Belluno City Pass
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Belluno City Pass

Belluno City Pass, cosa offre?

Belluno City Pass è la card che permette di visitare la città di Belluno, costa solo sei euro e regala tanti vantaggi ai turisti che scelgono Belluno per le loro vacanze.

Parcheggio gratuito: la card regala 72 ore di parcheggio gratuito a Lambioi, dal momento in cui lasciate la vostra automobile.
Il parcheggio di Lambioi è molto comodo perché permette di raggiungere il centro cittadino in pochi minuti, appraffittando delle utili scale mobili che vi portano direttamente in piazza Duomo.

Museo Civico: per i possessori della Belluno City Pass l’ingresso al museo Civico di Belluno è completamente gratuito.

Mostre ed eventi: Con la Belluno City Pass si può usufruire di sconti per gli ingressi a mostre ed eventi organizzati dal Comune.

Servizi turistici: la card turistica permette di avere sconti ed offerte speciali per i principali servizi turistici e presso negozi, ristoranti e attività sportive e tempo libero.

Come, dove, quanto?

La Belluno City Pass è acquistabile presso gli uffici di informazione turistica del comune di Belluno che si trovano in piazza Duomo, proprio cima alle scale mobili del parcheggio di Lambioi.

La card ha validità di 72 ore dal primo ingresso nel parcheggio di Lambioi e per ottenere le agevolazioni per le quali è stata creata, basta esibirla all’ingresso del museo e delle altre strutture convenzionate: scopri quali sono, consultando questo elenco.

Se state cercando qualche dritta su cosa vedere a Belluno non perdetevi l’intervista di Adorable Belluno ad Andrea Pizzato, blogger di viaggi e amante della montagna.

belluno, castion, Curiosità, eventi

La magia di San Giovanni Campanot

Una storia di fuoco e di acqua, di sogni e di desideri. 

Molti di voi sanno che da venerdì 19 a domenica 28 giugno ci sarà la famosa Festa di San Giovanni Campanot a Castion, l’evento che apre l’estate bellunese con un programma più ricco e più invitante di sempre!

Quello che invece forse non tutti sanno è che questo evento è avvolto da un alone di magia e di mistero.

Cosa c’entrano l’acqua e il fuoco con la festa di San Giovanni?

Ve lo spieghiamo subito.

Dovete sapere che esiste un rito antichissimo, magico e propiziatorio, che veniva svolto proprio nella notte di San Giovanni.

Si racconta che in tempi antichi, nella notte tra il 23 e il 24 giugno, gli abitanti di Castion si recassero di notte a raccogliere alcune piante ed erbe speciali intrise di rugiada, simbolo di purificazione.

Dopo averle raccolte, i castionesi raggruppavano le piante vecchie e rimaste inutilizzate e ne facevano un falò, altro simbolo di purificazione.

Questo falò, però, in realtà era magico: si narra che a chi lo saltava venisse concessa la possibilità di cambiare vita e che tutti i suoi sogni venissero realizzati. Immaginatevi quindi queste persone in fila dietro il falò, tutte con gli occhi chiusi e intente ad esprimere i loro desideri fino al momento di fare un bel salto, col cuore pieno di speranza per l’avvenire e con la certezza che dopo quel gesto avrebbero per sempre cambiato vita.

Ma le piante raccolte nel corso della notte, vi starete chiedendo?

Beh, veniva preparato il cosiddetto “mazzetto di San Giovanni” composto in particolare da nove erbe, tra le quali non doveva assolutamente mancare l’iperico. Una volta preparato il mazzetto, esso veniva riposto con cura sotto il cuscino. Dormendoci sopra era possibile riuscire ad acquisire un dono magico: la facoltà di avere sogni premonitori.

Che dire amici di Adorable, è una storia di magia che arriva da lontano e che ci porta anche lontano: ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio, alimenta la nostra fantasia e arricchisce la nostra sensibilità. Ma e se fosse vero? Se con questi semplici gesti i nostri desideri si realizzassero? Se potessimo prevedere il futuro?

Alla fine, tentar non nuoce.

 

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La leggenda del Mazarol

Oggi vogliamo raccontarvi una bella favola che parla di un personaggio curioso che fa parte della cultura bellunese: stiamo parlando del Mazarol.

Chi è il Mazarol? Un esserino dispettoso che abita i verdi boschi delle Dolomiti: è tutto rosso e saltella di qua e di là per le radure, comparendo quando meno ce lo si aspetta. Ha una casacca turchese, un cappello rosso a punta e degli zoccoli di legno e ha il potere di far cadere in uno stato di oblio chiunque calpesti le sue impronte.

Ma perché il Mazarol è così popolare nel bellunese?

Beh, mettetevi comodi e leggete questa bella storia.

C’era una volta una bellissima fanciulla che viveva in un piccolo paesino della Valbelluna e che un giorno decise di andare a raccogliere dei frutti di bosco maturi e succosi.  Capitò che per sbaglio la splendida fanciulla appoggiò il suo piedino proprio sopra un’impronta del Mazarol e, non appena lo fece, una forza inspiegabile la spinse a correre nel bosco fino a raggiungere una piccola caverna.

All’interno della caverna stava il Mazarol che prontamente, come se la stesse aspettando, le diede il benvenuto e le si avvicinò: la guardò dritta negli occhi e dolcemente le alitò sul viso; così facendo, la ragazza dimenticò tutto ciò che sapeva: da dove veniva, chi erano i suoi genitori, il suo stesso nome, tutto il suo passato.

Passarono i mesi in tranquillità: la dolce fanciulla trascorreva le sue giornate pulendo e sistemando la caverna, e in cambio il Mazarol le insegnò la preziosa arte della caseificazione. Dapprima le spiegò come fare il burro, poi la ricotta, un altro giorno ancora le insegnò a fare il formaggio e così, mentre il tempo passava, la splendida fanciulla diventava un’eccellente caseara.

Un giorno, però, il Mazarol decise che era tempo per la fanciulla di aiutarlo anche nelle faccende del pascolo: così la condusse all’aperto, sui prati di montagna, e le comandò di badare agli animali prestando però molta attenzione a non smarrire nemmeno un capo; la ragazza, felice, spensierata e finalmente all’aria aperta, camminava seguendo le mandrie quando tutto ad un tratto giunse su uno spuntone di roccia dal quale si vedeva tutta la valle. E indovinate un po’? In un attimo vide il suo villaggio, lo riconobbe e l’incantesimo magicamente svanì. La chiesa, la sua casa, i prati, la piazza e assieme a queste immagini il caro ricordo dei suoi genitori, dei suoi amici le tornarono alla mente con una lucidità disarmante.

Fu così che si mise a correre a perdifiato verso la sua casa, senza dar retta al Mazarol che urlava come un pazzo per fermarla. Per convincerla a tornare indietro l’omicciolo le promise addirittura che se fosse rimasta con lui le avrebbe insegnato ad estrarre la cera dal siero del latte, ma la ragazza non si fece tentare e corse ad abbracciare i suoi cari.

Arrivata al suo paese raccontò la sua incredibile avventura; ci fu una grande festa in suo onore e la splendida fanciulla insegnò ai suoi compaesani l’arte della caseificazione: burro, formaggio, ricotta e tutti i deliziosi prodotti tipici del territorio delle Dolomiti.

E come si fa ad estrarre la cera dal siero, vi starete chiedendo? Non possiamo rispondervi perché non lo sappiamo. L’unico consiglio che possiamo darvi è di mangiarvi un bel pezzo di formaggio bellunese per consolarvi!

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Die Legende vom Mazarol

Heute wollen wir euch ein spannendes Märchen über eine der ungewöhnlichsten Persönlichkeiten der Belluneser Kultur erzählen: die Rede ist vom Mazarol.

Wer der Mazarol ist? Er ist ein schelmisches Wesen, das die grünen Wälder der Dolomiten bewohnt. Er ist rot und hüpft in den Waldlichtungen umher und erscheint immer in genau dem Moment, wenn man am wenigsten mit ihm rechnet. Er trägt außerdem türkisfarbene Kleidung, einen roten Spitzhut und Holzschuhe und wird man von ihm berührt, so fällt man in einen Zustand des Vergessens.

Aber was ist der Grund, dass der Mazarol bei den Bellunesern so berühmt ist?

Wir verraten es euch, macht es euch bequem und lest seine schöne Geschichte.

Es war einmal ein wunderschönes Mädchen, das in einem kleinen Dorf im Valbelluna lebte. Eines Tages beschloss das Mädchen, in den Wald zu gehen, um dort die saftigen, reifen Früchte zu sammeln. Zufällig setzte das Mädchen seinen Fuß genau in einen Fußabdruck des Mazarol und bevor das Mädchen es sich versah wurde es von einer unsichtbaren Macht dazu gebracht, bis zu einer kleinen Höhle durch den Wald zu laufen.

Im Inneren der Höhle war der Mazarol, der das Mädchen, ganz so als hätte er auf es gewartet, sofort begrüßte und sich ihm näherte: Er schaute ihm direkt in die Augen und pustete ihm sanft ins Gesicht. Daraufhin vergaß das Mädchen alles, was es gewusst hatte: woher es kam, wer seine Eltern waren, seinen Namen und seine Vergangenheit.

So vergingen die Monate und das Mädchen verbrachte seine Tage damit, die Höhle zu putzen und rein zu halten und im Gegenzug lehrte der Mazarol das Mädchen in der wertvollen Kunst der Käseherstellung. Zunächst zeigte er ihm, wie man Butter herstellte, dann Ricotta, und an einem anderen Tag schließlich, wie Käse hergestellt wurde. So verging die Zeit und aus dem Mädchen wurde zu einer exzellenten Käserin.

Eines Tages beschloss der Mazarol, dass es Zeit wäre, dass das Mädchen ihm auch bei der Bewirtschaftung der Weiden half: Er führte es nach draußen auf die Bergweiden und trug ihm auf , die Tiere zu hüten und gut aufzupassen, nicht ein einziges von ihnen aus den Augen zu verlieren. Und so spazierte das Mädchen, glücklich wieder im Freien zu sein, hinter den Herden, bis es einen Felssprung erreichte, von welchem aus sich das gesamte Tal überblicken ließ. Könnt ihr erraten, was nun geschah? Sobald das Mädchen sein Dorf erblickte, erinnerte es sich an alles und der Zauber war gebannt. Es erkannte die Kirche, sein Haus, die Wiesen, den Dorfplatz und mit all dem kamen auch die Erinnerungen an seine lieben Eltern und seine Freunde in aller Klarheit zurück.

Sofort rannte das Mädchen los, ohne auf die verzweifelten Rufe des Mazarol zu hören, der wie ein Verrückter schrie, das Mädchen aufzuhalten. Um es zu überreden doch umzukehren, versprach das Männchen, dem Mädchen auch beizubringen, wie man der Molke das Wachs entziehen konnte, doch das Mädchen ließ sich nicht mehr aufhalten und rannte nur noch, um seine Lieben wieder in den Armen zu haben.

Als es in seinem Dorf ankam erzählte es von seinem unglaublichen Abenteuer und es wurde ein großes Fest zu seinen Ehren abgehalten. Und dann brachte das Mädchen den Dorfbewohnern die Käseherstellung bei: Butter, Käse, Ricotta und all die typischen, köstlichen Produkte der Dolomiten.

Und wie entzieht man nun der Molke das Wachs, fragt ihr euch? Wir können es euch nicht sagen, denn wir wissen es auch nicht. Das einzige, was wir euch als Entschädigung anbieten können ist, ein schönes Stück Belluneser Käse zu essen!

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A lenda da Mazarol

Hoje queremos-lhe contar um conto de fadas sobre uma personagem curiosa que faz parte da cultura local: estamos a falar de Mazarol.

Quem é Mazarol? Uma criaturinha travessa que habita as florestas das Dolomitas: é todo vermelho, salta aqui e acolá pelas áreas protegidas e aparece quando menos esperamos. Tem um casaco turquesa, um chapéu vermelho e tamancos de madeira e tem o poder de derrubar em estado de esquecimento alguém que pise as suas digitais.

Mas porque razão Mazarol é tão popular em Belluno?

Bem, acomode-se e leia esta linda história.

Era uma vez uma linda menina que vivia numa pequena aldeia no Valbelluna, e que um dia decidiu ir recolher bagas maduras e suculentas. Acidentalmente, a bela donzela inclinou a sua perna bem em cima de uma impressão de Mazarol e assim que o fez, uma força inexplicável levou-a a correr pela floresta, até chegar a uma pequena caverna.

Dentro da caverna estava Mazarol que prontamente à espera, deu as boas-vindas e aproximou-se dela: olhava-a diretamente nos olhos e respirava suavemente em seu rosto; ao fazê-lo, a menina esqueceu tudo o que sabia: de onde veio, quem eram seus pais, seu próprio nome, todo o seu passado.

Meses se passaram em paz: a doce menina passava seus dias a limpar e arrumar a caverna, e em troca o Mazarol lhe ensinou a arte preciosa de fazer queijo. Explicou-lhe como fazer manteiga, depois ricota e mais tarde ensinou-lhe a fazer queijo e então enquanto o tempo passou, a bela donzela tornou-se uma excelente reprodutora de produtos lácteos.

Um dia, no entanto, Mazarol decidiu que era hora da menina o ajudar a pastar: Então trouxe-a ao ar livre, prados de montanha e ordenou-a a cuidar dos animais, no entanto muito atento para não perder nem um capítulo; a menina, feliz, despreocupada e finalmente ao ar livre, caminhou a seguir os rebanhos, quando de repente se deparou com um afloramento de rocha da qual pode ver todo o vale. E adivinhem? Nesse momento viu sua aldeia, reconheceu-a e o feitiço magicamente desapareceu. A igreja, sua casa, os prados, a praça e juntamente com estas imagens a recordação de seus pais, seus amigos voltaram à mente com uma clareza desconcertante.

Foi assim que começou a correr em alta velocidade em direção a sua casa, sem prestar atenção a Mazarol, que gritava como um louco para impedi-la. Para convencê-la a voltar, prometeu que se ela ficasse com ele, iria ensinar-lhe a remover a cera do soro, mas a menina não se convenceu e correu para abraçar os seus entes queridos.

Chegando ao seu país contou a sua aventura incrível; houve uma grande festa em sua homenagem e a bela donzela ensinou os seus companheiros aldeões a arte de fazer queijo: manteiga, queijo, ricota e todos os deliciosos produtos locais.

E como faço para remover a cera do soro, pergunta? Não lhe podemos responder porque não sabemos. O único conselho que podemos dar é que comer um grande pedaço de queijo de Belluno, irá confortá-lo!

insalata di polpo
Ricette

Insalata di polpo, sedano e zucchine gialle

Insalata di polpo, sedano e zucchine gialle

Insalata polpo e sedano un classico da portare a tavola durante l’estate e che è perfetto anche per un pranzo veloce fuori dall’ufficio.
Per trasformare un piatto così semplice in qualcosa di speciale basta aggiungere qualche nota di colore: peperoni, ortaggi freschi o come ci consiglia Roberta, delle zucchine gialle.

L’insalata di polpo insomma è un piatto che stimola la fantasia di noi cuochi casalinghi, possiamo mettere un po’ quello che più ci piace in abbinamento al polpo, per creare un piatto unico che si può preparare in anticipo e mangiare fresco, ricco di vitamine.

Ci vuole un po’ per cuocere il polipo e soprattutto per raffreddarlo, calcolate almeno un’ora e mezza di lavoro: Cucina con Rob vi consiglia di cucinarne un po’ di più e mangiarla due volte. Forse non lo sapete ma l’insalata di polpo diventa ancora più gustosa dopo aver riposato qualche ora in frigo.

Insalata polpo, sedano e zucchine gialle – gli ingredienti (per 2)

1 polpo grande

70 g circa di zucchina gialla

2 coste piccole di sedano verde

50 g circa di piselli

30 g circa di pomodori datterino

olio extravergine d’oliva

aglio, prezzemolo, sale e pepe

Insalata di polpo, sedano e zucchine gialle – la ricetta

Portare a bollore una pentola piena di acqua, salarla leggermente e versare il polipo, che deve essere già stato battuto o congelato per essere più morbido. Per far arricciare i tentacoli immergerlo in parte nell’acqua prima di infilarlo tutto, per tre volte.

Lasciare cuocere il polpo circa 40 minuti (10 in più se congelato) e lasciatelo raffreddare nella sua acqua. Quest’ultimo passaggio è tassativo per la morbidezza dell’insalata polpo.

Nel frattempo sbollentare su un’altra pentola con acqua leggermente salata, i piselli per 5-6 minuti. Raffreddarli in acqua fredda per mantenere vivo il colore e scolarli bene.

Tagliare con una mandolina sottilissima la zucchina gialla e tagliare a metà i pomodorini datteri a metà.

Per le coste di sedano verde, se sono piccole, basta tagliarle, se sono grosse e filamentose, meglio togliere con un coltellino dalla base i filamenti più grossi. Solitamente per l’insalata polpo viene usato il sedano bianco che ha un gusto più tenue. Se usate questo ortaggio potete mettere anche 3 piccole coste.

Versare tutti gli ortaggi nella pirofila per il servizio.
Condire con abbondante olio extravergine d’oliva, uno spicchio d’aglio (sbucciato, ma, intero, con uno stuzzicadenti infilato per poterlo recuperare), un po’ di sale fino e un mix di pepe (verde, nero e rosa, il creola) grattato sul momento. Tagliare con un coltello di ceramica (perché non si ossidi e diventi nero) abbondante prezzemolo senza gambi, condire il preparato.
Infine, tagliare a tocchetti di 3-4 cm l’ingrediente principale dell’insalata polpo sedano zucchine gialle: il pesce. Mescolare e se serve aggiustare di olio, sale e pepe.

Servire a temperatura ambiente, conservare in frigo massimo 3 giorni.

Insalata polpo, sedano e zucchine gialle – una dritta

Occhio se usate quello congelato. Come cucinare il polpo congelato? Bastano, di solito, 50 minuti. Attenzione! Potrebbe avere una glassatura esterna per la conservazione fatta di acqua e sale. Meglio scongelarlo un pochino e sciacquarlo almeno con un po’ di acqua fredda prima di immergerlo.

Il Gusto dell'Altro
eventi

Il Gusto dell’Altro

Il Gusto dell’Altro – Bellunesi si diventa

Quanto spesso ci ritroviamo a credere che nelle piccole realtà di montagna, lontane dalle grandi città, le persone siano chiuse e restie ad accettare culture diverse?
Belluno sfata questo mito, dedicando un’intera settimana all’incontro tra i popoli, con la manifestazione Il Gusto dell’Altro.
Per un’intera settimana, da domenica 24 maggio a domenica 31 maggio, il centro di Belluno ospita tante iniziative diverse, pensate per conoscere da vicino la cultura di persone che arrivano da paesi lontani e per dar loro modo di approfondire le tradizioni bellunesi.

Il Gusto dell’Altro, è un evento che ritorna ogni anno e che coinvolge bellunesi autoctoni e bellunesi acquisti in quattordici appuntamenti diversi.
Durante la settimana troveranno spazio spettacoli teatrali, letture, opere musicali per ragazzi e momenti di riflessione, con la proiezione di documentari e conferenze: racconti di esperienze reali e storie di italiani all’estero tra clandestinità e separazioni obbligate.

Un’occasione pensata per avvicinare popoli diversi, per imparare che molti luoghi comuni sono solo il frutto di una scarsa conoscenza degli altri perché ciò che ci unisce è spesso molto più grande di ciò che ci divide.

Il Gusto dell’Altro – La Danza

Protagonista assoluta di questa edizione de Il Gusto dell’Altro è senza dubbio la danza: un’arte che rappresenta per tutte le etnie un momento di aggregazione e condivisione, spesso carica di significati e simbologie precise, capace di coinvolgere e incuriosire.
Quindi spazio ai balli africani, alle feste brasiliane, alle performance di danza contemporanea e alle esibizioni di gruppi delle diverse etnie che popolano la provincia di Belluno.

A chiudere questa colorata serie di appuntamenti il Complesso Bandistico Città di Belluno presenta lo spettacolo La Musica dell’Altro per un giro del mondo in 80.000 note.

Per consultare il programma completo della manifestazione, con gli approfondimenti sugli orari e la descrizione completa delle serate, visitate il sito del comune di Belluno.

 

Cosa vedere a Belluno
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Belluno negli occhi di chi la guarda

Adorable Belluno ha incontrato Andrea Pizzato, autore del bell’articolo Cosa vedere a Belluno, pubblicato sul suo blog poco tempo fa.
Gli abbiamo fatto alcune domande ed ecco le sue risposte in questa intervista.

Ciao Andrea, innanzitutto ci piacerebbe conoscerti meglio, raccontaci un po’ chi sei.

Fin da piccolo ho sempre avuto la passione dei viaggi e delle escursioni in montagna. Ho inseguito il mondo delle vacanze iscrivendomi alla facoltà di economia del turismo, e da quel momento è nata per me una “malattia” che dura fino adesso.
Dalla semplice escursione in giornata al viaggio in Asia, ogni occasione è buona per partire e scoprire sensazioni nuove, anche da solo!
Ho deciso di aprire il blog una montagna di viaggi con lo scopo di condividere ed interagire con persone con i miei stessi interessi, e in pochi anni è cresciuto velocemente in termini di visitatori e commenti creando una bella community, spero continui così!

Gestisci un blog che si chiama una montagna di viaggi, come ti è venuta questa idea?

Semplice! Ho unito le mie due più grandi passioni: viaggi e montagna. Così è nato il nome del mio blog.

Pochi giorni fa hai visitato Belluno, cosa ti ha spinto a scegliere di vedere e raccontare la nostra città?

Mancavo da Belluno da parecchi anni, anche se molto spesso ci passo vicino per andare nelle località dolomitiche. Una domenica sera tornando dalla montagna mi sono detto che anche il capoluogo meritava una bella visita, e così è stato.
Alla fine ho fatto bene, passeggiare per le strade del centro di Belluno è stata una bella sorpresa.

Cosa ti è piaciuto di più di Belluno?

Di sicuro la posizione. I panorami sul fiume Piave e sulle montagne circostanti non sono una cosa comune nelle altre città. Se poi sei un amante della montagna lo apprezzi ancora di più. Il centro storico è molto caratteristico e, abbinato a qualche sosta culinaria o di degustazione, rappresenta un’ottima idea per passare una bella mezza giornata.

Dal tuo punto di vista quale è l’aspetto sul quale Belluno dovrebbe puntare per farsi conoscere anche fuori dai suoi confini?

Sfruttare al meglio la carta della vicinanza alle località turistiche più famose. Molte persone, io per primo, passano per Belluno senza fermarsi. Belluno può riuscire ad attirare questo bacino di turisti attraverso un’attenta promozione del territorio, ricco di meraviglie naturali ed artistiche.

Quale sarà la tua prossima meta?

Di sicuro quest’estate sarà dedicata alle escursioni in montagna, tra cui lo Schiara e il Parco Nazionale saranno tra le prime nella mia lista delle uscite da fare. Il mio è quindi un arrivederci a presto ai monti di Belluno.

Allora a presto Andrea e grazie per la tua gentilezza.