La favola di Natale di Tiziano Schiocchet
Quando mio fratello aveva dieci anni e io quattordici si abitava a Belluno. Quell’anno, nella mattina della vigilia di Natale, cadde in poco più di sei ore, oltre un metro e mezzo di neve. Il pomeriggio, tornato il bel tempo, uscimmo tutti e due di casa a giocare nei prati stracolmi di bianco illuminati dal sole. Lui era sommerso fino al collo e dato che era alto sì e no un metro e quaranta in un attimo scomparve ai miei occhi, lo chiamai a gran voce, ma lui, che certo mi sentiva, non rispondeva, se non lo avessi riportato a casa in tempo per aprire i regali questa volta i miei genitori ce l’avrebbero fatta pagare cara.
Per individuarlo tra l’abbagliante distesa chiesi aiuto a tutti gli amici. Vagammo per ore facendoci strada armati di badili e scope tra i muri e i cumuli di neve, di mio fratello nessuna traccia. L’incognita della notte stava velocemente sostituendo la certezza della luce del giorno, una notte al gelo sarebbe stata pericolosa per quel piccolo rompiscatole. Cercai di salire su qualche albero come una vedetta, dall’alto lo avrei forse scorto. Poi mi ricordai di lei. Mio nonno mi aveva raccontato che l’aveva persa Babbo Natale qualche anno fa. Ultimamente l’avevo notata, accartocciata e impolverata, chiusa in soffitta, dimenticata da tutti, anche perché, oggi, non serve a nessuno e a nulla. Il nonno, pur non sapendo guidarla, mi aveva fatto salire una volta, qualche estate fa. Insieme avevamo sorvolato le case, poi le prime colline e le montagne che circondano Belluno. Andai a prenderla, era li che mi aspettava. Era fatta di tela rossa e bianca e fili di corda lunghi e neri e il cesto di paglia dove stare in piedi era praticamente intatto. La portai giù in cortile e la accesi, volai tra le luci di Natale della città A un tratto il mio potentecannocchiale mi fece scorgere vicino alla fermata del bus, in mezzo al bianco lui, mio fratello. Che immensa gioia, che brivido corse lungo la schiena. Scesi a prenderlo e risalii subito con lui.. La mongolfiera sognante volava, illuminata dalla luna, nel cielo stellato, e di arrivare, dove non si sa, non aveva nessuna fretta e nessuna paura.