Quanto spesso ci ritroviamo a credere che nelle piccole realtà di montagna, lontane dalle grandi città, le persone siano chiuse e restie ad accettare culture diverse?
Belluno sfata questo mito, dedicando dieci giorni all’incontro tra i popoli, con la manifestazione Il Gusto dell’Altro.
Dal 20 al 29 maggio Belluno sarà teatro della quarta edizione de Il Gusto dell’Altro riproposta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Belluno con la collaborazione delle Officine della Cultura, per favorire l’integrazione fra immigrati e bellunesi di vecchia generazione, offrendo momenti di confronto e di festa volti ad approfondire la conoscenza e la scoperta dell'”Altro” attraverso i differenti modelli culturali, usi e costumi che lo contraddistinguono.
Oltre a essere un importante momento di aggregazione culturale e di riflessione su vecchie e nuove emigrazioni, Il Gusto dell’Altro svolge, in senso più lato, una funzione di promozione della città, valorizzando il centro storico e coinvolgendo attivamente associazioni, istituzioni culturali, esercenti e commercianti, oltre naturalmente il vasto pubblico che popola i suoi numerosi eventi.
Un ringraziamento va a tutti i partners che, sempre più numerosi, hanno aderito alla manifestazione contribuendo alla diffusione della cultura dell’”Altro” e dell’integrazione.
Sono tante le iniziative pensate per conoscere da vicino la cultura di persone che arrivano da paesi lontani e per dar loro modo di approfondire le tradizioni bellunesi.
Il Gusto dell’Altro è una rassegna che ritorna ogni anno e che coinvolge bellunesi autoctoni e bellunesi acquisti in oltre venti appuntamenti diversi.
Durante la settimana troveranno spazio spettacoli teatrali, letture, opere musicali per ragazzi e momenti di riflessione, con la proiezione di documentari e conferenze: racconti di esperienze reali e storie di italiani all’estero tra clandestinità e separazioni obbligate, ma anche spumeggianti feste brasiliane, eventi pensati per i più piccoli e tanta musica da tutto il mondo.
Un’occasione pensata per avvicinare popoli diversi, per imparare che molti luoghi comuni sono solo il frutto di una scarsa conoscenza degli altri, perché ciò che ci unisce è spesso molto più grande di ciò che ci divide.