La favola di Natale di Giulia (15 anni), Belluno
Battevano forte i denti e tanto il cuore: il Natale si stava avvicinando e io non vedevo l’ora. Passeggiare tra le vie illuminate a festa della mia piccola cittadina, con le mani strette in quelle di mamma e papà, era quello che aspettavo da tutto l’anno. Mi prendevano tutti un po’ in giro per questa mia passione e io, sinceramente, non ne capivo il perchè. Soprattutto Luca, il mio compagno di classe, diceva che Babbo Natale non esisteva e che ero una “femminuccia”; da quando aveva iniziato anche tutti gli altri miei compagni l’avevano fatto.
Però un giorno successe quello che mai mi sarei aspettato. La mia maestra aveva deciso di portarci a vedere gli abeti illuminati delle vie di Belluno: era stata una notizia fantastica per me, meno per i miei compagni. Tutte quelle luci, tutte quelle decorazioni: come potevano non piacere? L’atomosfera del Natale mi avvolgeva completamente: vedevo i visi della gente accendersi di una luce nuova, particolare e in tutti si faceva largo un gran sorriso. <<Marco, dai! Andiamo!>>.
Percepivo la sua voce come un suono in lontananza, affascinato com’ero dall’abete di Piazza Duomo: era veramente bellissimo, cosi’ regale e cosi’ illuminato! Lo guardavo col naso all’insù e mi sentivo piccolo piccolo davanti a cosi’ tanta maestosità! Stavo per tonare dalla maestra, quando vicino all’abete notai qualcuno: era un signore alto alto, con una lunga barba bianca, un gran pancione e gli occhi che sorridevano. Sono sicuro che anche gli altri bambini lo notarono, sebbene non me l’abbiano mai detto, perchè da quel giorno nessuno più mi disse che Babbo Natale non esisteva.