“Un vero tunnel di verde che sale verso la villa”. Con queste parole lo storico, architetto e urbanista A. Alpago Novello definiva la carpinata che porta a Villa Corte, nella frazione di Mier.
La villa, oggi conosciuta come Hotel Carpenada, risale al Seicento ed è stata costruita per essere la residenza estiva del vescovo Giulio Berlendis.
Il vescovo Berlendis ha amministrato la diocesi bellunese per quarant’anni (la nomina ufficiale è del 6 ottobre 1653) ed è noto per aver arricchito le chiese della provincia con numerose opere d’arte. Le più famose tra queste sono i portali in bronzo del Duomo di Belluno.
Gli inquilini di Villa Corte
Dopo la morte del vescovo Berlendis, nel 1693, Villa Corte ha cambiato molti proprietari.
I Corte, famiglia da cui la villa prende il nome, ci hanno vissuto nell’Ottocento.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la villa è stata occupata dai tedeschi, che l’hanno trasformata in caserma, destinata soprattutto ad ospitare i paracadutisti reduci dalla battaglia di Montecassino.
Nel 1945 Villa Corte è passata in mano alla Chiesa che l’ha destinata a rifugio per una colonia di profughi di San Donà di Piave.
Dal 1961 Villa Corte è diventata un vero e proprio hotel, inaugurato dall’Azienda Bellunese Alberghiera.
Villa Corte
La villa è molto grande, sporge in posizione dominante, ha una facciata simmetrica, caratterizzata da due timpani. Svettano verso il cielo due snelli camini.
Villa Corte presenta le caratteristiche tipiche delle ville costruite nel Seicento, priva di colonne ed ornata da pochi capitelli.
L’ingresso del giardino interno è caratterizzato da un patio realizzato in pietre e calcestruzzo con due scalinate e circondato da un serraglio in ferro battuto intervallato da statue e capitelli.
L’articolo si basa sulle informazioni provenienti da Belluno, storia e Architettura a cura di G. de Bortoli, A. Moro e F. Vizzutti.
L’immagine è uno scatto di @silvialanza