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Sta arrivando la Sagra dei Fisciot

L’antica festa della Madonna Addolorata è uno degli appuntamenti più attesi a Belluno. Il centro storico si riempie di bancarelle colorate, fiori profumati e fiumi di persone che salutano festeggiando l’arrivo della Primavera. 

È tutto pronto per l’attesissima Sagra dei Fisciot, la celebrazione sacra e di incontro per tutti con cui la città di Belluno ogni anno saluta l’arrivo della stagione dei fiori.

La celebrazione ha origini antiche: dal 1716 la statua della Madonna dei Sette dolori, voluta dalla cittadinanza bellunese per festeggiare la fine di una terribile epidemia di pestilenza, viene portata in processione attraverso il centro storico due domeniche prima della domenica di Pasqua. E anche quest’anno la tradizione continua: domenica 13 marzo l’appuntamento è con la Sagra dei Fisciot!

Ma lo sapevate perché si chiama così? Deve il suo nome ai “fischietti di richiamo” che un tempo erano tra gli articoli più venduti dagli artigiani locali che si distribuivano con le loro bancarelle per le vie del centro in questa domenica di festa, vendendo i loro prodotti.

I dettagli: le iniziative della Sagra dei Fisciot 2016

Distribuiti su tutta l’area del centro, comprese Via Dante e Via Cavour, saranno presenti più di 200 operatori con banchi di dolciumi, giocattoli, articoli in vetro, ceramica, legno e tessuto, ma anche bigiotteria, soprammobili, quadri, dischi e musicassette, manufatti in vimini, rame, occhiali, essenze edere aromatiche, miele, pelletteria, ombrelli, foulard, palloncini e, ovviamente, cibi e bevande tipici.

Inoltre Piazza Piloni quest’anno ospiterà la Mostra mercato Cibi e Degustazioni d’autore, mentre Piazza dei Martiri ospiterà il Mercatino dei prodotti agricoli locali a cura dell’Unione Montana Bellunese.

In Piazza Duomo torna il Mercato “Fiori in Città: la Città sboccia”, oltre al Mercatino dell’antiquariato “Cose di vecchie case” che con i qualificati operatori presenti si conferma uno degli appuntamenti più attesi e frequentati, prima del suo ritorno estivo. Piazzale Marconi sarà lo scenario di un banco di frutta di stagione.

A partire dalle ore 10.45 in Piazza Duomo, angolo Ex tribunale, si esibirà il complesso bandistico “Città di Belluno”. La tradizionale processione, invece, avrà luogo alle ore 16.00.

Servizio gratuito Navette

Per facilitare la mobilità, il Comune ha istituito il consueto servizio gratuito di navette che circoleranno dalle ore 9.30 alle 19.30 nell’intera giornata di domenica 13 marzo. Ecco i dettagli:

Per le linee nord-est (da Baldenich/Cavarzano alla stazione) e sud-ovest (da via Col da Ren a piazzale Marconi), passeranno ogni 10′ minuti.

Per le altre linee:

  • linea 1 (da Castion a piazzale Marconi), avrà frequenza ogni 30′
  • linea 2 (da Giazzoi/Tisoi al piazzale della stazione), frequenza ogni 50′, con partenza da Giazzoi alle ore 9.55 – 10.45 – 11.35 – 12.25 – 13.15 – 14.05 – 14.55 – 15.45 – 16.35 – 17.25 – 18.15 – 19.05 – 19.55 e partenze da p.le Vittime delle Foibe alle ore 9.40 – 10.30 – 11.20 – 12.10 – 13.00 – 13.50 – 14.40 – 15.30 – 16.20 – 17.10 – 18.00 – 18.50 – 19.40
  • linea 3 (da Col di Piana al piazzale della stazione), frequenza ogni 50′, con partenza da Col di Piana alle ore 9.30 – 10.20 – 11.10 – 12.00 – 12.50 – 13.40 – 14.30 – 15.20 – 16.10 – 17.00 – 17.50 – 18.40 – 19.30 e partenza da Piazzale Vittime delle Foibe alle ore 9.20 – 10.10 – 11.00 – 11.50 – 12.40 – 13.30 – 14.20 – 15.10 – 16.00 – 16.50 – 17.40 – 18.30 – 19.20.

 

Per informazioni:

Sportello dei Cittadini

Tel. 0437/913222 – info@comune.belluno.it

Gli operatori si possono rivolgere al Servizio Att. Economiche: 0437 913175

Info viabilità: Polizia Locale 0437/913520

Porta Dojona
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Porta Dojona e i suoi muri parlanti

Porta Dojona è uno dei simboli più caratteristici della città di Belluno. Ha visto quasi mille anni di storia dei bellunesi, ha subìto diversi restauri, è stata ampliata e coperta. Ma quello che forse non sapete è che nasconde anche un piccolo segreto di vita quotidiana. Leggete quale. 

Porta Dojona è una delle cinque porte (quattro ufficiali e una “d’emergenza”) che permettevano l’ingresso all’interno delle mura della città di Belluno, ed è una delle tre che si trova ancora oggi intatta.

Stiamo parlando di un vero e proprio monumento che è testimone della storia di Belluno dal 1289: è questo infatti l’anno in cui fu innalzato il suo arco interno chiamato inizialmente “di Foro” o “Mercato”, su disegno di Vecello da Cusighe e in onore del vescovo-conte Adalgerlo da VIII alta.

La seconda parte della porta, per intenderci la vera  propria “facciata” che dà su Piazza Vittorio Emanuele, risale al periodo Rinascimentale, esattamente al 1553: ad opera di Niccolò Tagliapietra, fu costruita per volontà del rettore Francesco Diedo (fate caso all’iscrizione sopra l’arco FRANC. DIEDO. PRAET. PRAEF.Q. OPT). Infatti potete notare che sono vari gli elementi rinascimentali riconoscibili, come le colonne poste sugli alti piedistalli, l’architrave lavorato a triglifie e le due cariatidi ai lati del Leone di S.Marco.

Una delle caratteristiche principali di questo suggestivo luogo della città è la penombra dalla quale si è avvolti passandoci sotto: dovete però sapere che non è sempre stato così. Infatti la copertura di collegamento venne realizzata soltanto nel 1622, conferendo a Porta Dojona il caratteristico aspetto di una “galleria in versione ridotta”.

E nemmeno il nome è lo stesso rispetto all’origine: la porta assunse il nome “Dojona” soltanto nel 1609 in onore di Giorgio Doglioni, coaditore del vescovo-principe di Bressanone.

Avete mai sentito qualcuno riferirsi a questa porta chiamandola “Porta de le Cadene”? Beh, se vi è capitato e vi siete chiesti il perché senza riuscire a darvi una risposta, lo facciamo noi: dovete sapere che si chiama così per il ponte levatoio che era presente fino al 1730 ca. (momento in cui il fossato venne interrato) dalla parte di Via Mezzaterra.

Ma veniamo ora a quello che vi avevamo promesso, ovvero la curiosità pressoché sconosciuta relativa a questa porta: vi abbiamo accennato al fatto che questo simbolo della città racchiude in sè, e in particolare sui suoi muri,  varie iscrizioni perlopiù in latino che ricordano la realizzazione dell’opera, i successivi restauri e lavori, o anche avvenimenti che riguardarono la città di Belluno. Ma ci sono anche delle scritte meno note e meno convenzionali che raccontano episodi di vita quotidiana.

Ci spieghiamo meglio.  Nei luoghi indicati dalle frecce nell’immagine qui sotto, se guardate con attenzione (dal vivo s’intende, se no che bello c’è?), potete vedere delle scritte di nomi di persona con relativa data. Sapete a chi appartengono? Si tratta degli autografi incisi dalle guardie di servizio alla porta a metà del 1800. E sapete come hanno fatto a lasciare il loro segno indelebile su Porta Dojona? L’hanno fatto con le loro baionette.

Scritte porta

Fotografia di Leonard Leo Graf.

Grazie al gruppo Belluno e Provincia: cultura arte e storia per averci fornito alcune delle informazioni presenti in questo articolo e alla ricerca di Gigetto De Bortoli, Andrea Moro, Flavio Vizzutti, Belluno: storia, architettura, arte Belluno, 1984.

Belluno City Pass
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Belluno City Pass

Volete scoprire le attrazioni turistiche di Belluno?

Con Belluno City Pass è possibile!

Belluno City Pass è la card dedicata a tutti quelli che vogliono visitare la nostra Adorable città, in modo pratico ed economico.

La card è in vendita al costo di 12 euro ed è acquistabile presso gli uffici del Lambioi park al piano terra. L’iniziativa è promossa dal Comune di Belluno, Consorzio Turistico Adorable Belluno-Ponte, Confcommercio Belluno, Confartigianato Imprese Belluno, Associazione Prov.le Piccola Industria Artigianato – APPIA e Confindustria Belluno Dolomiti.

Cosa offre Belluno City Pass

  • Ingresso gartuito al museo civico di Belluno
  • Parcheggio gratuito al Lambioi park per 3 giorni
  • Wi-fi gratuito di 2 ore al giorno negli hotspot del Comune di Belluno
  • Sconti per ingressi a mostre ed eventi organizzati dal Comune di BellunoSconti e offerte speciali per i principali servizi turistici e presso negozi, ristoranti e attività sportive o per il tempo libero: scopri quali aderiscono a Belluno City Pass!

 

Come si usa

  • Per ottenere l’agevolazione è sufficiente esibire la card all’ingresso del museo o di tutte le altre strutture convenzionate.
  • La card non è rimborsabile in caso di perdita o furto.
  • Gli sconti non sono cumulabili con altre promozioni in corso.
  • La mancata fruizione di alcune delle agevolazioni previste non dà diritto ad alcuna forma di rimborso.

 

Dove si acquista

Presso gli uffici del Lambioi park, al piano terra della scala mobile.

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San Liberale, la chiesetta che protegge la città di Belluno

La Chiesetta di San Liberale racconta pagine preziose della storia del territorio e dalle pendici del Monte Serva fa da custode silenziosa ed elegante alla città di Belluno. 

La Chiesetta di San Liberale racconta pagine e pagine di innumerevoli storie bellunesi e non. Non ci credete?

Chiedetelo a chi vive o ha vissuto a Belluno: ognuno di loro vi risponderà che state parlando di un luogo che conosce bene. La chiesetta in questione, infatti, è uno di quei posti che rientrano a pieno titolo nei “luoghi del cuore” e che sono frequentati per motivi anche molto diversi tra loro: c’è chi ci approda nel corso di una passeggiata contemplativa, chi invece vi si reca per rivolgere una preghiera speranzosa o assaporare qualche momento di silenzio. Qualcuno ci va per contemplare rapito il panorama sulla Valbelluna e magari scattare qualche bella fotografia, qualcun altro vi parlerà di questo luogo come scenario di un appuntamento galante ,vissuto forse col cuore in gola e le mani sudate.

Insomma, avrete capito che la Chiesetta di San Liberale è un luogo molto importante per tutti i bellunesi; quello che forse non sapete è che si tratta di un posto che porta con sé una testimonianza storica ed architettonica tra le più antiche del Veneto settentrionale. Siete pronti a scoprirne la storia? Eccovi serviti.

La storia della Chiesa di San Liberale

Le prime notizie documentarie circa la Chiesetta di San Liberale si attestano attorno al 1578; tuttavia il luogo di culto ha origini più antiche, addirittura precedenti all’anno Mille. Dovete sapere che originariamente la Chiesetta era dedicata a San Daniele profeta e che presentava ben tre altari: l’altare maggiore era dedicato a San Daniele, mentre i due minori erano dedicati rispettivamente ai Santi Rocco e Sebastiano, e l’altro a San Liberale. La chiesa, che come abbiamo visto risale al periodo altomedievale, conserva l’impostazione a croce latina, con cripta ed abside sopraelevato e un corridoio sopra il presbiterio.

La chiesetta di San Liberale conserva delle opere che appartengono a diverse epoche storiche: le più antiche sono un sarcofago e dei frammenti di pluteo del periodo medievale, ma troviamo anche delle tracce di un ciclo pittorico del XV secolo, decorazioni ed affreschi del XVI secolo e un altare ligneo decorato del XVII secolo. 

Lo sapevate che nelle immediate adiacenze della chiesa un tempo sorgeva un piccolo cimitero? Se ci fate caso, le pertinenze esterne del luogo di culto sono delimitate da un muro a secco a sostegno di un duplice terrazzamento: proprio quello era lo spazio adibito un tempo a zona cimiteriale.

L’intonaco delle pareti esterne si è in parte distaccato, lasciando trapelare la struttura murale a filaretto. Un’altra cosa molto interessante da notare è la copertura: una struttura in legno ricoperta da lastre in pietra.

La Chiesa di San Liberale oggi

Se le origini antiche della Chiesa di San Liberale vi hanno incuriositi, se anche voi come noi pensate che un luogo che vanta più di mille anni di storia, arte e cultura si possa considerare a pieno titolo come meritevole di essere visitato, allora non vi resta che farci un salto di persona. La Chiesa è raggiungibile dalla frazione di Pedeserva (BL), ed è localizzata a circa 4 km dal centro storico di Belluno. Il sito è segnalato anche come tappa dell’itinerario tematico del Parco Nazionale delle Dolomiti. 

La Chiesetta è ancora saltuariamente usata per le funzioni religiose e rientra nella parrocchia di Sargnano. 

 

Un ringraziamento particolare al gruppo Belluno e Provincia: cultura, arte e storia per le informazioni fornite e a tutti i preziosi cultori della storia di Belluno.

Fotografia di Matteo Crema

 

 

Biblioteca Civica Belluno
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Bellunesi e foresti: storie di migrazioni artistiche

Prende il via martedì 9 febbraio il ciclo di incontri ‘Tè in biblioteca’, organizzato dalla Biblioteca Civica di Belluno, a cura di Marta Azzalini e Annalisa Crose.

Quattro appuntamenti, tutti a partire dalle ore 16.30, per scoprire i personaggi – bellunesi e non – che hanno dato lustro artistico alla città nel corso dei secoli. Il tema è infatti ‘Bellunesi e foresti: storie di migrazioni artistiche’, pensato per sottolineare come l’incontro tra personalità molto diverse tra loro abbiano contribuito, nel tempo, ad arricchire artisticamente Belluno, lasciandoci testimonianze che sono un vero e proprio patrimonio.

Tutti gli incontri avranno un’introduzione presso la Sala Cappella di Palazzo Crepadona, con un giro successivo nei luoghi legati ai temi trattati.

I quattro incontri, tutti alle ore 16.30.

Il primo, martedì 9 febbraio, avrà per tema ‘Rettori veneziani e autocelebrazione’, con una visita alla  chiesa di Santo Stefano.

Il secondo, previsto per martedì 16, si occuperà invece di ‘Giovanni De Min: pittore di storie’, con una visita alla Sala Consiglio di Palazzo Rosso.

Il terzo incontro di martedì 23 tratterà delle ‘esperienze romane di Pietro Paoletti’, con una visita alla Pinacoteca del Seminario.

Per concludere, l’incontro di martedì 1 marzo spazierà ‘da Tullio Lombardo a Filippo Juvara’, con visita finale tra Cattedrale e campanile.

Il costo è di 5 euro per ogni incontro e ciascun partecipante riceverà una scheda con la bibliografia di riferimento (oltre ad alcune curiosità sui temi trattati nel corso del pomeriggio).

Per iscriversi basta recarsi in Biblioteca in Via Ripa (BL) oppure inviare un’e-mail all’indirizzo biblioteca@comune.belluno.it

Un’occasione da sfruttare per visitare luoghi poco conosciuti della nostra Adorable Belluno, conoscere alcuni dei personaggi che hanno fatto la Storia dell’Arte italiana e ammirare la città con occhi differenti

Per maggiori informazioni consultate la pagina della Biblioteca Civica dedicata al ciclo di incontri.

 

Fotografia in copertina di proprietà della Biblioteca Civica di Belluno.

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Il Monte Serva e il suo nome in maschera

Il Monte Serva (2133 m) è una montagna delle Dolomiti Bellunesi che domina a Nord-Est la città di Belluno. Da sempre meta di escursioni in ogni stagione, è sentita da tutti i bellunesi come la sovrana della città.

Ma…vi siete mai fermati a pensare da dove deriva il suo nome? No?

Proviamo con un’altra domanda, che sembra (se possibile) ancora più complessa della prima: cos’hanno in comune il Monte Serva ed il Monte Cervino? Ecco a voi le risposte a queste curiose domande.

Partiamo dalla seconda: cosa accomuna il Monte Cervino al Monte Serva? Sono due montagne, direte voi. Sì, è vero. Ma e poi? Non ci crederete mai, ma hanno in comune il nome, o meglio: la derivazione del loro nome, l’etimologia.

Entrambi questi monti infatti derivano dalla parola selva (lat: silva), termine che troviamo spesso mascherato in varie maniere: serva, sala, sera, sora, e così via.

Nel caso del Monte Serva la parola ha subìto il rotacismo del suono “l” (lo stesso processo fonetico per il quale in dialetto bellunese si dice per esempio cortèl per ‘coltello’).  Inoltre, com’è successo a molti altri toponimi di montagna, il nome del Monte Serva ha subìto il destino di “migrare verso l’alto”, ovvero dai suoi piedi alla sua cima. Infatti, la “selva” che ha imposto il nome alla montagna bellunese è quella che tempo addietro si estendeva a settentrione di Belluno e che tuttora cinge i fianchi del monte. Ecco svelato il perché del nome del nostro monte tutto bellunese.

Ma ormai che abbiamo accennato al Monte Cervino, non ci resta che spendere un paio di parole anche su questa splendida montagna. L’origine del nome è da ricercare nell’antico Mont Servin, che deriva da mons silvinus. La parola monte qui sta anche per “alpeggio” e l’attributo starebbe a indicare originariamente un vasto territorio alpino situato sopra le foreste della Val Tournanche; successivamente il nome sarà trasferito al colle del Teodulo e quindi infine alla cima.

Ma voi direte: sì, d’accordo, però stando a questa spiegazione il monte si dovrebbe chiamare Servino e non certo Cervino. Tranquilli amici, adesso vi spieghiamo tutto.

La colpa di questo cambiamento dell’iniziale è nientepopodimeno che di… Horace-Bénédict de Saussure, ovvero l’uomo che è considerato il padre dell’alpinismo. Si dà il caso che il nostro Horace si trovasse nel 1789 nei pressi della Val Tournanche e restò molto colpito ammirando da vicino la superba cima del …«mont Cervin», come scriverà poi nei suoi Voyages dans les Alpes del 1796. Il resto è storia amici, e la montagna in questione da quel momento si chiamò così.

 

Le informazioni che avete letto in questo articolo si basano sugli studi di Piergiorgio Cesco Frare, autore di saggi su escursionismo, toponomastica, archeologia e storia della provincia di Belluno, divulgati qui.

 

 

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Torna la gara Nevegallika Mezzoratutta

L’Associazione Sportiva Nevegallika, assieme al Ristoro Campo Scuola, organizza Nevegallika Mezzoratutta,  l’ormai nota gara di sci alpinismo in notturna al Campo Scuola del Nevegal il giorno 5 febbraio 2016 alle ore 18.30.

La manifestazione, giunta alla sua seconda edizione, si svolgerà sull’Alpe del Nevegal ed è aperta a tutti quelli che desiderano partecipare, a patto che siano però muniti dell’attrezzatura sportiva obbligatoria.

La gara si svolgerà venerdì 5 febbraio alle ore 18.30 e si articola nella categoria maschile e in quella femminile. L’età minima per partecipare è 16 anni.

La partenza avverrà in linea presso il Campo Scuola del Nevegal e la gara in circuito è da ripetersi due volte.

Ma qual’è il tracciato, vi starete chiedendo?

La lunghezza totale del percorso è di 7,6 km con cambio pelli. La partenza avverrà presso il Campo Scuola, per proseguire poi per la salita Col dei Pez fino al passaggio del primo tronco della seggiovia; la discesa sarà regolamentata dalle porte direzionali per la pista Coca per poi tornare al Campo Scuola.

Lo sci alpinismo è un tipo di sport che prevede un’attrezzatura specializzata per poter essere svolto, e tutti i partecipanti alla gara sono tenuti a portare con loro le seguenti cose:

  • sci laminati con attacchi di sicurezza
  • scarponi con suola Vibram
  • pelli di foca
  • lampada frontale
  • casco protettivo

Le pelli al cambio devono essere infilate nella tuta chiusa.

Le premiazioni avverranno alle ore 20.00 presso il Ristoro Campo Scuola; verranno offerti cibo e bevande calde dagli organizzatori dell’evento.

Come iscriversi

La quota di iscrizione è di 15 euro. Ogni concorrente deve iscriversi direttamente sulla pagina degli organizzatori, ma sarà possibile iscriversi anche sul posto fino alle 17.30 con una quota di 20 euro. Il ritiro del pettorale avverrà presso il Ristoro Campo Scuola del Nevegal a partire dai giorni precedenti alla manifestazione. Il tetto massimo di partecipanti è stato fissato a 150.

Tutti i partecipanti vinceranno premi a sorteggio e gadgets.

Info: 3483206833

Fotografia di Andrea Bortolomei

 

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Vivere il Nevegal d’inverno

Se l’Alpe del Nevegal è stata ribattezzata “Terrazza sulle Dolomiti” ci sarà un perché!

Questo nome non poteva essere più azzeccato: il luogo in questione è infatti la zona sciistica veneta più vicina alla pianura, comodamente raggiungibile in pochi minuti dall’uscita dell’Autostrada A27 Venezia-Belluno e a soli 12 km dal centro di Belluno e dotata di un impianto di innevamento artificiale, che, diciamolo, in questa stagione invernale è una manna dal cielo.

Per chi non lo sapesse, l’Alpe del Nevegal è un altopiano fiancheggiato da tre cime: il Col Visentin (1763 m), il Col Toront (1673 m) e il Col Faverghera (1610 m) e grazie alla sua conformazione soddisfa le esigenze di tutti in ogni stagione, dalle famiglie ai ragazzi, dagli escursionisti agli amanti della natura, con hotel e strutture immersi nel verde.

Ma vediamo in particolare come trascorrere l’inverno in quest’alpe bellunese: nei vostri weekend sportivi potrete divertirvi sulle dieci piste da sci che sono raggiungibili grazie ai cinque impianti di risalita (2 seggiovie e 3 ski-lift): discesa libera con gli sci o con lo snowboard ed il divertimento è assicurato perché le piste sono di ottimo livello tecnico, adatte a tutti i tipi di sciatori, sia principianti che esperti. E anche se quest’anno la neve si sta facendo un po’ desiderare, non temete perché il comprensorio è dotato di un impianto di innevamento artificiale.

In Nevegal non manca l’attenzione ai più piccoli: un baby park dove i bimbi e la neve sono gli assoluti protagonisti, in cui maestri specializzati e animatori si occupano degli ospiti più piccoli, lasciando ai genitori la possibilità di qualche ora senza preoccupazioni, sciando oppure approfittando dei rinomati ristoranti e dei caratteristici rifugi presenti in zona che offrono la migliore cucina bellunese. Sono ben tre le scuole sciistiche presenti sull’Alpe: la Scuola sci Nevegal (0437/908104), la Scuola sci Valbelluna (340/4277789) e l’Asd Slalom Ski (335/8412669).

L’Alpe del Nevegal offre la possibilità di praticare scialpinismo con le pelli, sull’altipiano infatti si sviluppano 3 itinerari sci alpinistici: la salita Vallavia, la salita Erte e un ulteriore itinerario che compatta i primi due e consente di raggiungere il rifugio Brigata Alpina Cadore. Gli itinerari sciistici del Nevegal sono da considerare come dei veri e propri itinerari scialpinistici, che pur svolgendosi in un ambiente “addomesticato” dalla presenza delle piste sciabili, per lunghi tratti si snodano in zone selvagge, ben al di fuori del demanio sciabile; vi raccomandiamo quindi di prestare la massima attenzione e di informarvi preventivamente sulle variabili di rischio.

E’ possibile godere di escursioni con le ciaspole: noi vi suggeriamo di partire dalla Faverghera e di percorrere tutte le creste fino al Visentin, e vi diremo di più: l’itinerario è stupendo se fatto di notte armati di pila frontale. Gli amanti dello sci di fondo troveranno due aree complete di anelli per gli sci stretti in Località Pian dei Longhi e Faverghera.

Per restare aggiornati su quali sono le piste aperte ed i relativi impianti vi invitiamo a consultare la pagina apposita dell’Alpe del Nevegal, mentre per tariffe ed orari di apertura potete tenervi aggiornati qui.

E con questo articolo vi diamo anche una notizia: a partire da domani, venerdì 15 gennaio,  ritorna lo sci in notturna sul Colle: dalle 20:00 alle 22:30 la Coca Bassa sarà illuminata per l’apertura serale al pubblico!
Per l’occasione ripartono le promozioni che associano allo skipass un gustoso spuntino presso i ristori del Nevegal.

Insomma cari amici, come vi abbiamo spiegato nel Nevegal troverete tutte le opportunità per divertirvi e fare sport, non potete negare che i motivi per passare i vostri weekend invernali in Nevegal sono davvero moltissimi…è per questo che vi aspettiamo lì!

 

Fotografia di Web Dolomiti