Curiosità

Bellunesi famosi nel mondo

Forse non tutti sanno che… Belluno ha dato i natali a numerosi personaggi illustri, che si sono distinti nei campi più disparati nel corso dei secoli. Impossibile ricordarli tutti (e sicuramente ne abbiamo dimenticati molti): ecco alcuni fra i bellunesi che che si sono fatti onore nel mondo, raccolti in questo elenco reso disponibile dal Comune di Belluno.

XIV-XVI SECOLO

  • Vittorino da Feltre – Educatore e umanista (Feltre 1378 circa – Mantova 1446). A lui si deve la fondazione (1423) a Mantova del primo istituto di istruzione ispirato agli ideali umanistici. Fra i suoi allievi illustri vanno ricordati Ludovico Gonzaga e Federico da Montefeltro.
  • Panfilo Castaldi (Feltre, 1398 – Venezia, 1479) medico, letterato e tipografo italiano, ritenuto da alcuni il primo inventore dei caratteri mobili per la stampa.
  • Bernardino da Feltre, al secolo Martino Tomitano (Feltre, 1439 – Pavia, 28 settembre 1494), è stato un presbitero e religioso italiano dei Frati Minori Osservanti, promotore dei Monti di Pietà. La Chiesa cattolica lo venera come beato dal 1654.
  • Andrea Alpago (Belluno, 1450 ca – Padova, 1522). Medico, “emigra” in Siria, Egitto, Cipro; è il primo traduttore in latino del Canone del filosofo, scienziato e medico arabo Avicenna.
  • Fra Urbano Bolzanio (Belluno, 1443 – Venezia, 1524). Missionario francescano e grammatico, viaggiatore, percorre a piedi tutto il Mediterraneo orientale. Scrive per Aldo Manuzio la prima grammatica greca occidentale.
  • Tiziano Vecellio, (Pieve di Cadore, 1485-’90 – Venezia, 1576) pittore.

XVII-XIX SECOLO

  • Tommaso Dolabella (Belluno, 1570 ca – Cracovia, 1650). Allievo dell’Aliense a Venezia, affreschista, pittore di corte del re Sigismondo III, è figura di riferimento della pittura polacca del XVII secolo.
  • Alberto Vimina (Belluno, 1603 – Pieve d’Alpago, 1667). Sacerdote e storico, è protagonista d’importanti azioni diplomatiche per la Serenissima Repubblica di Venezia in Polonia, Russia, Ucraina, Lituania, Svezia.
  • Tito Livio Burattini (Agordo, 1617 – Varsavia, 1680). Matematico, astronomo, inventore, “professionista migrante” in Egitto e Polonia, è il primo a proporre l’adozione di un’unità di lunghezza universale, il metro cattolico; a lui si deve anche la prima calcolatrice meccanica italiana e il contributo alla scoperta delle macchie di Venere.
  • Sebastiano Ricci (Belluno 1659 – Venezia 1734). Pittore, inaugura un tipo di pittura chiara e luminosa, dall’impianto compositivo scenografico che avrà un grande influsso sullo sviluppo dell’arte veneta del Settecento. Dipinge in numerose città italiane, a Vienna e in Inghilterra.
  • Andrea Brustolon (Belluno, 1662 – Belluno, 1732) scultore e intagliatore, protagonista del barocco veneziano.
  • Marco Ricci (Belluno, 1676, Venezia, 1730), pittore paesaggista, collabora con lo zio Sebastiano.
  • Anna da Vià (Nebbiù, 1743 – Napoli?, post 1810). Cantante d’opera buffa, si esibisce con successo a San Pietroburgo alla corte di Caterina II. Finisce i suoi giorni in miseria.
  • Bartolomeo Alberto Cappellari (Belluno, 1765 – Roma, 1846). Avviato alla vita religiosa come Fra Mauro di Camaldoli, nel 1831 diventa 254° Vescovo di Roma e Papa della Chiesa Cattolica con il nome di Gregorio XVI dal 2 febbraio 1831 alla morte. Si distingue per la condanna della schiavitù come “delitto”.
  • Pietro Gonzaga (Longarone, 1751 – San Pietroburgo, 1831). Scenografo di  rango, lavora nei maggiori teatri d’opera italiani e conclude la sua prestigiosa carriera nei teatri di corte di San Pietroburgo.
  • Antonio Miari (Belluno, 1754 – 1823). Cavaliere di Malta e amministratore, è Ministro plenipotenziario del Sacro Ordine dei Cavalieri al Congresso di Vienna.
  • Giuseppe Fantuzzi (Belluno, 1762 – Genova, 1800). Zattiere lungo “la Piave”, studioso di idraulica, diventa generale di Brigata di Napoleone e muore durante l’assedio austroungarico di Genova.
  • Giovanni De Min (Belluno,1786 – Tarzo,1859), pittore, frescante e incisore, allievo e collaboratore di Canova.
  • Girolamo Segato (Vedana di Sospirolo, 1792 – Firenze, 1836). Scienziato, cartografo, archeologo, egittologo, partecipa a spedizioni scientifiche in Egitto. Mette a punto la tecnica della “pietrificazione” dei reperti anatomici. Giuseppe Segusini (Feltre, 1801 – Belluno, 1876). Architetto autodidatta, impone il suo stile eclettico in Italia e in Austria: da Belluno a Innsbruck, da Venezia a Vienna.
  • Ippolito Caffi (Belluno, 1809 – Lissa, 1866). Pittore e viaggiatore in Grecia, Turchia, Palestina, Egitto, espone a Londra, Parigi e in Spagna. Fa parte dell’esercito garibaldino. Muore nella battaglia di Lissa in Dalmazia.
  • Valentino Panciera Besarel (Astragàl di Zoldo, 1829 – Venezia, 1902). Grande artista del legno: fu uno degli intagliatori e scultori lignei più noti e richiesti della sua epoca. Si specializzò nella statuaria monumentale e nel mobilio di rappresentanza, con una produzione di altissima qualità che gli fruttò numerosi riconoscimenti nelle esposizioni nazionali ed internazionali dell’ultimo quarto del 1800. Strinse uno stretto rapporto con i sovrani italiani, dai quali ottenne frequenti commissioni.  Nel 1888, in ocsione della visita a Roma del Kaiser Guglielmo, realizzò per il palazzo del Quirinale, dove tuttora si conserva, dodici poltrone in stile neobarocco, riprendendo tematiche sviluppate dal suo conterraneo Andrea Brustolon (1662 – 1732).  Notevole la sua produzione sacra che attualmente impreziosisce molte chiese in provincia di Belluno e nel Veneto.
  • Aristide Gabelli (Belluno, 1830 – Padova 1891). Pedagogista, fondò a Milano il Monitore dei tribunali, e collaborò alla Perseveranza, al Politecnico e ad altre riviste. Quale provveditore centrale al ministero della Pubblica Istruzione (1869-74), collaborò molto attivamente all’elaborazione e all’attuazione delle nuove leggi scolastiche; fu (1874-81) provveditore agli studî di Roma; due volte deputato nel collegio di Venezia (1886 e 1890), fu relatore alla Camera per la riforma dell’istruzione elementare, di cui redasse i nuovi programmi del 1888. Socio corrispondente dei Lincei (1890). Per Gabelli, il positivismo è piuttosto metodo e preoccupazione di concretezza che adesione ai postulati fondamentali della scuola. P. Villari raccolse i suoi migliori articoli in due volumi, L’istruzione in Italia (1891).
  • Carlo Camillo Di Rudio (Belluno, 1832 – Pasadena, 1910). Militare, patriota filo italiano, partecipa in Francia all’attentato di Filippo Orsini a Napoleone III. Condannato all’ergastolo alla Cajenna, evade e fugge negli Stati Uniti, dove combatte con il generale Custer a Little Big Horn.
  • Caterina Panciera Besarel (Astragàl di Zoldo, 1867 – Venezia, 1902). Figlia di Valentino, donna con una solida tradizione famigliare artigianal-artistica e dotata di un talento naturale che ebbe modo di coltivare con studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia, grazie alla lungimiranza e modernità del padre artista di vaglia e patriota risorgimentale. Collaborò fattivamente alla Ditta Besarel con sede in Venezia sul Canal Grande, e commesse in tutta la penisola e all’estero, fino a dirigere in prima persona lo stabilimento dopo l’incidente sul lavoro del padre rimasto mutilato alla mano destra, in anni in cui l’emancipazione femminile era ancora lontana. Grande l’interesse alpinistico oltre a quello artistico, che la condusse a scalare la cima del Pelmo e che seppe trasmettere ai figli Valentino e Giovanni Angelini.

XX SECOLO

  • Primo Capraro (Castion, 1875 – Bariloche, 1932). Emigrante bellunese in Argentina, è “fondatore”, anima e promotore della città di Bariloche, oggi denominata la “Cortina dell’Argentina”.
  • Masi Simonetti (Zoppé di Cadore, 1903 – Parigi, 1969). Pittore e scenografo, forgia il suo talento impregnato della terra natale a Parigi, dove nel 1930 espone nel Salon des Independents.
  • Dino Buzzati Traverso (Belluno, 1906 – Milano, 1972). Giornalista, pittore, scrittore di fama universale, è autore de Il deserto dei Tartari, tra i capolavori della letteratura moderna; rappresenta in modo autorevole quella emigrazione dei talenti verso i principali centri culturali italiani nel corso del Novecento.
  • Beniamino Dal Fabbro (Belluno, 1910 – Milano, 1989). Poeta, scrittore, giornalista, critico di musica, letteratura e d’arte, traduttore, pittore, e musicista. Intellettuale del panorama italiano del secondo dopoguerra, ha collaborato con vari quotidiani e ha tradotto opere di Flaubert, Baudelaire, Valéry e Camus. La Biblioteca Civica di Belluno cura la custodia di un fondo speciale dedicato a Beniamino Dal Fabbro, i cui documenti sono disponibili per la consultazione online in una collezione digitale.
  • Albino Luciani (Canale d’Agordo, 1912 – Città del Vaticano, 1978). Nato a Forno di Canale (oggi Canale d’Agordo) da famiglia d’emigranti, Vescovo di Vittorio Veneto e Patriarca di Venezia, il 26 agosto 1978 diventa Papa Giovanni Paolo I. Il Pontificato del “Papa del sorriso” dura solo 33 giorni.
  • Rodolfo Sonego (Cavarzano, 1921 – Roma, 2000). Tra i principali soggettisti e sceneggiatori della “commedia all’italiana”, collabora con registi come Dino Risi, Luigi Zampa, Luigi Comencini, Alberto Sordi.
  • Mario De Biasi (Sois, 1923 – Milano, 2013). Grande fotografo italiano, fotoreporter per la rivista Epoca. Ha esposto al Guggenheim di New York.
  • Augusto Murer (Falcade, 1922 – Padova, 1985). Scultore, pittore e partigiano italiano. Fu uno dei più significativi scultori italiani della seconda metà del Novecento, con un’ampia produzione artistica legata a temi di impegno civile, ma anche alla ricerca del senso profondo dell’esperienza umana. A cavallo tra il 2010 e il 2011, nel 25° anniversario dalla scomparsa, Belluno ha ospitato una mostra che ha riportato in città molte delle sue opere, ospitate in diverse sedi espositive e in un percorso artistico a cielo aperto.
  • Tina Merlin (Trichiana, 1926 – Belluno, 1991). Durante la guerra di liberazione è staffetta partigiana nella brigata “7°Alpini” che operava nel Bellunese. Nel 1950 partecipa a un concorso della “Pagina della donna“ dell’Unità, che le vale un premio e la proposta di collaborare. Nel 1951 assunse l’ufficio di corrispondenza da Belluno del quotidiano l’«Unità» fino al 1967. Sono questi gli anni in cui esordisce come scrittrice con Menica, raccolta di racconti partigiani (Renzo Cortina Editore, Pavia, 1957; Annita Tarantola Editrice, Belluno, 1994). Nello stesso periodo segue da vicino le vicende del VajontPer i suoi articoli di denuncia della situazione pericolosa che si era andata manifestando con la costruzione della diga, pubblicati su l’«Unità» già dal 1959, è processata e assolta dal tribunale di Milano per “diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico”. L’estratto della biografia è tratto dal sito dell’Associazione Culturale Tina Merlin.
  • Tancredi Parmeggiani (Feltre, 1927 – Roma, 1964). Artista sensibile, protagonista dell’astrattismo nel secondo dopoguerra, vive e opera tra Venezia, Roma, Parigi e la Svezia. Muore suicida nel 1964.
  • Guido Rossa (Cesiomaggiore, 1934 – Genova, 1979). Operaio, sindacalista, alpinista, emigra da bambino con la famiglia prima a Torino poi a Genova, dove lavora all’Italsider. Qui è ucciso dalle Brigate Rosse, in seguito ad una sua coraggiosa e solitaria denuncia di un infiltrato brigatista.
  • Riccardo Lovat (Libano, Sedico, 1928), inventore della “talpa” meccanica per scavare i tunnel.
  • Paola Budel (Cesiomaggiore) Alla “Tenuta Venissa” di Mazzorbo, accanto a Burano, si è aggiudicata la sua prima stella Michelin, edizione 2013. Paola Budel si è formata nei migliori ristoranti internazionali, accanto a chef, come Enzo Prà del Dolada di Pieve d’Alpago, Gualtiero Marchesi a Milano, Michel Roux del Gavroche di Londra, Heinz Winkler a Monaco di Baviera. Ha lavorato al ristorante Giannino di Milano e vanta esperienze anche a Tokio e Hong Kong. Prima di approdare in laguna, aveva ricoperto il posto di chef del Principe di Savoia di Milano. Chiusa l’esperienza col Venissa, Budel sta lavorando a un nuovo progetto, ancora top secret.
  • Ferruccio De Bortoli (nato a Milano nel 1953, di famiglia bellunese), direttore del Corriere della Sera.
  • Marco Paolini (Belluno, 1956), attore.
  • Don Luigi Ciotti (Pieve di Cadore, 1945), impegnato attivamente nel sociale, ispiratore e fondatore dapprima del Gruppo Abele, come aiuto ai tossicodipendenti e altre varie dipendenze, e fondatore dell’Associazione Libera contro i soprusi delle mafie in tutta Italia.
  • Daniele Franco (Trichiana, 1953), ragioniere dello Stato.
  • Maurilio De Zolt (San Pietro di Cadore, 1950) è un ex fondista italiano, vincitore di diverse medaglie ai Giochi olimpici invernali e ai Campionati mondiali di sci nordico.
  • Kristian Ghedina (Pieve di Cadore, 1969), originario di Cortina d’Ampezzo, è stato il più vittorioso discesista italiano nella storia della Coppa del Mondo di sci alpino, uno dei migliori specialisti degli anni novanta.
  • Oscar De Pellegrin (Belluno, 1963), più volte campione paraolimpico di carabina e tiro con l’arco (medaglia d’oro ai giochi di Londra 2012).
  • Deborah Gelisio (Belluno, 1976). Tiratrice italiana, vincitrice della medaglia d’argento nel double trap nel tiro a volo alle Olimpiadi di Sydney 2000.
  • Davide Malacarne (Feltre, 1987). Ciclista su strada e ciclocrossista, è stato campione del mondo juniores di ciclocross nel 2005. Vanta la partecipazione alle principali competizioni ciclistiche internazionali, tra cui Giro d’Italia e Tour de France.