Una villa che racconta la storia di eroici cavalieri, di momenti di vera magnificenza della storia di Belluno, del durissimo periodo di invasione austro-tedesca e che oggi ospita attività culturali e sportive.
Tutti i bellunesi sanno dove si trova Villa Montalban, un po’ perché è uno dei tesori architettonici del bellunese, ma un po’ anche perché è spesso teatro di grandi feste che coinvolgono moltissime persone, nonché di attività culturali ed eventi sportivi.
Oggi noi vogliamo raccontarvi la storia di questa villa isolata che sorge su un terreno pianeggiante e dietro la quale, come uno smisurato ed oscuro scenario, si innalza la ripida e boscosa parete meridionale del Monte Serva.
Non si conosce la data precisa di costruzione della villa, né chi fu l’architetto che la progettò. Nel corso degli anni sono state formulate differenti supposizioni in merito a questa questione, tuttavia l’opinione più condivisa è quella che la fa risalire alla prima metà del ‘600.
Ciò che invece c’è di certo è che a commissionare il complesso fu la famosa Famiglia Fulcis, una delle più ricche e potenti di Belluno che nel corso dei secoli fece costruire svariati palazzi nel centro storico di Belluno e altre ville nel contado. Sapete perché la famiglia Fulcis era così ricca? Grazie alle attività militari. Molti dei membri di questa famiglia, infatti, erano cavalieri gerosolimitani impegnati nelle guerre contro i turchi, fatto questo che poté assicurare alla famiglia Fulcis molte ed influenti amicizie anche fuori dal territorio bellunese.
La Famiglia Fulcis dicevamo: ma allora perché si chiama Villa Montalban? Ve lo spieghiamo subito. Dopo la morte dell’ultimo discendente della famiglia Fulcis, Fulcio Fulcis, avvenuta proprio nella villa, la proprietà della tenuta passò al nipote Damiano Miari, previa assunzione del doppio cognome Miari-Fulcis; pochi anni dopo però, per via matrimoniale, subentrarono i conti Montalban. Ecco, il mistero è svelato! Anche se c’è da dire che il nome per esteso della villa sarebbe Fulcis-Montalban, però è conosciuta da tutti solo col secondo nome.
Ma torniamo alle fattezze della villa. Dovete sapere che al tempo del suo splendore massimo questa perla bellunese dominava al centro di una vastissima tenuta agraria: fate conto che il territorio si estendeva dalla località di Sargnano fino a quella di Andreane, e dalle pendici del Serva giungeva fino al fiume Piave. Oggi l’area di pertinenza della villa si è notevolmente ridotta e conta “solamente” 7 ettari; il terreno circostante la villa inoltre non conserva più gli originari abbellimenti di statue e fontane.
Già, perché il terreno antistante la villa non era certo come lo vediamo noi adesso. Provate ad immaginare come doveva essere arrivarci davanti in carrozza ai tempi d’oro: dinnanzi agli occhi del visitatore si srotolava il lungo viale con i cancelli, scenograficamente allineati sull’asse meridiano della villa, che aprivano la strada ad un suggestivo percorso che si concludeva nella corte, girando attorno alla fontana per scendere poi davanti al portico d’entrata. Non a caso Villa Montalban viene considerata “forse il primo esempio con caratteristiche monumentali costruito nella vallata bellunese” (Alpago Novello), e questo per due motivi: per dimostrare le ricchezze della casata, ma anche per celebrarne le vittorie militari.
La struttura, esternamente sobria e lineare, al suo interno custodiva preziose decorazioni oggi in gran parte perdute.
Sulla facciata della villa sono dipinti due grandi stemmi in cui è riprodotta l’aquila ad ali spiegate dei Fulcis con la stella dei Cavalieri di Malta, che artiglia un nemico. Intorno trofei militari, cannoni e bandiere. Ognuno dei due stemmi ha sotto una meridiana.
Villa Montalban durante la Grande Guerra, purtroppo, e in particolare nel corso dell’invasione austro-tedesca del 1917-18, fu gravemente danneggiata e di conseguenza abbandonata a se stessa, diventando oggetto d’atti vandalici fino agli anni ’30.
Successivamente venne acquistata dalla Pontifica Opera di Assistenza che la trasformò ad uso di colonia estiva; nel 1958 fu oggetto di pesanti lavori di restauro ed infine nel 1976 l’intero complesso fu acquistato dal Comune di Belluno. Nel corso degli ultimi anni è stata sede di una scuola professionale, di società sportive e di attività culturali.
Una curiosità: la villa ha ospitato il maresciallo Massena nel 1799, il vicerè Eugenio Napoleone nel 1809, Vittorio Emanuele III ed Elena di Savoia nel 1903.
Info: Istituto Regionale per le Ville Venete (1998), Ville Venete – Itinerari fra Veneto e Friuli, Venezia, Marsilio Editori
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