltrepassata la frazione Gioz, ci si inerpica per una stradina ripida ripida, ma asfaltata, in un’atmosfera fiabesca poiché questa strada sale silenziosa, accompagnata ai lati da una corte di carpini neri e noccioli.

Si arriva così a Case Bortot, un villaggio sospeso sul fianco della valle dell’Ardo e caratterizzato dalla presenza di case dal sapore antico, con fienili ai lati e stalle in pietra a vista e con i caratteristici tetti in lamiera. Pensate che uno dei piccoli nuclei di case non è nemmeno raggiunto da una strada, cosa che sembra molto strana se si pensa che ci troviamo a pochi km dal centro storico di Belluno. Un luogo sicuramente suggestivo dal quale si gode anche di uno splendido panorama sulla Valbelluna.

Case Bortot è sicuramente conosciuto da chi ama le escursioni alpinistiche: infatti da qui parte (o arriva, dipende dai punti di vista) il sentiero CAI n. 501 del Rifugio Settimo Alpini, il rifugio forse più amato dai bellunesi, che sorge a 1500 metri in un luogo meraviglioso, in mezzo a ad un anfiteatro di pareti dolomitiche, e rappresenta la base per escursioni più difficili sul Monte Schiara. Per raggiungerlo occorrono circa 3 ore e mezza e la camminata, ve lo diciamo subito, è abbastanza impegnativa, ma credeteci: ne vale la pena, soprattutto d’estate.

Settimo Alpini

Ma Case Bortot rappresenta anche il punto di partenza per fare delle passeggiate addentrandosi nella Valle dell’Ardo: un percorso in un territorio selvaggio, contraddistinto da rocce ostiche scavate dall’acqua, calderoni, fossili e una flora ancora integra.

In particolare vi segnaliamo il Pont de la Mortis, un ponticello da brivido che attraversa la profonda e suggestiva forra dell’Ardo a 520 metri slam, e il Bus del Buson, una forra incisa da un torrente subglaciale e poi abbandonata dal fiume Ardo con il ritiro dei ghiacciai spesso teatro di concerti e di reading perché è un’ottima cassa armonica. Per raggiungerlo è necessario percorrere un sentiero abbastanza ripido, per cui ci raccomandiamo di non recarvici quando piove o nei periodi di gelo.

bus

Per informazioni più dettagliate sui percorsi vi invitiamo a consultare questa pagina …e non dimenticatevi di farci sapere quando andrete a visitare i luoghi dell’Ardo!

Fonte: Belluno, storia architettura arte, di Gigetto De Bortoli, Andrea Moro e Flavio Vizzuti.

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Il gatto con gli stivali: i Licei Renier per le scuole medie

Un’orchestra di 50 elementi per un pubblico di 2.500 studenti.

Questi i numeri che sabato 16 aprile mattina riempiranno lo SPES Arena per un evento musicale senza precedenti, grazie ad un progetto che vede uniti l’Associazione Bellunese “Amici della Banda” e i Licei “Renier”. Nella cornice del più ampio spazio a disposizione nell’area urbana gli strumentisti delle due realtà, il Complesso Bandistico “Città di Belluno” e gli allievi dell’indirizzo musicale, daranno vita alla fiaba musicale “Il gatto con gli stivali”, composta da Angelo Soramani, mentre gli allievi dell’indirizzo linguistico narreranno le gesta del prode gatto in italiano e in tedesco. Gli spettatori di questa fiaba senza tempo, raccontata nella versione di Perrault, saranno gli studenti delle scuole secondarie di 1° grado del comune di Belluno, che potranno così mettere in gioco le proprie competenze linguistiche e apprezzare l’espressività di una composizione per orchestra. Vedranno infatti all’opera suonatori di flauto, clarinetto, violino, viola, saxofono, tromba, clarinetto basso, corno, eufonio, basso tuba, contrabbasso, timpani, glockenspiel, batteria, e molti altri: un’occasione rara nella nostra provincia, di cui questa esperienza vuole essere un felice inizio.

Gli scopi di questa iniziativa sono infatti molteplici: sensibilizzare gli studenti della scuola dell’obbligo alla molteplicità strumentale esistente, favorire l’interazione fra scuola e territoriovalorizzare le risorse locali, non sempre debitamente tenute in considerazione, offrire agli studenti dei licei la possibilità di cimentarsi con compiti reali e legati al loro indirizzo di specializzazione. La proposta iniziale dell’Associazione Bellunese “Amici della Banda”, nata anche dalla considerazione che alcuni allievi del liceo musicale già militano nelle file del Complesso Bandistico, è stata subito accolta con grande entusiasmo dal dirigente dei licei, prof. Paolo Fratte, che si è prodigato per appianare gli inevitabili ostacoli burocratici che si frappongono alla realizzazione di iniziative di questo tipo.

Un ringraziamento va anche alla società Sportivamente che ha applicato delle tariffe di estremo favore per il noleggio della struttura.

Nelle settimane che separano dall’evento i musicisti e i narratori, dopo aver provato separatamente si riuniranno per le due prove generali che serviranno a equilibrare le sonorità e calibrare con esattezza i tempi.

La possibilità di realizzare un evento di questa portata è dovuta anche al cammino di crescita che il Complesso Bandistico “Città di Belluno” ha intrapreso a partire dal 2011 e che lo vede attualmente proporsi come una realtà orchestrale stimolante per i giovani musicisti del territorio bellunese, un ambito nel quale poter crescere e sviluppare le competenze della musica d’insieme preziose nel curriculum artistico ma anche formativo di un giovane.

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Favole al (video) telefono

Le nuove tecnologie si fanno veicolo di emozioni

Domenica 3 aprile alle ore 17 al Teatro Comunale di Belluno con Favole al (Video) Telefono, dal (quasi) omonimo testo per ragazzi di Gianni Rodari, assisteremo a uno straordinario spettacolovincitore del premio Piccoli Palchi 2008 – per una chiusura alla grande della 23 esima Stagione Comincio dai 3 – famiglie a Teatro –, realizzata da Tib Teatro in collaborazione con la Fondazione Teatri delle Dolomiti, per la direzione artistica di Daniela Nicosia.

Una stagione che ha visto avvicendarsi sul palco del Comunale le esperienze più significative di teatro per le nuove generazioni, con spettacoli e compagnie d’eccellenza a livello europeo, e un’alternarsi di ben 16 titoli differenti con più di 20 repliche in teatro e altrettante all’interno delle scuole per il progetto Teatro a Scuola. Una stagione articolata per progetti – da quello sulle dipendenze, al progetto accoglienza e disabilità e ancora quello sulla letteratura, storia e arti visive – che quest’anno ha riservato un’ampia offerta per tutte le scuole dall’infanzia fino alle estese, partecipate proposte per le scuole superiori.

Otto gli spettacoli domenicali per le famiglie che si concludono appunto con il delicato Favole al (Video) Telefono.

A nanna si va volentieri solo accompagnati da una storia, magari raccontata da mamma e papà, questo il desiderio di Sofia e Giacomo, ma se mamma e papà fanno gli attori e viaggiano sempre per lavoro? Allora non resta che ricorrere alle Favole al (Video) Telefono, che con infinito amore Carlo e Paola, i veri genitori – anche protagonisti e autori dello spettacolo – raccontano ai loro figli. Uno spettacolo delizioso, pieno di ritmo, musica, creatività, tenerezza, che si ispira alla celebre raccolta di Rodari, mentre ci suggerisce come anche le nuove tecnologie possano divenire mezzo per condividere emozioni. Storie brevi, narrate con piccoli oggetti, biscotti, fiori, cartoline che compongono un delicato mosaico secondo la grammatica della fantasia. Attraverso queste favole si snoda un rapporto delicato e fragile, in cui la distanza amplifica la necessità di scambiarsi esperienza e affetto.

La musica, le immagini costruite sotto gli occhi degli spettatori trasformando semplici oggetti di uso quotidiano in mondi fantastici, il gioco comico degli attori, le gag involontarie degli adulti che cercano di parlare con i ragazzi, la scoperta di territori comuni da abitare insieme, sono le tematiche di questo percorso scritto insieme con i ragazzi e gli insegnanti di diversi laboratori svoltisi durante il 2007 a Udine, Bologna e Mira(Ve).

 

Produzione La Piccionaia

Drammaturgia Carlo Presotto e Titino Carrara

Regia Titino Carrara

Con Carlo Presotto e Paola Rossi

Consulente video Giacomo Verde

Tecnici Pietro Zordan e Luciano Lora

PRENOTAZIONI

PRENOTAZIONI 334-6620926

BIGLIETTI bambini 6 euro – adulti 10 euro

BIGLIETTERIA TEATRO COMUNALE DOMENICA 3 aprile ORE 11-13 E DALLE 15

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L’esplorazione delle montagne

La Pro Loco Pieve Castionese organizza tra marzo e aprile tre serate sulla montagna

Tre appuntamenti tra marzo e aprile per affrontare il tema della montagna, quest’anno con il taglio dell’esploratore. È questo, infatti, il tema delle serate sulla montagna edizione 2016 organizzate dalla Pro Loco Pieve Castionese.

Si comincia giovedì 31 marzo 2016 alle 20.45 a Cirvoi, nella sala della Cooperativa, con “Il respiro delle montagne“ raccontato da Marco Sala Tuze. Sala Tuze è un alpinista del “Gruppo Rocciatori Caprioli”  di San Vito di Cadore e gestore del Rifugio Passo Staulanza al Monte Pelmo, vive in montagna e per la montagna.

Con delle splendide immagini farà rivivere ai partecipanti l’emozione delle sue scalate nei vari continenti del mondo e i momenti drammatici vissuti in Nepal durante il terremoto del 25 aprile 2015 mentre tentava la salita del Lhotse (8.516 m.).

Il secondo appuntamento è fissato per Giovedì 7 aprile a Castion, al Teatro San Gaetano, giovedì 7 aprile 2016 alle 20.45 quando Roberto Ciri racconterà “I 3000 delle Dolomiti alla scoperta delle Vie normali”.

Ciri è appassionato di montagna e di storia dell’alpinismo, in particolare di vie normali per il fascino storico che le caratterizza. Socio Accademico del GISM, da 11 anni gestisce il sito web www.vienormali.it e collabora con l’editore Idea Montagna con cui ha pubblicato diverse guide escursionistiche e per il quale cura la collana dedicata alle vie normali.

La serata è  una sorta di viaggio alla scoperta delle vie normali alle cime dolomitiche oltre i 3000 metri di altezza su cui ha scritto una guida pubblicata nel 2012 con una seconda edizione nel 2014.

Il terzo appuntamento è giovedì 14 aprile 2016 alle 20.45 a Castoi, nella sala del Circolo Val Cicogna, con “La voce della montagna“ di Francesco  Santon, alpinista, Socio Accademico del GISM.

Salton oggi organizza spedizioni e trekking perché ha saputo “ascoltare la voce della montagna: quella che invita ad andare oltre, fino alla prossima avventura”. L’autore presenterà 46 anni di alpinismo, avventura ed esplorazione in ogni parte del mondo: racconto di un modo di andare in montagna che negli anni è cambiato, come sono cambiati i tempi, le mode, gli stili di vita.

Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.

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Valorizziamo il nostro patrimonio con la settimana degli archivi

Al via la Settimana degli archivi a Belluno, dal 14 al 19 marzo 2016. Un’ottima occasione per visitare il prezioso Archivio Storico di Belluno, con la possibilità di vedere la sala multimediale dedicata alla storia della Grande Guerra a Belluno dal titolo:“AN DE LA FAN: Belluno invasa 1917-1918”. 

Da lunedì 14 a sabato 19 marzo con lo slogan “Ispirati dagli Archivi”, l’Associazione Nazionale Archivistica italiana promuove una settimana di eventi per fare conoscere ai cittadini la ricchezza del patrimonio archivistico del nostro Paese.

L’Archivio storico del Comune di Belluno, aderendo all’iniziativa, dal 14 al 19 marzo, invita a trascorrere un po’ di tempo tra i tesori archivistici custoditi presso la sede di via Marisiga o visitando il sito web all’indirizzo http://archivio.comune.belluno.it/

L’Archivio Storico di Belluno opera da oltre un trentennio favorendo e promuovendo lo studio della storia locale e rappresenta uno dei rari Archivi Storici di comuni italiani dotato di struttura dedicata aperta al pubblico con ampio orario giornaliero e sito web.
Conserva oltre 8.000 pezzi riferiti alla storia della Città e del territorio bellunese, variamente esteso a livello provinciale, dagli anni ’70 del secolo XIV sino ad oggi, dall’epoca di amministrazione viscontea e veneziana prima, poi napoleonica e austriaca e infine dell’Italia unita.

Custodisce anche alcuni archivi aggregati e privati prodotti da enti o da persone che hanno operato nell’ambito territoriale, come quello del Teatro Sociale, dell’Asilo Cairoli, della Società dei Reduci delle Patrie Battaglie, del Corpo Volontari Alpini di Feltre e Cadore, del mobiliere Luigi Scremin, dell’arch. Mario Dal Mas, di Virginio Andrea Doglioni, storico e cultore d’arte e insigne patriota, di Ferruccio Vendramini storico e pubblicista bellunese, del fotografo professionista Edi Bogo.

Una copiosa fototeca, digitalizzata per oltre 4.000 esemplari, crea un grande archivio fotografico della memoria dei Bellunesi, che viene continuamente arricchito con nuove istantanee grazie a prestiti temporanei o a donazioni di privati.

Presso la sede di Marisiga sarà visionabile anche la storia multimediale della Grande Guerra a Belluno “AN DE LA FAN: Belluno invasa 1917-1918”, ideata e realizzata per le scuole superiori in collaborazione con Stefano De Vecchi, introduzione alla copiosa documentazione archivistica posseduta dall’Archivio storico e da privati.

Un progetto che vale veramente la pena di essere visionato, realizzato con programmi appositamente sviluppati, caricato in totem, touch screen e proiettori con  ampio ricorso  all’ipermedialità.

In occasione della Settimana degli Archivi, dal 14 al 19 marzo, l’orario di apertura dell’Archivio sarà ampliato: dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 13.30.