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Cultura

La Villeggiatura di Clizia

La Villeggiatura di Clizia

Giuseppe Urbano Pagani Cesa (1757-1835) era un poeta bellunese capace di seguire i tumulti rivoluzionari del suo tempo, raccontando i fatti e le aspettative sue e dei suoi contemporanei, attraverso una copiosa produzione letteraria.
Compose anche un apposito “Inno Nazionale” quando nel 1797 a Belluno venne innalzato l’Albero della Libertà: simbolo dell’ideologia liberale.

Oggi però non vogliamo occuparci dell’uomo impegnato politicamente, fiero difensore di idee e principi, oggi la nostra attenzione si sposta su un sentimento più dolce di quello politico, che risponde ai richiami del cuore e non delle fazioni, oggi parliamo d’amore.

Come ogni poeta che si rispetti anche Giuseppe Urbano Pagani Cesa ha avuto la sua musa, la donna che lo ha ispirato e della quale ha saputo tessere le lodi nel suo poemetto “La Villeggiatura di Clizia”.

La Clizia del poeta bellunese era in realtà la contessa Marianna Alpago Doglioni-Dal Mas, il cui nome viene celato da Giuseppe Urbano che sceglie per lei quello di una ninfa della mitologia greca.
Clizia dopo essere stata ripudiata da Apollo, passò i suoi giorni ad osservare il dio che si muoveva nel cielo. Con il trascorrere del tempo la ninfa venne consumata dal dolore e si trasformò lentamente in un girasole: il fiore che ogni giorno cambia inclinazione secondo il muoversi del sole.

La Villeggiatura di Clizia, il poemetto.

Il poemetto “La Villeggiatura di Clizia” racconta la vacanza del poeta Pagani Cesa presso Mas di Sedico dove egli incontra la contessa che è stata capace di rubargli il cuore.

Un racconto in versi che descrive la disillusone del poeta per una mancata possibilità: le speranze portate dalla Rivoluzione Francese affievoliscono in fretta ed egli sente crescere l’inquietudine dentro di sé.
Solo la compagnia di Clizia e la natura che li circonda e li nasconde, lungo le rive del torrente Cordevole, riusciranno a fargli ritrovare la pace, a fargli apprezzare la bellezza delle cose semplici come il tepore del sole e l’aria frizzante che al mattino sembra svegliarsi con lui.

L’amore per Clizia e la natura nella quale si immerge durante il suo soggiorno presso la dimora della donna, sono per il nostro poeta la migliore cura alle sue frustrazioni: un ritorno ai piacere semplici della vita che curano il suo animo tormentato.

Un ringraziamento speciale a Marco Perale per le informazioni riguardanti la vita di Giuseppe Urbano Pagani Cesa.